Ormai l’epopea Civitas ha raggiunto livelli di tale elevazione cultural-professionale che si commenta da sola (sopratutto perchè se li commento io poi mi becco una querela…) Un consulente che chiede consulenza alla Corte dei conti su quali sono le responsabilità del “liquidatore” e del “socio” è fatto di sicuro interesse (anche antropologico).
A quanto ha detto la Corte, anche al fine di accelerare le procedure di risoluzione del problema Civitas e senza ulteriormente scomodare la Corte, aggiungo solo che se Civitas versa in stato di insolvenza, è necessario ed obbligatorio che il liquidatore ne chieda prestamente, immediatamente e senza indugio il fallimento. Corri Max, corri! Verrà presentata l’istanza di fallimento? Civitas è veramente insolvente? Quale altra sorpresa ci riserverà quest’avventura!?!?! Non sarà un’avventura, non può essere soltanto una primavera questo amore non e’ una stella che al mattino se ne va Oh no no no no no no
2 dicembre 2013 – Albino Dicerto
P.s. A scanso di equivoci, segnalo che il mio interesse alla vicenda Civitas ed i suoi protagonisti è un vero interesse antropologico da intendersi nel senso più stretto del termine. L’antropologia, infatti, nata come disciplina interna alla biologia, studia l’essere umano sotto diversi punti di vista: sociale, culturale, morfologico, psico-evolutivo, artistico-espressivo, filosofico–religioso e in genere dei suoi comportamenti all’interno di una società. Non necessariamente, pertanto, la manifestazione di un interesse antropologico nei confronti di un consulente o altra figura deve intendersi in un senso strettamente negativo. O anche si.