Il sole 24 ore racconta quella che, con ogni probabilità, è la fine dei molti sforzi spesi dall’amministrazione Scullino per ottenere l’inserimento di Ventimiglia tra le zone franche urbane. E’ davvero un peccato che ciò sia accaduto anche se ciò non potrà che fare piacere a tutte quelle persone che hanno demonizzato il progetto zone franche urbane a Ventimiglia.
In un momento in cui la politica nazionale dimostra un’assoluto disinteresse ai temi dello sviluppo e della crescita, un’amministrazione locale aveva dato prova di voler modificare il proprio destino. L’assenza della politica ventimigliese si è tradotta in un’occasione mancata, altre ne seguiranno. E’ ora forse di cominciare a riflettere sul futuro che, ahimè, potrà iniziare solo quando, finito il lavoro di traghettamento e boccheggiamento portato avanti dalla Commissione, i politici potranno ritornare a occupare il loro posto. Sperando che la futura compagine amministrativa sia in grado di riprendere con velocità tutti i discorsi interrotti. Occasioni (definitavamente) perse a parte…
DA IL SOLE 24 ORE
Altro giro altra corsa. Si torna a parlare di zone franche, un tormentone datato 2006, progetto condito di promesse bipartisan e rilanciato nel decreto crescita bis del governo tecnico. Ministero dello Sviluppo economico e ministero dell’Economia hanno ora messo a punto il provvedimento attuativo che definisce la nuova mappa delle Zfu, individuando 44 aree tra Campania, Puglia, Calabria e Sicilia più (in via sperimentale) i comuni della provincia sarda di Carbonia-Iglesias nell’ambito del “Piano Sulcis”. L’obiettivo del decreto ministeriale è rispolverare il piano di incentivi per le micro e piccole imprese basato su un mix di agevolazioni. Nel decreto sviluppo bis, infatti, si prevede di finanziare l’intervento sia attraverso la riprogrammazione dei fondi europei del periodo 2007-2013 sia attraverso risorse regionali. In particolare, la terza fase della riprogrammazione del Piano azione coesione, lo scorsa dicembre, ha liberato una dote di 377 milioni di euro. La mappa Sono state individuate complessivamente 44 aree, tra zone ammesse e finanziate dalla delibera Cipe 14/2009, ammesse all’istruttoria ma non finanziate, e zone selezionate dalla Regione Siciliana con legge regionale del maggio 2010. Per la Campania rientrano nella lista Napoli, Mondragone, Aversa, Benevento, Casoria, Portici (centro storico), Portici (zona costiera), San Giuseppe Vesuviano, Torre Annunziata. In Puglia ci sono Andria, Lecce, Taranto, Barletta, Foggia, Lucera, Manduria, Manfredonia, Molfetta, San Severo, Santeramo in Colle, mentre in Calabria figurano Crotone, Lamezia Terme, Rossano, Corigliano, Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valentia. La Sicilia parteciperà con Aci Catena, Acireale, Catania, Erice, Gela, Barcellona Pozza di Gotto, Castelvetrano, Giarre, Messina, Sciacca, Termini Imerese, Trapani, Bagheria, Enna, Palermo (Brancaccio), Palermo (Porto), Vittoria. A queste, come detto, potranno aggiungersi in via sperimentale i comuni della provincia sarda di Carbonia-Iglesias.