Il destino del mondo in un battito d’ali

Per puro caso mi sono imbattuto nella lettura di queste poche righe che vi riporto di seguito: “Disperse, disorientate, morte a sciami interi. Api operaie, soldato ed esploratrici: un minuscolo regno matriarcale rischia ora di sparire. Il veleno dei pesticidi e tanti altri fattori minacciano questo incredibile microcosmo e con esso il pianeta. «Non più api, non più impollinazione, non più piante, non più animali, non più uomo».”

Devo ammettere che in questi ultimi anni, per motivi diversi , sono stato più attento a seguire cosa facessero gli apicoltori che le api.

Ed essendo stato ampiamente ricambiato, senza volerlo, nel senso che un apicoltore in particolare è stato molto attento ad osservare cosa facessi io, ho sempre scherzato sull’argomento dicendo: meglio essere sotto la mira di un apicoltore e non delle sue api!!!

Ed invece probabilmente sbagliavo! Non solo perché ho potuto verificare quanto pungente possa essere un apicoltore (a cui invio comunque un cortese saluto), ma perché mancava l’attenzione verso le api.

Secondo la rivista Science (che non è la rivista “Le Scienze” pubblicata in Italia) dal 1980 le api della Gran Bretagna sono diminuite del 52%, quelle dei Paesi Bassi addirittura del 67%. Negli Stati Uniti, solo questo inverno, sono morti cinquecentomila alveari su un totale di 2.5 milioni, determinando un calo del 30% nella produzione delle mandorle di cui gli USA sono il primo produttore mondiale. La crisi si sta espandendo anche in Brasile, Taiwan e Canada.

La principale causa di queste morti sono i pesticidi.  L’Italia sembra essere al primo posto in Europa per l’utilizzo di tali pesticidi.

In Italia sembra che a seguito della contaminazione degli alveari si sia dimezzata la popolazione delle api sul territorio nazionale con una perdita di produzione di miele che varia dal 40 al 60%, per un danno economico stimato, dagli apicoltori, in 250 milioni di euro.

Sono questi i pesanti numeri della moria delle api in Italia. Moria provocata dalle nuove molecole neurotossiche usate sempre di più nelle coltivazioni attraverso i pesticidi.

Nel  passato, non so cosa succeda oggi,  vi fu una battaglia legale tra apicoltori e le industrie produttrici di pesticidi, sulla necessità di sospendere cautelativamente l’uso di concianti neurotossici, i pesticidi ritenuti responsabili della moria delle api e dello spopolamento degli alveari.

Occorre riflettere seriamente su questo e su ogni altra problematica inerente l’inquinamento  dell’ambiente.  Spesso pensiamo di farlo, ma non è mai sufficiente. Si veda l’articolo richiamato nelle nostre News, lanciato da un quotidiano, sulla possibile presenza di diossine nel nostro fiume Roja, nel tratto francese. La Prefettura deve intervenire subito e dare segnali tranquillizzanti e molto chiari. Sono convintissimo che le falde acquifere del nostro Roja, da cui viene captata l’acqua che beviamo, non siano a rischio contaminazione, anche perché l’AIGA, le altre società che gestiscono l’acquedotto, l’ARPAL e l’ASL, operano con sicura professionalità e quindi costante monitoraggio delle acque potabili, ma non occorre abbassare la guardia.

22 febbraio 2013 – Marco Prestileo

 

Un pensiero su “Il destino del mondo in un battito d’ali

  1. QUALCHE NOTIZIA IN PIU’ SULLE DIOSSINE

    Con il termine generico di “diossine” si indica un gruppo di 210 composti chimici aromatici policlorurati, ossia formati da carbonio, idrogeno, ossigeno e cloro, divisi in due famiglie: dibenzo-p-diossine (PCDD o propriamente “diossine”) e dibenzo-p-furani (PCDF o “furani”).
    Si tratta di idrocarburi aromatici clorurati, per lo piu di origine antropica, particolarmente stabili e persistenti nell’ambiente, tossici per l’uomo, gli animali e l’ambiente stesso; le diossine e i furani costituiscono infatti due delle dodici classi di inquinanti organici persistenti riconosciute a livello internazionale dall’UNEP2.

    La tossicità delle diossine dipende dal numero e dalla posizione degli atomi di cloro sull’ anello aromatico, le più tossiche possiedono 4 atomi di cloro legati agli atomi di carbonio β dell’anello aromatico e pochi o nessun atomo di cloro legato agli atomi di carbonio α dell’anello aromatico.
    Le diossine sono sostanze semi volatili, termostabili, scarsamente polari, insolubili in acqua, altamente liposolubili, estremamente resistenti alla degradazione chimica e biologica.

    Le diossine non vengono prodotte intenzionalmente, non avendo alcun utilizzo pratico, ma sono sottoprodotti indesiderati di una serie di processi chimici e/o di combustione.
    Esse possono originarsi dai processi chimici di sintesi relativi ai composti clorurati e dai processi di combustione non controllata che coinvolgono vari prodotti quali: materie plastiche, termoplastiche, termoindurenti, ecc., nonchè reflui e rifiuti contenenti composti clorurati.

    Una volta immesse nell’ ambiente le diossine, sono soggette a vari destini ambientali e danno origine a processi di accumulo in specifici comparti/matrici ambientali (suoli e sedimenti) e di bioaccumulo in specifici prodotti (latte e vegetali a foglia larga) ed organismi (fauna ittica ed erbivori).

    Non ci resta che attendere l’esito dei controlli effettuati degli Enti preposti…
    23 febbraio 2013 live311212

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