Lo stato dello Stato

In questo meraviglioso sabato di pioggia e nebbia padana, ho deciso che era ora di approfondire le motivazioni del Renzi per fare quello che ha fatto. Per fortuna ho subito cambiato idea. La politica è sempre più distante da noi e lo Stato, nelle sue manifestazioni locali e nazionali, vive di pochezze che avvantaggiano pochi e distruggono il resto. Lo Stato si limita a nutrire un manipolo di consulenti e cortigiani assetati di denaro che, anziché generare ricchezza, la distruggono. Ovviamente, non parlo della ricchezza dei singoli. Parlo della ricchezza della nazione, dello Stato appunto. E agli altri giovani, quelli che non incontrano le simpatie dei politici o dei burocrati, mi sento di dire che dovrebbero cogliere le tante possibilità di lavoro che ci sono e che non colgono o perché stanno bene a casa o perché non hanno ambizione. Dovete essere più determinati nel trovare il lavoro, perché ci sono molte opportunità, spesso colte da altri, proprio perché non avete voglia di coglierle. A John Elkann, autore di questo splendido corsivo, mi sento invece di dire…. ecco no, non si può dire ciò che sento di dire. Ma è molto simile a quello che mi verrebbe da dire a tanti politici e burocrati che non provano un senso di vergogna per ciò che hanno fatto, fanno o faranno. Quel che è certo è che la morte di uno Stato e di un popolo passa da queste cose.

15 febbraio 2014 – Albino Dicerto

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