S.P.Q.R.

Mondovì – 24 Settembre 2016

Illustre Sindaco Gaetano Antonio SCULLINO,

mi è gradito inviarLe per conoscenza ed eventuali spunti l’articolo SPQR che ho appena proposto ai giornali locali LA PIAZZA GRANDE – UNIONE MONREGALESE – PROVINCIA GRANDA.

Preciso che l’articolo in oggetto è una doverosa e severa presa di posizione di un ex senatore della repubblica, anche a seguito della mancata difesa del prestigio del Senato di Roma da parte dei media e delle più alte figure istituzionali, sia di maggioranza che d’opposizione. Inoltre il relativo messaggio, in favore del NO al referendum costituzionale e della conseguente auspicabile Assemblea Costituente per l’Italia Federale, è prodromico agli obiettivi indicati nella tesi “LA CITTA’ NEL FEDERALISMO GLOBALE”, centrata sul progetto prototipo “Città Intemelia”.

I miei più distinti saluti, con rinnovata stima,

Luciano Lorenzi

Gentile Senatore Luciano Lorenzi,
ricevo con particolare interesse e gratitudine la sua esaustiva relazione riguardante le attente e circostanziate motivazioni in favore del NO al referendum che si terrà domenica  4 dicembre 2016 e la ringrazio.
Tutti noi saremo chiamati ad una scelta importante e determinante per il nostro futuro e delle prossime generazioni; sarà pertanto fondamentale, al fine di esercitare la nostra scelta in maniera libera e democratica, che tutti siano ampiamente informati ,in modo semplice e chiaro, sulle ragioni addotte da entrambi gli schieramenti che si contrappongono, nonché le precise ragioni che porteranno, se vincesse il SI alla modifica della Costituzione, se viceversa vincesse il NO a una totale bocciatura, lasciando il tutto inalterato. Nel caso in cui vincesse il NO, come lei ha giustamente precisato, occorrerà da subito attraverso un organismo collegiale (Costituente…) eseguire quelle ragionevoli modifiche che renderebbero la gestione nazionale politico/amministrativa più veloce ed efficiente.
Devo con piacere constatare, quanto il suo pensiero sia semplicemente chiaro ed esauriente, contrariamente a quello che avviene, quasi sempre, nei vari programmi televisivi o radiofonici, nei quali i rappresentanti dell’uno e dell’altro schieramento, invece di dibattere e confrontarsi con educazione e rispetto per le opposte ragioni, quasi sempre creano situazioni ad alta conflittualità, che sfociano in scontri verbali violenti ed oltremodo offensivi, a volte anche sul piano personale,  che rendono le trasmissioni incomprensibili, (in pratica, un pollaio) lasciando tutti noi insoddisfatti e senza una opportuna delucidazione, che purtroppo molto spesso si trasforma in un grave e pericoloso…. non VOTO.
La informo quindi che quanto da lei inviatomi sarà pubblicato sul Blog locale …. ventimigliablog.it ……e sono certo che molti rifletteranno sulle sue attente e minuziose indicazioni.
Voglia gradire i miei cordiali saluti.

Gaetano Antonio Scullino

“CHI DIFENDE IL PRESTIGIO DEL SENATO DI ROMA ?

Il voto NO al referendum come grande opportunità per poter eleggere un regolare parlamento costituente LA REPUBBLICA FEDERALE ITALIANA

Sala Maccari di Palazzo Madama è senz’altro un luogo simbolo del Senato di Roma. Qui sono rappresentate sulle pareti 5 doti/virtù riconosciute ai senatori nel loro miglior operato in difesa della “civitas romana”:

