Il Premio San Segundin d’Argentu viene assegnato ogni anno a chi durante la sua vita, in un particolare periodo, o per un evento straordinario ha lavorato per il prossimo, per gli altri, per la Città di Ventimiglia; per chi ha fatto sì che il suo lavoro, in silenzio, portasse giovamento e sollievo agli altri, va a chi ha dato lustro alla città facendola conoscere per i suoi lati positivi, a chi ne ha valorizzato i beni artistici, culturali, naturali e paesaggistici. E’ un premio per cui non ci si candida: giunge inaspettato a discrezione della giuria e su segnalazioni di Associazioni o privati cittadini. La giuria è composta da 16 membri: il Sindaco, che ne è il Presidente, con tre rappresentanti dell’Amministrazione Comunale (due di maggioranza e uno di minoranza), S. E. il Vescovo, tre rappresentanti di Associazioni cittadine, sette rappresentanti, con il Presidente, del Comitato Pro Centro Storico, comitato ideatore e promotore del San Segundin.
L’edizione 2020 del Premio, che sarà consegnato in Cattedrale il giorno del Santo Patrono di Ventimiglia, San Secondo (il 26 agosto), al termine della messa pontificale, è un’edizione particolare, dati i ben noti e tristi fatti legati all’emergenza per la pandemia da Coronavirus e, proprio per questi tragici eventi, la giuria ha voluto premiare chi ha lavorato in silenzio, chi ha messo a rischio la propria vita per salvare quella degli altri, senza nulla chiedere, senza mettersi in mostra ad esaltare l’attività svolta.
Il Premio San Segundin d’Argentu Città di Ventimiglia Edizione 2020 è stato quindi assegnato, dall’unanimità dei componenti la giuria agli ANGELI DEL COVID 19, cioè a coloro che hanno combattuto in prima linea contro un nemico, subdolo ed agguerrito, un nemico invisibile ma potentissimo, difficile da sconfiggere, contro il quale solo la tenacia e la forza di volontà di sanitari, uomini e donne, ha fatto fronte unito. Il Premio, quindi, vuole essere un piccolo segno di riconoscimento per questi uomini e donne e per tre Associazioni di Volontari che hanno contribuito in particolar modo lavorando alacremente con i sanitari del Sistema Sanitario Nazionale per fronteggiare l’onda devastante della diffusione del virus. I dodici San Segundin d’Argentu assegnati sono un simbolo, rappresentano idealmente i sanitari e i volontari, non solo della zona Intemelia o d’Italia ma del mondo intero, ecco di seguito i loro nomi:
-Punto Primo Intervento Bordighera:
Dott. Simone CARLINI, Inf. Prof. Lina CIANCIARUSO, Inf. Prof. Emidio MARFELLA
-Pronto Soccorso Sanremo:
Dott. Giancarlo ABREGAL, Inf. Prof. Desi SCUDERA, Inf. Prof. Federico VIOLA
-118 Emergenza Territoriale:
Dott. Stefano FERLITO, Inf. Prof. Natasja HEGER, Inf. Prof. Kalid ANIS
-Pubblica Assistenza Croce Verde Intemelia
-Pubblica Assistenza Croce Azzurra Vallecrosia
-Protezione Civile Ventimiglia
Il San Segundin d’Argentu va quindi a chi sceglie di lavorare in strutture come il 118/PPI/PS, e ai volontari delle Pubbliche Assistenze, consapevole che sarà una cambio incredibile nella sua vita professionale e personale, ogni giorno a confronto con realtà umane al limite psichico e fisico, tra la vita e la morte, dove si incontra ogni genere di paziente: si combatte contro la fatica, il sonno, il freddo, il caldo, il territorio che non c’è, il senso civico che non c’è… l’amore che non c’è
Coloro che svolgono una professione di aiuto sono spesso costretti ad affrontare un’invisibile presenza chiamata impotenza che, in compagnia del Covid, si è fatta strada nelle case delle persone (militi e 118) e nei PS/PPI come un’ombra minacciosa carica di sgomento. Mai come in quel momento, quell’ombra silenziosa ha prevaricato l’uomo, soffocando le vittime, togliendo il respiro a coloro che per ore e ore hanno lavorato con dispositivi di protezione che fanno mancare l’aria.
Il San Segundin 2020, Dott. Stefano Ferlito, Direttore Dipartimento Emergenza ed Accettazione, Direttore Struttura Complessa 118 ed Emergenza Territoriale scrive: “Queste realtà angosciose, le abbiamo vissute per i nostri cari, amici e colleghi, ma sempre tra di noi la voglia, il desiderio di salvare vite faceva dimenticare le paure e le ansie, che prontamente ritornavano alla fine di ogni turno di lavoro”.
Dott. Sergio Pallanca Presidente Comitato pro Centro Storico