Non c’é uno stato (con la “s” minuscola) di confusione e tantomeno lo Stato (con la “S” maiuscola) crea confusione. Accusa e difesa sono parti contrapposte. Credere, con pazienza, nella democrazia e nella giustizia è fondamentale per mantenere l’equilibrio mentale.

Marco Prestileo dice: “Sarebbe sbagliato cadere in questo errore, l’errore di non credere nello Stato,  come è altrettanto grave e sbagliato ritenere che chi si difende dall’azione amministrativa che ha portato allo scioglimento di un consiglio comunale democraticamente eletto o chi si difende dall’azione penale perché ritiene che l’accusa sia infondata e irreale, sia contro lo Stato e dalla parte della mafia”.

Ecco il comunicato integrale:

“Il Consiglio di Stato ha annullato lo scioglimento del Consiglio comunale di Bordighera con motivazioni che potrebbero essere sinteticamente e banalmente riassunte con la seguente frase: gli elementi adotti  dal Ministero dell’Interno per sciogliere il consiglio comunale  non rispettano la ratio della norma dell’art. 143 del TUEL, che prevede l’applicazione di detta norma di rigore solo quale misura di carattere straordinario per fronteggiare una emergenza straordinaria. Guai se, diversamente, venisse utilizzata per sciogliere consigli comunali sui quali si potrebbe comunque intervenire, secondo legge, con altri provvedimenti sanzionatori di carattere ordinario o previsti nello stesso citato art. 143 (commi 4 e 5) che però non comportano lo scioglimento del consiglio comunale.

Naturalmente la sentenza offre una motivazione più esaustiva e completa, ben articolata e con il dono di esporla in modo chiaro, leggibile e, soprattutto, comprensibile.

A base di tutto viene però richiamata la parte novellata (nel 2009) dell’art. 143 del TUEL , infatti la sentenza recita: “A sostegno della misura di rigore, … , non è quindi sufficiente un mero quadro indiziario fondato su “semplici elementi”, in base ai quali sia solo plausibile il potenziale collegamento o l’influenza dei sodalizi criminali verso gli amministratori comunali, con condizionamento delle loro scelte e ricaduta sul buon andamento ed imparzialità dell’azione amministrativa, sul regolare funzionamento dei servizi e sulle stesse condizioni di sicurezza pubblica, dovendo detti elementi caratterizzarsi per concretezza, essere cioè assistiti da un obiettivo e documentato accertamento nella loro realtà storica; univocità, che sta a significare la loro direzione agli scopi che la misura di rigore è intesa a prevenire; rilevanza, che si caratterizza per l’idoneità all’effetto di compromettere il regolare svolgimento delle funzioni dell’ente locale.”

Elementi questi, concreti, univoci e rilevanti, non esistenti nel caso di Bordighera (ed il sottoscritto ritiene neanche nel caso di Ventimiglia per il quale però occorre attendere l’esito del ricorso presentato al TAR Lazio e, si presume qualsiasi sia detto esito, da una parte o dall’altra, al successivo Consiglio di Stato).

Per una lettura della sentenza si rimanda al testo integrale pubblicato in questo blog.

In molti, commentando questa sentenza di totale assoluzione per gli amministratori di Bordighera, mi hanno detto che in questo periodo nel nostro ponente ligure “è sovrana la confusione”.

Due scioglimenti di Consigli comunali per mafia, due grandi indagini contro la mafia intemelia (Maglio3 e La Svolta),  un altro sindaco dimissionario per motivi in qualche modo ritenuti collegabili, per la causa, ai precedenti scioglimenti (seppure ancora nulla è stato ufficialmente rilevato), ma  nessuna sentenza di condanna, collegabile alle due citate indagini, sino ad oggi, per associazione di stampo mafioso o su reati accertati con l’aggravante della mafiosità ed oggi l’annullamento, da parte del Consiglio di Stato, dello scioglimento del consiglio comunale di Bordighera.

Personalmente credo che non ci sia uno stato (con la “s” minuscola) di confusione e tantomeno che lo Stato (con la “S” maiuscola) crei confusione. Sarebbe sbagliato cadere in questo errore, l’errore di non credere nello Stato,  come è altrettanto grave e sbagliato ritenere che chi si difende dall’azione amministrativa che ha portato allo scioglimento di un consiglio comunale democraticamente eletto o chi si difende dall’azione penale perché ritiene che l’accusa sia infondata e irreale, sia contro lo Stato e dalla parte della mafia. Non dobbiamo arrivare a facili conclusioni sulla base dell’onda emozionale del momento, che alcuni sciacalli si divertono a cavalcare. Solo il tempo ci dirà chi aveva ragione e chi torto.

Oggi mi sento di dire, se escludiamo le vittime di un prematuro linciaggio, che in questa “apparente” confusione, vince la democrazia, la legalità e lo Stato di diritto. Uno Stato presente, che controlla il rispetto della legalità con le proprie indagini, che permette che sia garantito il diritto di difesa per tutti e che siano emanate, sia in sede amministrativa che penale, sentenze imparziali. Il principio cardine è che tutti sono innocenti sino a contraria sentenza passata in giudicato. Gli investigatori e le Forze dell’ordine fanno molto bene il loro dovere, ma ricordiamo che nei casi in esame (ed in tutti quelli in cui vi è una pubblica accusa), loro sono gli accusatori e quindi in tal senso sono di parte e non super partes, come i giudici chiamati poi a decidere sul loro operato. La difesa spetta agli avvocati delle parti oggetto di indagini.

Gli unici che rimarranno comunque gravemente offesi  nella loro dignità e salute mentale, sono le vittime delle ingiuste accuse subite, anche se ad esse seguirà la loro totale assoluzione; questo è purtroppo il prezzo da pagarsi per vivere in un Paese democratico come il nostro ed uno se ne accorge solo quando tocca se stesso o un suo caro.

13 gennaio 2013 – Marco Prestileo”

Un pensiero su “Non c’é uno stato (con la “s” minuscola) di confusione e tantomeno lo Stato (con la “S” maiuscola) crea confusione. Accusa e difesa sono parti contrapposte. Credere, con pazienza, nella democrazia e nella giustizia è fondamentale per mantenere l’equilibrio mentale.

  1. Credere nello Stato, parole sante!
    Ma come è difficile crederci, quando la giustizia ci mette così tanto tempo per trarre le proprie conclusioni, nel frattempo la vita di chì è sottoposto a processo è stretta in una morsa, sottoposta a umiliazioni.
    Chi ripagherà (e non mi riferisco in termini economici), gli imputati e i loro cari, chi cancellerà i giorni di stress, le notti di rabbia, come verrà ripristinata la dignità delle persone, dei loro cari costretti a fare appello a tutto il proprio buon senso, quando ogni giorno vengono ingiustamente sottoposti al giudizio, ai commenti, agli sguardi di tutte quelle persone confuse, incontrate per strada, negli uffici…..
    Quante pagine dei quotidiani, quanti servizi alla televisione al momento delle accuse e quanti al momento della sentenza.
    Credere nello Stato, parole sante!
    live311212

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