L’Europa e’ costruita sulla sabbia, non sulla solida roccia

Riceviamo è molto volentieri pubblichiamo, la consueta analisi macroeconomica del nostro esperto.

Buona lettura e buone vacanze a tutti i nostri lettori!

“Negli Stati Uniti ( 4 luglio 1776 Dichiarazione di Indipendenza ) l’unificazione monetaria iniziò con i National Banking Acts del 1863 e 1864, addirittura nel corso della Guerra Civile. Il Federal Reserve System fu alla fine creato solo il 23 Dicembre, 1913, dopo che tutto il resto era stato già collaudato ed integrato. I Padri Costruttori della EU invece sono partiti dal Tetto piuttosto, che dalle Fondamenta. È’ vero che le nazioni più virtuose hanno immediatamente goduto dalla creazione di una valuta comune, soprattutto per i tassi ridotti e per l’incremento della circolazione valutaria, ma attualmente le cose stanno volgendo al peggio. La BCE é stata la prima a forzare le Banche Nazionali ad incamerare i Buoni del Tesoro, riducendo i tassi, la prima a introdurre i tassi negativi nel giugno del 2014. A differenza però delle altre Banche Centrali non é in presenza di strutture economiche federali unificate e quindi ogni suo passo deve negoziarlo con un numero alto di interlocutori, che spesso hanno interessi divergenti. Per ora nel cammino dei tassi negativi é stata seguita solo dalla Banca del Giappone e da altre tre banche minori. Secondo la BCE l’ introduzione dei tassi negativi avrebbe dovuto “stimolare” l’economia. La BCE pensava di poter costringere la gente a spendere più soldi tosando i loro risparmi. Alla fine i tassi negativi hanno eroso invece i margini del Sistema bancario, aggiungendo al danno la beffa. In più l’ ” effetto materasso” sta progressivamente riducendo i depositi. Nel corso dell’ultimo anno il STOXX Banks Index Euro, basato sulle quotazioni delle più grandi Banche Europee, è crollato del 46%. Oggi il tasso di interesse di riferimento della BCE è a -0,4%. Questo significa che le banche europee devono pagare € 4 per ogni 1.000 € depositati presso la BCE. Secondo Bank of America (BAC), le banche europee potrebbero perdere fino di € 20 miliardi di euro all’anno entro il 2018, se la BCE mantiene gli attuali tassi, senza spingersi oltre. Le banche italiane hanno in portafoglio circa €360 miliardi di prestiti detti ottimisticamente “incagliati”, quasi il doppio dei crediti ” inesigibili “dichiarati nel 2010. Secondo il Financial Times, le sofferenze rappresentano ora tra il 18% ed il 20% degli impieghi, più di quattro volte di quelli delle banche degli Stati Uniti durante la crisi finanziaria 2008-2009. Non sono le sole: altre grandi banche come Societè Generale, Barclays, Deutsche e Commerz Bank sono in difficoltà per le speculazioni errate in Derivatives OTC. La maggior banca europea per raccolta, la Hsbc Holdings, ha comunicato per il primo semestre 2016 un profitto pre tasse in calo del 29% a 9,7 miliardi di dollari da 13,6 miliardi un anno prima, leggermente sotto le attese. Il gruppo ha anche annunciato un piano di buy back fino a 2,5 miliardi di dollari. La BCE potrebbe tagliare ancora i tassi, questo renderebbe ancora più risicati i margini delle Banche di Raccolta. Le materie prime ( dal petrolio, all’acciaio, al carbone, al rame, al cibo ) continuano a divenire sempre più a buon mercato. Questo dovrebbe stimolare l’economia attraverso i consumi, ma avviene il contrario. Insomma bisogna bloccare gli Apprendisti Stregoni e decidersi a prendere atto, che per i prossimi decenni non si potrà contare sulla crescita e quindi adattarsi alla situazione ottimizzando l’utilizzo delle risorse e comprimendo gli sprechi. Di tempo ne é rimasto poco … speriamo bene e nel frattempo pensiamo al Ferragosto incombente…”.

Bea M. – 7 agosto 2017 –

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