Il Partito della chiarezza, della coerenza e della lealtà alla fine vince sempre.

Le stagioni condizionano le tematiche delle campagne elettorali, le “Politiche 2022” l’anno scorso si sono svolte d’estate sotto gli ombrelloni, sui pedalò e tra le sdraio, e così la “Questione Balneari” è stata sempre in testa alla classifica dopo aver dormito nelle retrovie dal 2006, anno di nascita della direttiva UE “Bolkestein”.
Per capire cosa bolliva in pentola nove giorni prima delle votazioni del 25 settembre 2022 Baby Yoda, il mio consulente alieno, ha fatto un salto a Maruggio, in provincia di Taranto, al Convegno dal titolo “Le concessioni demaniali marittime: una fine o un inizio?” e ha preso appunti.
Il 1° ottobre scorso ha integrato le annotazioni a Salerno al Convegno dal titolo “Concessioni demaniali. Correzioni di rotta e nuovi approdi” e quando a gennaio 2023 è stata l’ora della verifica al TAR Liguria su 43 sentenze-fotocopia lui ha fatto la sua sporca figura.
Ma è stata una vittoria di Pirro, erano sentenze che hanno tolto il fuscello negli occhi dei liguri lasciandovi la trave della decadenza delle concessioni il 31 dicembre 2023.
Così Baby Yoda mi ha proposto di fondare il “P.S.I.”, Partito Saturniano Italiano, all’insegna della chiarezza con un programma fatto di parabole.
E le concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative vanno benissimo come parabola “zero” a titolo d’esempio.

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Siamo una penisola con un clima dolce, immersa in un mare temperato con 8.300 chilometri di coste in larghissima misura e per svariati mesi all’anno balneabili, senza contare i fiumi e i laghi.
Con Stati europei che hanno caratteristiche geografiche e territoriali completamente diverse dalle nostre abbiamo dato vita a una Comunità che il 12 dicembre 2006 ha adottato norme vincolanti come fossimo tutti uguali con caratteristiche identiche, uniformi e condivise.
La cazzata fatta dalla Commissione Prodi col suo Commissario, l’olandese Bolkenstein, viene al pettine ogni volta che la rimuoviamo, come se non l’avessimo mai fatta.
I Governi Conte II e Draghi hanno stipulato con la Comunità in questione un Piano finanziario di prestiti e di sostegni a fondo perduto, però condizionato a determinate riforme interne italiane.
Lo sfruttamento in concessione dell’uso turistico-ricreativo delle nostre coste è tra quelle, come dire che dobbiamo finalmente smettere di rimuovere la cazzata e le dobbiamo applicare aprendo il nostro demanio marittimo al primo venuto che arriva da uno dei 27 Paesi della Comunità, magari senza avere il mare a casa sua.
Il PNRR, così si chiama il Piano, è stato il formaggio per attirare il topo nella trappola.

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Ambientata in questi termini questa è la perfetta parabola dei quattro capponi di Renzo mentre va dall’avvocato Azzeccagarbugli.
“… quelle povere bestie, così legate e tenute per le zampe, a capo all’in giù … s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura.”
O Dio! forse la similitudine non è del tutto perfetta perché la sventura non è equamente distribuita tra i nostri capponi, ce n’è uno che ci lascia le penne per tutti gli altri.

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Fuori dalle aule e dentro i Convegni i magistrati si beccano tra loro, il Consiglio di Stato becca il TAR Lecce che l’11 maggio 2022 lo ha scavalcato e ha osato ricorrere direttamente alla Corte di Giustizia del Lussemburgo.
Il Consiglio di Stato è permalosetto perché qualsiasi Giudice Nazionale poteva farlo in applicazione della “Nota informativa” della Corte di Giustizia dell’Unione Europea 2011/C 160/01 del 28 maggio 2011 “riguardante le domande di pronuncia pregiudiziale da parte dei giudici nazionali” e alla “Raccomandazione 2019/C 380/01 dell’8 novembre 2019 “all’attenzione dei giudici nazionali, relative alla presentazione di domande di pronuncia pregiudiziale.”
Ma dietro a questo broncio c’è dell’altro, la “politica”.
Il dubbio è che Frattini buonanima ci abbia messo lo zampino, lui che sui balneari quando era Ministro degli Esteri con Berlusconi premier aveva ricevuto nel 2010 la prima notifica di infrazione alla “Bolkestein” e aveva fatto il furbo con la Commissione Europea dalla quale era uscito qualche anno prima con José Manuel Barroso.
Adesso era Presidente del Consiglio di Stato, aveva preso il posto di Filippo Patroni Griffi che aveva presieduto le due “Sentenze Gemelle” numeri 17 e 18 emesse in sede giurisdizionale dall’Adunanza Plenaria il 9 novembre 2021 con le quali l’Italia giudiziaria ha issato bandiera bianca e si è arresa all’Europa.
Si trattava di due ricorsi per annullamento delle sentenze emesse, rispettivamente, dal TAR di Catania e da quello di Lecce e la “Politica Giudiziaria” su di essi ha celebrato una specie di “Messa Pontificale” per consacrare come dogma e verità di fede il “Verbo” della sentenza “Promoimpresa Srl (C-458/14)” del 14 luglio 2016 della Corte di Giustizia Europea con la quale la Sezione Quinta presieduta da J.L. da Cruz Vilaça santificava Bolkestein e lo metteva sugli altari.
Adesso il TAR Puglia, succursale di Lecce, aveva osato tornare in Lussemburgo a mettere tutto in discussione? Sacrilegio!! Inde irae.

