Non litighiamo sul nostro tricolore e non mettiamo mai in dubbio la sensata esposizione di un trionfante tricolore italiano, prescindendo che ciò accada sul confine italiano – francese oppure no. Anzi al confine il tricolore italiano, come quello francese, potrebbe dare l’immediata sensazione di entrare o uscire dal territorio della Repubblica Italiana o francese e ricorderebbe, nel tempo, quella linea di separazione, una volta vera e propria frontiera non facilmente valicabile, tra due nazioni che sono state tra le fondatrici dell’Europa.
Andiamo anche noi, almeno con l’immaginazione e i buoni propositi, oltre gli steccati super nazionalistici (italiani o francesi che siano) e quelli europeistici.
Immaginiamo magari un monumento bifacciale, avvolto da un sovraordinato simbolo dell’unione europea, su ogni faccia del quale si possa ammirare il tricolore italiano e francese, dal quale si faccia partire un fascio luminoso che ricordi una linea di confine non fisica ma quasi virtuale.
Un fascio luminoso che ricordi in noi, meno giovani, la frontiere fisica che non vi è più ma di cui ricordiamo molto bene le lunghe code causate dai turisti e dai nostri frontalieri, i controlli dei documenti e le perquisizioni anche fisiche nei confronti di chi voleva abbandonare, anche per poche ore o solo per motivi di lavoro, uno Stato per accedere all’altro.
Un fascio luminoso che possa ricordare, soprattutto ai più giovani, che non hanno vissuto la frontiera presidiata dalle Forze dell’ordine, italiane e francesi, che non deve essere dato tutto per scontato, che la libera circolazione delle persone, delle merci e dei capitali è stata una conquistata partita proprio dal Trattato di Roma del 1957. La realizzazione di una Comunità Economica Europea (CEE) che ha avuto da subito l’obiettivo di realizzare un mercato comune tra gli stati membri, cioè uno spazio economico in cui fosse assicurata la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali attraverso una graduale eliminazione delle barriere che limitavano l’esercizio di tale libertà.
Pensiamo anche quanto sarebbe suggestivo attraversare nelle ore notturne questo fascio luminoso, anche a dimostrazione di come sia facile attraversare oggi il confine tra l’Italia e la Francia e a ricordo permanente che siamo tutti parte della stessa Comunità europea: un sogno di oltre cinquantanni fa … divenuto realtà e per il quale dobbiamo continuare a lavorare affinché si perfezioni.
Quanto sopra un modesto contributo al dialogo, ricordando che la figura sopra riportata rappresenta il “Manifesto del 1957 che celebra il trattato di Roma. Nel 1957, la RFT, il Belgio, la Francia, l’Italia, il Lussemburgo e i paesi Bassi firmano il trattato di Roma dando vita alla Comunità economica europea”
(Histoire, p. 165)
9 maggio 2013 – Ventimigliablog