L’ultimo episodio di cui vi avevo già avvertito è iniziato alla procura di Messina con un nuovo testimone Rosario Cattafi che poi ha deposto nel dibattimento a Palermo contro il generale Mori accusato di non aver catturato, potendolo fare, Provenzano. La deposizione di Cattafi serve ad accollare ai Ros un’altra cattura volutamente mancata, quella di Nitto Santapaola. Seduti fuori al più noto bar di Messina, il vicedirettore del Dap Di Maggio, contornato da ufficiali del Ros in alta uniforme, avrebbe indotto Cattafi a contattare Santapaola attraverso un complicato giro. Volevano non catturarlo ma farlo dissociare e premiarlo. Questo almeno il racconto del teste. E infatti, pur sapendo dove era latitante, non solo non lo prendono ma inscenano una sparatoria per farlo allontanare. Questa la tesi dei magistrati palermitani riportata ieri dal Corriere della Sera. Solo che il teste in aula combina un guaio. Data l’incontro al bar quando Santapaola era già in carcere. “Mi sono confuso. Come nel primo interrogatorio a Messina, ma in quello successivo avevo precisato”. “E se ce ne fossero stati altri avrebbe precisato ancora meglio…”, ha chiosato l’avvocato Basilio Milio, difensore di Mori. Ma questo non avete potuto leggerlo da nessuna parte.
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di Massimo Bordin – @MassimoBordin