Dal “Forum internazionale dell’Osservatorio sull’infanzia, l’adolescenza e la famiglia” tenutosi nei giorni scorsi a Napoli è partito l’allarme tatuaggi. Il primo rilievo formulato è stato che ricoprire il corpo con disegni, soprattutto se molto estesi e di colore scuro, può essere causa di ritardi nella diagnosi dei tumori della pelle.
Sull’argomento si è anche espresso, sul giornale online “Humanitas Salute” il professor Marcello Monti, responsabile di Dermatologia in Humanitas e docente di Dermatologia all’Università di Milano:
«I tatuaggi estesi, dal punto di vista dermatologico, sono un autolesionismo. Il ritardo di diagnosi di un melanoma perché mascherato dal disegno scuro del tatuaggio è solo uno dei problemi sanitari legato a questa discutibile moda. Ci sono poi le infezioni trasmesse durante il disegno, le reazioni allergiche ai colori iniettati e lo sviluppo di malattie come la sarcoidosi (malattia che insorge fra i 20 e i 40 anni di età e che interessa i tessuti connettivi).
Esistono poi altri aspetti legati ai tatuaggi che spesso rimangono oscuri e sui quali è bene iniziare a fare luce. Quando si esegue un tatuaggio solo il 30% del pigmento rimane nella pelle per comporre il disegno. Il resto viene riassorbito dal sistema linfatico e dai vasi sanguigni. Poiché le particelle di colore non possono essere metabolizzate, queste vanno a depositarsi nei tessuti e a occludere i vasi più piccoli del corpo come quelli del rene e del cervello”.
Secondo la statistica sono più di 20.000.000 nel mondo le persone tatuate e il numero sarebbe in costante crescita a causa di una nuova popolarità del tatuaggio fra i più giovani. Ogni anno però, circa il 28% di quelli che si sono fatti tatuare nell’anno precedente, ci ripensano e decidono di farseli togliere. Le metodiche più utilizzate in passato per la rimozione dei tatuaggi sono tutte più o meno tecniche invasive perché si basano sull’asportazione di strati cutanei: il laser pare essere quello oggi più utilizzato.
Sul punto sempre il prof. Marcello Monti ha affermato: “Ancor peggio quando si tenta di eliminare con il laser il tatuaggio: le micro particelle di pigmento che scompaiono dalla pelle finiscono tutte nel sangue creando ulteriori danni. Dunque è bene sempre ricordarsi che fare i tatuaggi è male, toglierli è peggio».
Un giudizio medico, quindi, piuttosto tranciante. Lasciamo aperta, comunque, la possibilità a chi la pensa diversamente di commentare quest’articolo e spiegarci le sue ragioni in senso diverso.
2 ottobre 2014 – Marco Prestileo
Personalmente condivido quanto espresso dal Professor M.Monti, ma occorre capire i significati psico-sociologici del tatuaggio e documentarsi sulla letteratura antropologica che racconta il perché dei tatuaggi nelle popolazioni Maori o nell’antica Roma per esempio.
Oggi, le persone che si tatuano vogliono sfidare la filosofia occidentale, la fede eccessiva nel razionale, rifiutano il profitto ad ogni costo, per cui usano le modificazioni corporee come segno di opposizione nei confronti della moderna civiltà.
I segni sulla pelle rendono visibile l’interiorità di un individuo e le sue prese di posizione nei confronti del mondo. Il tatuaggio non è solo lo specchio dell’anima, ma anche della società nel suo insieme.
Il tatuaggio, oggi, può avere diverse funzioni. Può essere curativo, quando la persona è convinta che agendo sul corpo possa modificare la sua mente.
Può avere una funzione comunicativa, utile a commemorare o a descrivere legami affettivi che si spera siano duraturi come il tatuaggio stesso.
La funzione può essere estetica con il solo scopo di abbellire il corpo. O ancora attraverso la funzione sociale si rimarca il bisogno di appartenenza ad un gruppo. Infine la funzione può essere esorcizzante, in quanto in passato il tatuaggio era utile per esorcizzare la paura della morte ( il rituale del dolore fisico simulava il passaggio dalla vita alla morte). Oggi la nostra società nega la morte per cui il tatuaggio esorcizza problemi di tipo fobico.
Infatti se una persona ha il terrore dei serpenti, la visione tatuata dei rettili può rassicurarlo in quanto ha l’illusione di dominarli.
Ma, ora tornando al nostro Prof. Monti direi che il ministero della salute potrebbe attivarsi e fare campagne informative serie e mirate!!!