Ricordo ancora un’immagine della mia nonnina che, indaffarata nel suo fare nulla durante i miei lunghi pomeriggi di studio invernale, con una mano si strofinava energicamente le dita dell’altra mano ormai accartocciate dal tempo e, mimando un dolore sempre più crescente, guardava fuori dalla finestra preannunciando, solenne : ‘ Scangia u tempu!’
‘Sì, nonna’ rispondevo svogliatamente ‘poi guardiamo su Internet se domani piove’.
Ma le sue dita raggrinzite non mentivano, per cui colta da un impellente bisogno di fare scorta di legna per il giorno seguente, si alzava di scatto (!), ma quella gamba martoriata da anni di lavoro in campagna e ora assopita non riusciva a seguire il suo ritmo né a sostenere il suo peso, seppur ridotto, ed il suo viso, sempre più rugoso, riusciva solo a esprimere dolore ed una previsione meteo più che accurata ‘Sci, sci, ti verai che duman ciove!!’
Ecco, situazioni simili accadono anche ai nostri animali quando sono affetti da OSTEOARTROSI : non si lamentano (non lo fanno mai), ma ci fanno capire che provano dolore…come? Si muovono a rilento, soprattutto al mattino (alcuni proprietari parlano di ‘cani-diesel’ che hanno bisogno di riscaldarsi per partire…), si rifiutano o tentennano di fronte un ostacolo, sia esso il cofano della macchina, il divano o le scale, preferiscono stare accucciati per un tempo più lungo del solito, magari si alimentano meno, a volte zoppicano e hanno un visus sofferente.
E anche loro diventano bravi esperti meteo, in quanto il freddo e l’umidità accentuano ulteriormente i sintomi.
Ma cosa si può fare contro una patologia degenerativa e fondamentalmente incurabile?
‘Una pastiglietta ogni tanto, quando ha male, e lui riparte!’
Certo, ma per una corretta gestione a lungo termine si può fare molto di più, intervenendo con tutte le armi a disposizione in quel circolo vizioso dove il dolore la fa da padrone : la degenerazione articolare, infatti, provoca dolore, il quale riduce il movimento e la resistenza muscolare per cui peggiora la degenerazione articolare portando altro dolore che continua a provocare ipotrofia muscolare e così via.
Per cui riducendo il dolore con farmaci tradizionali, ma anche con l’ omeopatia e soprattutto l’ agopuntura, e migliorando l’attività muscolare con esercizi di fisioterapia e idroterapia, il nostro cane ci ringrazierà sicuramente e anche se ha 12 o 14 anni potrà godersi serenamente e senza dolore la sua meritata pensione.
La vecchiaia non è una malattia e questo vale per tutti : anche la nonnina, operata di protesi all’anca all’età di 82 anni, ha potuto continuare a mettere legna nel caminetto e serenità nei miei studi…
Dr. Ambesi Matteo