Oggi finiscono i festeggiamenti iniziati a Natale. Il giorno dell’Epifania, come dice la saggezza popolare, “tutte le feste porta via”.
Forse non tutti sanno che la dodicesima notte dopo il Natale, ossia dopo il solstizio invernale, era ritenuta una notte speciale dedicata alla luna, di qui il termine “epifania” dal greco “Tà epiphaneia” cioè apparizione, rivelazione della divinità e “manifestazione” della luce lunare. A differenza del Natale che era una festa solare, l’Epifania si viene a connotare invece come una festa della luna.
Come per le altre tradizioni italiane che si svolgono in tutto l’arco dell’anno, molte nostre festività hanno un’origine rurale, affondando le loro radici nel nostro passato agricolo. Così è anche per la Befana. Nella tradizione popolare però il termine Epifania, storpiato in Befana, ha assunto un significato diverso, andando a designare la figura di una vecchina particolare che prima di morire passava a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare semi che sarebbero nati durante l’anno successivo.
La figura della Befana ha origini antichissime. I romani celebravano l’inizio dell’anno con le “Sigillarie”, feste in cui ci si scambiavano doni in forma di statuette dette appunto Sigilla.
Con il passar del tempo l’Epifania divenne una ricorrenza della tradizione cristiana per designare la prima manifestazione della divinità di Gesù Cristo, avvenuta in presenza dei re Magi.
Nel Medioevo l’ Epifania rappresentava, come detto, la “Dodicesima notte” nel periodo tra Natale e il 6 gennaio. Da questo periodo, che viene dopo la seminagione, dipendeva il raccolto futuro e quindi la sopravvivenza del nuovo anno. Durante queste notti i contadini credevano di vedere volare sopra i campi seminati Diana, dea della fertilità. La Chiesa condannò questa figura pagana e Diana, da dea della fecondità, diventò una divinità infernale. Da qui nascono i racconti di vere e proprie streghe e dei loro voli e convegni a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno.
Dal XIII al XVI secolo la Befana non è ancora una persona ma solamente una festa, una delle più importanti e gioiose dell’anno. Nel tardo 1500 si comincia a parlare di Befane come figure femminili che vanno in giro di notte a far paura ai bambini.
In seguito la Befana diventa una benefica vecchina che, a cavallo di una scopa, porta doni nella dodicesima notte.
Il suo culto si ritrova in varie parti del mondo. In Francia, come ai ventimigliesi ben noto, si fa un dolce speciale (gateau des rois) al cui interno si nasconde una fava. Chi la trova viene nominato Re o Regina della festa. In alcune pasticcerie di Ventimiglia, la fava è sostituita da una statuina del presepe (quest’anno mi è capitato il bue).
6 gennaio 2014 – Marco Prestileo
P.S. Le Signore avranno apprezzato che non ho fatto loro gli auguri (ih.ih.ih)