Amor di patria – Coraggio – Onestà – Eloquenza – Lealtà

Scolaresche di tutta Italia transitano regolarmente e con grande ammirazione di fronte a queste illustri raffigurazioni sotto la sapiente guida di assistenti parlamentari che si prodigano a illustrare le nobili gesta dei senatori storici Marco Papirio, Curio Dentato, Appio Claudio, Attilio Regolo e, immancabilmente, Cicerone.
Grande è la suggestione che suscita questa visione, certo portatrice non retorica di un forte messaggio valoriale a una società poco incline a riconoscerne l’attualità. Proviamo quindi a chiederci se tanto onorevole esempio è solo retaggio del passato o se esso ha ancora qualche attinenza con l’epoca attuale. Per rispondere i tanti commentatori di TV, giornali e partiti, sia di maggioranza che di opposizione, dovrebbero farsi un serio esame di coscienza e domandarsi se veramente l’istituzione più prestigiosa della democrazia – esportata in tutto il mondo e ben rappresentata dall’eloquente dicitura “Senatus PopulusQue Romanus” – meritava tutto il discredito che la riforma del Senato recentemente approvata, e ora sottoposta a referendum, ha contribuito ad alimentare. Forse i suddetti commentatori si sono scordati di citare un piccolo particolare a parziale loro giustificazione di tanto discredito: l’ultima elezione politica regolare dei veri rappresentanti del popolo a norma di costituzione vigente è avvenuta ben 16 anni fa; quindi stiamo vivendo l’undicesimo anno di illegittimità costituzionale nella totale indifferenza di tutti gli attori, mentre il popolo sovrano soprattutto giovane è stato praticamente spodestato in politica. Qualcuno potrebbe obiettare che ci sono i partiti. Sì, peccato però che da allora siano stati eliminati i parlamentari eletti con suffragio diretto nei collegi e circoscrizioni a rappresentare regolarmente tutta la nazione sia al Senato che alla Camera.
Possiamo forse sentirci orgogliosi di tanto misfatto arrecato alla “Repubblica Democratica Italiana”? No di certo, e c’è un solo modo per porvi rimedio: andare al voto il più presto possibile con la legge elettorale proporzionale varata dalla Corte Costituzionale, a seguito della Sua sentenza del gennaio 2014, con la quale ha emendato la famigerata legge “Porcellum”, introducendo la sostanziale aggiunta della possibilità di scelta della preferenza personale a norma di costituzione.

Si dà il caso, però, che al voto non si possa andare, perché nel frattempo è stata approvata dal parlamento una nuova legge elettorale atta ad eleggere la sola Camera dei 630 deputati, l’ITALICUM, che, guarda caso, sta anch’essa attendendo il verdetto della Corte per aver nuovamente raggirato la Costituzione. Proprio un bel capolavoro di stato questo! Complimenti agli autori noti e a quelli veri. Non ci sarebbe da stupirsi che la Corte decida di non pronunciarsi (come effettivamente ha fatto), in attesa del responso del referendum sull’altra legge, quella costituzionale del Senato. A giudizio personale la riforma governativa del Senato è stata imposta ad un parlamento sotto ricatto istituzionale, vincolato a una forzata sopravvivenza dall’ambigua sentenza della Corte: una sentenza che ha dichiarato incostituzionale la legge con la quale è stato eletto l’attuale parlamento lasciandolo però intangibile ed operativo fino a regolare scadenza quinquennale nonostante il palese stato di irregolarità, perché non eletto “a suffragio universale e diretto” a norma di costituzione vigente.
Fortunatamente l’attuale campagna referendaria in corso, ammesso che si svolga regolarmente, potrà mettere in luce l’offesa che è stata arrecata al Senato di Roma, col drastico ridimensionamento del suo ruolo e potere d’incidenza, ma soprattutto attraverso la conseguente “deminutio capitis”, cioè una vera diminuzione dei diritti. Non è in discussione la riduzione del numero di senatori, ma il vergognoso attacco al prestigio degli esponenti più autorevoli della repubblica parlamentare. Non serve un Senato dopolavoro; è invece auspicabile una camera alta costituita da personalità rappresentative di cui una nazione di 60 milioni di abitanti può andar fiera.
Per impedire l’oltraggio in corso c’è una sola possibilità, la vittoria del NO al referendum costituzionale di fine anno 2016. Votare NO non significa lasciare tutto com’è, significa voler cambiare davvero, voler subito andare a rifondare questa repubblica con un regolare voto popolare costituente come nel ’46. Votare No significa respingere l’attuale artificiosa azione di cosmesi, atta a mantenere inalterati i privilegi di questa politica pilotata da media al servizio del potere. Votare NO significa alimentare un grande scatto d’orgoglio di tutti gli italiani che intendono riappropriarsi della potestà di decidere autonomamente da governo e maggioranza parlamentare, realizzando la vera democrazia. Votare No significa voler ridare credibilità, prestigio e protagonismo all’Italia sulla scena internazionale.
Infine votare NO potrebbe significare l’inizio del percorso di istituzione di una vera nazione federale in una prospettiva confederale europea: un esempio da offrire a tutto il mondo, nella logica di promozione di un federalismo globale di tutte le NAZIONI UNITE”.

21 Settembre 2016 ex sen. Luciano Lorenzi

 

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