Nella fattoria politica intemelia c’è chi è convinto di avere trovato la password per entrare negli “Arcana Imperii”, ma è solo Photoshop

Nella fattoria politica intemelia c’è chi è convinto di avere trovato la password per entrare negli “Arcana Imperii” dopo aver pelato patate e lavato piatti per qualche anno in cucina.
L’opinione individuale non esiste per questi hacker della democrazia, per loro il consenso collettivo si conquista dietro lo schermo di un computer muovendo telematicamente legioni di anonimi burattini.
È sufficiente disegnare sui social i profili senza volto di alcuni diadochi di Tano e subito i Metternich della tastiera organizzano un Congresso di Vienna e allacciano i fili invisibili del Potere sulle rive del Roya.
Condividono, in pratica, con l’uomo della Santa Alleanza che anche “Ventimiglia” e non soltanto l’Italia è una “espressione geografica” e che il suo concetto di popolo riguarda il dialetto e non ha “valore politico”.
Senza però il finale: “In Europa allo stato attuale esiste un solo vero uomo politico, ma disgraziatamente è contro di noi. È il conte di Cavour”.
Lo nascondono non perché lunedì scorso se ne è impossessato Berlusconi ma perché pensano a Tano, uno che è contro di loro.
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Più passa il tempo e più mi persuado che Gramsci aveva ragione da vendere quando già 87 anni fa scriveva che il potere sovrano “per Grazia di Dio e Volontà della Nazione” non esiste più: “Il potere è la capacità di fare, la politica è decidere che cosa fare.”
Il problema è che il “fare” che occorre decidere e di cui bisogna essere capaci non è più quello dei suoi tempi.
Oggi, diciamocelo chiaro e guardandoci negli occhi, il politico “casual” eletto in qualsiasi ruolo in un qualsiasi Comune italiano e quindi anche a Ventimiglia, ha di fronte un “trilemma”.
O si adatta a essere il pupazzo “Rockfeller” di un burocrate apicale ventriloquo a sua volta incaprettato in un modello organizzativo connesso, tipo l’urbanistica intemelia dell’ultimo triennio.
Oppure non lo accetta per i più vari motivi, tipo scontro frontale sulla protezione civile o buccia di banana della Coop di via Tacito.
Oppure, e questo è il caso di Tano, esternalizza e appalta i servizi in cucina e in sala e nei briefing quotidiani detta il menu, e come si fa nell’impresa impartisce le informazioni e le istruzioni necessarie, consapevole del proprio ruolo di “decisore” politico e non di esecutore tecnico o burocratico.
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Una specialità trend sui social è quella culinaria, con immagini di manicaretti sui fornelli o impiattati.
L’altro giorno il nostro metaforico cuoco capo partita ne ha pubblicato una sui social, precotta e alle Calandre e al Porto degli Scoglietti.
La sua intenzione era chiaramente quella di far sapere al mondo di essere presente negli “Arcana Imperii” a dare una mano al loro titolare, il Commissario prefettizio.
Però lo ha fatto usurpando le competenze tecniche del responsabile del procedimento, il burocrate apicale rimasto senza un pupazzo “Rockfeller” da far parlare.
Minestra riscaldata sul fornello di una Conferenza dei Servizi, tipo quella decisoria del
1° luglio scorso che ha approvato il progetto definitivo della pista ciclopedonale tra via Tacito e via Dante e della traslazione della passeggiata a mare, o tipo quella del precedente 12 aprile che ha fatto altrettanto per il progetto definitivo della passerella ciclopedonale sul fiume Roya, messa in sicurezza degli argini nel tratto terminale e riqualificazione urbana.
In questo caso, però, non si è trattato di opera pubblica comunale ma di opera di difesa costiera di un privato sub-concessionario del Demanio marittimo pubblico, progettata e eseguita a sua cura e spese per mettere in sicurezza la Falesia di Punta della Rocca, precedenti opere da lui eseguite in sub-concessione e altri ambiti marini e terrestri da esse interessati e coinvolti, esposti a criticità di varia natura.
Cinque mesi ad oggi, domenica 23 ottobre 2022, si era concluso il procedimento tecnico-burocratico di approvazione del progetto definitivo con la determinazione conclusiva del 23 maggio 2022 n. 408 che ha chiuso la relativa Conferenza dei Servizi.
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È un manicaretto fatto col Photoshop perché i meriti aggiunti sono postumi e surreali, tutto si è svolto “secundum natura” direbbe Lucrezio, come il sorgere del sole o il cadere della pioggia.
Però c’è anche un risvolto apologetico in tutto questo.

Ieri mattina il soggetto privato ha iniziato i lavori mentre il soggetto pubblico delle due Conferenze dei Servizi che citavo prima e di ogni altra Conferenza futura e/o in corso dovrà aspettare anni e anni prima di poterlo fare e questo a onta e discredito dei carbonari ai quali i cuochi insubordinati e i loro  adesso fanno la serenata dietro lo schermo di un computer.

Bruno Giri

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