Chi voleva fare il furbo e far risultare basso il suo Indicatore della Situazione Economica Equivalente, in acronimo ISEE, a fine anno svuotava il conto corrente per riempirlo nuovamente all’inizio dell’anno. Era sufficiente a fine anno fare un bonifico sul conto di un parente o di una propria società per vedersi poi restituire la somma all’inizio dell’anno. Ricordiamo che l’ISEE è uno strumento che permette di misurare la condizione economica delle famiglie nella Repubblica Italiana. È un indicatore che tiene conto di reddito, patrimonio (mobiliare, tra cui i conti correnti bancari, e immobiliare) e delle caratteristiche di un nucleo familiare (per numerosità e tipologia). L’ISEE è obbligatorio per avere le rette universitarie ridotte, buoni pasto per le scuole o altri servizi sociali agevolati o gratuiti.
Per colpa di qualche furbetto, che usava il trucco di cui sopra ma anche molti altri, ora ci rimetteranno i soliti onesti e corretti che dovranno aggiungere un nuovo dato: la giacenza media del conto corrente.
Con il nuovo obbligo, ora le banche devono comunicare la giacenza media del conto corrente all’Anagrafe Tributaria in modo tale che il Fisco possa facilmente controllare. In pratica, chi compilerà l’ISEE relativo all’anno 2014, dovrà inserire anche il dato relativo alla giacenza media del conto corrente, che prima non era previsto.
La giacenza media del conto corrente è l’importo medio delle somme a credito nel corso dell’anno sullo stesso conto corrente. La riforma ISEE prevede come detto l’indicazione di questo dato fra le varie informazioni relative alla situazione patrimoniale necessarie per ottenere l’indicatore della situazione economica equivalente, che come detto serve per accedere a prestazioni di welfare. Per il momento, è il contribuente a dover inserire il dato: è possibile richiedere direttamente allo sportello bancario (o di Poste Italiane) l’ammontare della giacenza media. Le banche offriranno questo servizio gratuitamente anche al cittadino? Si teme di no e che i servizi bancari costeranno di più!
Ricordiamo anche il metodo per calcolarselo autonomamente: si sommano i numeri creditori dell’intero anno presenti in estratto conto, e si divide il risultato per 365. Attenzione però che i numeri creditori non sono i saldi a credito ma i saldi raggruppati per valuta moltiplicati per i giorni e divisi per 10.000. A seconda che il saldo sia passivo o attivo, si avranno numeri debitori o creditori. Insomma, non sarà facile calcolarseli da soli se non si è pratici e/o non si hanno tutte le informazioni sotto mano.
In futuro il modello ISEE dovrebbe essere sviluppato automaticamente dall’Amministrazione finanziaria che avrà a sua disposizione tutti i dati (banche, immobili, redditi, ecc.).
Solo il senso civico e un atteggiamento moralmente etico potrà però evitare che chi guadagna molto, e non dichiara quello che guadagna, paghi una retta scolastica per il proprio figlio più bassa di chi guadagna meno di lui e, però, dichiara tutto! L’evasore dovrebbe almeno avere l’equilibrio e il buon senso di non richiedere agevolazioni o riduzioni ulteriori, sarebbe una furbata di cattivo gusto.
1° giugno 2015 – Marco Prestileo