Mentre qualcuno si beha e si diletta in quello che viene percepito come un insulto collettivo di massa, io ho sviluppato l’idea che parlare di mafia, in Italia, nasconda esclusivamente la volontà della facile notorietà. Da quando sono in grado di intendere e di volere (più volere che intendere, probabilmente) sento parlare di lotta alla mafia di lotta alla fame nel mondo, di lotta ai tumori. Chiunque voglia un po’ di notorietà non ha che da individuare qualche elemento mafioso, qualche cancro da curare, qualche povero africano (o palestinese) di cui prendersi cura. Insomma, assistiamo costantemente ad un’infinità di dialoghi e articoli con un valore specifico molto simile alle interviste delle varie Miss Italia e Miss Mondo: signorina, lei si potesse esprimere un desiderio, cosa chiederebbe? Che non ci fosse più la fame nel mondo, che i malati di tumore guarissero tutti, che i mafiosi di tutto il mondo fossero imprigionati!!!
Probabilmente, uno dei mali del nostro Paese è che i nostri giornalisti esprimono gli stessi concetti delle adolescenti Miss di tutto il mondo. Con la differenza che, spesso, non hanno le tette.
1 agosto 2014 – Albino Dicerto
Il fenomeno da te descritto ha un nome, si definisce “politically correct”, quella filosofia contemporanea , secondo la quale se non ci si allinea al pensiero dominante, assurto a verità incontestabile, si è destinati alla ghettizzazione , fisica e morale . E allora , avanti con i qualunquismi, le frasi fatte, il pensiero unico, l’appiattimento mentale e la convinzione che i non allineati siano al pari di una malattia altamente contagiosa , da evitare a tutti i costi. Da ciò deriva quanto da te evidenziato , la superficialità con la quale si affrontano discussioni ed analisi in ogni campo dello scibile umano . Ma tant’è ! Dobbiamo rassegnarci, con o senza tette, questa è l’umanità con la quale ci si deve confrontare ogni giorno !!! Ciao Alby, a presto . Bea.
In tema di superficialità ed allineamento al pensiero comune, preciso sin da subito che non intendo rassegnarmi ad una umanità senza tette. 🙂