Uno dei miei fan più sfegatati mi chiama per chiedermi chiarimenti in merito all’idea della cacciata dei padani dalle nostre terre sostenendo che era un termine mal interpretabile e comunque eccessivo.
Rettifico: non si tratta di una cacciata dei padani ma di una auspicabilmente rapida cacciata dei padani. Una giovane coppia della zona che volesse comprare casa si trova ad affrontare prezzi insostenibili, mantenuti alti dagli acquisti di seconde terze e quarte e quinte case dai flussi di finti ricchi che ci invadono. Vedendoli in coda nei loro tormentati viaggi della speranza, ci viene da pensare che porteranno un sacco di ricchezza al nostro turismo: guardando meglio nei loro bagagliai, troviamo persino le scorte di cibo per sopravvivere in terra ligure. Non si degnano nemmeno di comprare nei nostri supermercati perché a Milano si compra meglio. I padani sono i principali responsabili dei prezzi assurdi delle nostre case e della povertà del nostro turismo. Vietiamo il transito dei SUV da 18 metri nelle nostre strade: non sono compatibili con il nostro ambiente, con le nostre strade, con i nostri parcheggi.Aumentiamo l’IMU a dismisura sulle seconde case e uccidiamoli con l’IMU sulle terze case: i giovani Ventimigliesi potranno riappropriarsi dei loro spazi.
E per lo spazio culturale, propongo questa canzone dei Fahrenheit 451, dedicata alla loro splendida Venezia che vive una situazione molto simile alla nostra….buon ascolto!
Come un incanto che non si vuol spezzare
quaggiù la terra si lega al mare
bagliori d’oro, echi del tempo
maestosa e fragile magia d’incanto
camminando tra calli e campielli
si scorgono alti gli antichi vessilli
di una città un tempo regina
che dominava e ora è in rovina
uccidiamo il chiaro di luna
le gondole placide sulla laguna
quest’immagine da cartolina
questa gente messa in vetrina
come il sangue che lascia la ferita
si svuota Venezia che perde la vita
case e palazzi restano vuoti
nella riserva solo in pochi
tra queste pietre corrose dagli eventi
di una città che vive ormai di stenti
senza pietà cacciati a spintoni
per fare posto ai nuovi padroni
uccidiamo il chiaro di luna
le gondole placide sulla laguna
quest’immagine da cartolina
questa gente messa in vetrina
appesi al muro come dei quadri
per i turisti che stanno a guardare
padroni un tempo dei sette mari
venduti al mercato per trenta denari
la dignità sol quello ci resta
fermiamo le giostre alziamo la testa
riprendiamoci ponti e canali
‘affanculo le iene e gli squali
8 novembre 2013 – Albino Dicerto