Bankitalia ci dice come sono distribuiti i redditi delle famiglie italiane, evidenziando come in Italia stia crescendo sempre di più il divario tra le fasce più abbienti (che dispongono quindi di un discreto patrimonio, benestanti) e quelle a rischio povertà. Le famiglie ricche, infatti, sono solo il 10% della popolazione, pur detenendo il 46,6% della ricchezza netta totale.
Il livello medio di povertà della popolazione italiana è aumentato passando dal 14% al 16%, con punte del 24,7% nel Mezzogiorno e di oltre il 30% tra i nati all’estero.
In soldoni, la quota relativa alla povertà individuale risulta in calo nel 2012, fermandosi a quota 7.678 euro netti all’anno.
Il reddito equivalente, ovvero la misura pro-capite che tiene conto della dimensione e della struttura demografica della famiglia, è risultato in media di 17.800 euro, pari a 1.484 euro circa al mese. Vediamo come detto reddito è distribuito, mediamente al mese:
laureati (2.350 euro)
dirigenti (2.700 euro)
imprenditori (2.550 euro)
impiegati (1.900 euro)
lavoratori autonomi (1.700 euro)
pensionati (1.700 euro)
operai (1.200 euro)
residenti nel Mezzogiorno (1.100 euro)
nati all’estero (950 euro).
I redditi medi più alti si registrano tra gli individui tra 55 e 64 anni: 1.800 euro al mese contro i 1.250 dei soggetti fino a 18 anni e i circa 1.700 per chi ha più di 64 anni.
Interessante il dato che indica che poco più di un quarto delle famiglie italiane sono indebitate, percentuale in lieve diminuzione rispetto al passato. L’indebitamento risulta, come in passato, più diffuso tra le famiglie a reddito medio-alto, con capofamiglia di età inferiore ai 55 anni, lavoratore indipendente o con elevato titolo di studio, quasi sempre si tratta di mutui per l’acquisto e per la ristrutturazione di immobili.
Tutti i dati di cui sopra, ricordo, sono dati medi, resta il fatto che 1 persona su 6 è povera e deve vivere con circa 640 euro al mese.
3 febbraio 2014 – Marco Prestileo