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Ma la cattedrale della “politica” è il Parlamento, un posto dove, fin dai tempi di Catilina e di Bruto, si beccano i rappresentanti del popolo.
Nel nostro caso lo hanno fatto sulla “Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021” figlia del Governo Draghi-Giorgetti, quello dei migliori, con dentro Lega e Forza Italia e fuori il Partito della Meloni.
Legge promulgata col n. 118 il 5 agosto 2022, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale il 12 agosto 2022 e entrata in vigore 15 giorni dopo, il 27 agosto successivo, con la quale l’Italia “politica” ha issato bandiera bianca e si è arresa all’Europa.
Con norme dirette, tipo la scadenza delle concessioni demaniali marittime al 31 dicembre 2023 in base all’articolo 3, primo comma, oppure con una delega semestrale al Governo che scade tra 37 giorni, il 27 febbraio prossimo.
Come dire, “adesso tela metto in culo e poi delego il Governo a risarcirti entro 180 giorni”, peccato che a cazzeggiare tra elezioni balneari e formazione del Governo Meloni di giorni ce ne siano rimasti soltanto più 37 e che il trenino delle deleghe ad altrettante inculate sia lungo.
Cito, vado a braccio, quella sull’energia e sulla sostenibilità ambientale, le famose “rinnovabili” (articoli da 12 a14), cito la tutela della salute (articoli da 15 a 21), cito lo sviluppo delle infrastrutture digitali e servizi di comunicazione elettronica (articoli da 22 a 25), cito la rimozione degli oneri per le imprese e parità di trattamento tra gli operatori (articoli da 26 a 31” e cito il rafforzamento dei poteri in materia di attività antitrust (articoli da 32 a 35).
E che deleghe! Adesso finite in mano al Partito della Meloni premier che ha votato contro ma con dentro Giorgetti e Pichetto Fratin, ministro e vice-ministro di Draghi il papà della legge e suoi chierichetti a dir Messa sull’altare dell’Europa.

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Baby Yoda ha concluso la parabola dei capponi di Renzo con le dichiarazioni finali in Aula:
“Riccardo Zucconi …voto contrario di Fratelli d’Italia a questo disegno di legge… l’Unione europea non ci ha proposto, ma ci ha imposto non soltanto obiettivi, ma anche, in pratica, contenuti, dando, anche attraverso la minaccia di procedure di infrazione, il senso di voler costringere il Parlamento…. il principio è giusto, però non ci possiamo scordare che l’Europa è immobile sotto tanti altri aspetti….. I balneari sono stati il capro espiatorio di questo passaggio, perché molto si è rimandato, giustamente, secondo noi, in alcuni casi come i taxi, qualcosa si è deciso, ma, in questo caso, gli operatori della balneazione sono stati messi in croce più di tutti. È oggettivo e sottostà a un diktat preciso da parte dell’Europa, un diktat a cui il Presidente del Consiglio ha aderito, non sappiamo se per convinzione o per costrizione. Di fatto, questi concessionari balneari sono stati demonizzati a livello comunicativo, perché molti organi di stampa, le televisioni, li hanno dipinti come mostri, come privilegiati. Ricordava il collega Caiata che alcuni privilegi o alcune agevolazioni potevano essere evidentemente sanati o ridotti o eliminati semplicemente intervenendo su questo aspetto. Ma non abbiamo aumentato i canoni – non se ne parla -, non sono stati regolamentati meglio i controlli sugli accessi alle spiagge: cioè, di tutte le problematiche che sono state messe a motivazione di questa misura, poi, non vi è traccia.
E, allora, è chiaro che non è vero che è questo, è altro.
CONTINUA SEMPLICEMENTE, SENZA GRANDI CLAMORI, LA SVENDITA DELL’ITALIA (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d’Italia). Questa è la verità e colpiscono un settore – lo ricordava il collega Fassina in precedenza -, come per le guide turistiche.
In un regime di vera concorrenza, deve valere anche la RECIPROCITÀ: nel tuo Paese si pagano le stesse tasse che si pagano negli altri, i salari sono a livelli uniformi rispetto all’Unione europea.
E la reciprocità deve valere anche per le concessioni balneari: mettiamo che un cittadino italiano voglia andare a comprare all’asta un’azienda in Spagna, in Croazia, in Portogallo: non lo può fare, perché lì le aste non ci sono, le concessioni sono state PROROGATE DI 75 ANNI.
Ma questo non vale soltanto per le concessioni balneari, vale anche per le concessioni idroelettriche.
Anche in tale ambito, provate ad andare in Francia a comprare una centrale idroelettrica o a prenderla in concessione. Non c’è assolutamente possibilità, ti guarderebbero FOSSI PAZZO, così come io, francamente, a volte, ho guardato alcuni esponenti che peroravano la questione della messa all’asta delle concessioni delle centrali idroelettriche.”
Fine della parabola.
Bruno Giri

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