Per molti versi, sapere che oggi è giovedì inoltrato e che, quindi, stiamo puntando dritti dritti al venerdì, preludio del weekend, mi consegna una stupida leggerissima serenità.
E’ più o meno la sensazione che provavo a dicembre nel pensare che, in fondo, l’anno nuovo avrebbe determinato la fine di questo biennio (2 anni lunghissimi e cortissimi allo stesso tempo) di un’amministrazione non adeguata ai bisogni della città. Quel che ho sbagliato negli ultimi due anni, animato forse da un carattere non sempre facilissimo e genericamente iracondo, è stato prendermela con loro: loro sono solo il prodotto di quest’Italia, di anni di errori nella lotta alla mafia e da leggi costruite, in buona parte, dallo stesso sistema che avrebbe dovuto essere combattuto. Quel che hanno sbagliato loro, negli unici due anni in cui mi auguro avranno il piacere di governare la mia città, è stato comprendere che la mafia qui non esisteva e cercare obiettivi diversi da raggiungere senza avere però i necessari mezzi: hanno fatto propaganda politica sventolando l’interesse alla Zona Franca, all’IKEA, al porto turistico, alla viabilità illudendo i miei concittadini che avrebbero almeno continuato le opere già iniziate dall’Amministrazione Scullino. Della lotta alla mafia non c’è traccia, non viene nemmeno mai menzionata nei molteplici spazi occupati, a turno, da uno o dall’altra commissario. Delle opere e degli investimenti, le uniche notizie che abbiamo ricevuto in questi due anni sono i proclami ed i successivi, puntuali, fallimenti.
Mi interrogavo, quindi, su questo punto: ma quale deve essere il programma della nuova amministrazione? E’ possibile migliorare quello già presentato nel 2007? Sarà possibile ricreare quelle condizioni, probabilmente uniche ed irripetibili, che avevano determinato la fioritura della nostra città? Ecco. Mi sono chiesto se io, come sindaco, sarei in grado di portare avanti il programma già elaborato a suo tempo da Tano. Io mi sono convinto, in definitiva, che il candidato sindaco di questa città debba guardarsi nella palle degli occhi e chiedersi se se la sente di portare almeno a termine quanto già progettato da Scullino (o di smentire, senza troppi giri di parole, la bontà di quanto progettato).
Una candidatura di Scullino mi farebbe sperare, pensare ed illudere che un nuovo quinquennio di opere e ordine è alle porte.
Un’altra ora è passata, sono più vicino al venerdì, la mia città è più vicina al momento delle elezioni.
23 gennaio 2014 – Albino Dicerto