“Fu in quel momento che cominciai a pensare a Thomas Jefferson, e alla dichiarazione d’indipendenza, quando parla del diritto che abbiamo alla vita, libertà e ricerca della felicità, e ricordo di aver pensato , come sapeva di dover usare la parola ricerca. Perché la felicità è qualcosa che possiamo solo inseguire, e che forse non riusciremo mai a raggiungere, qualunque cosa facciamo, come faceva a saperlo?!?” –
( dal film di Gabriele Muccino ” La ricerca della Felicità ” – USA anno 2006 – Will e Jaden Smith ).
Ci sono momenti , frasi , situazioni e persone con le quali vieni in contatto , che in determinate occasioni ti permettono di acquisire coscienza e consapevolezza di ciò che ci circonda , in un attimo, senza alcun margine di errore , senza alcun distinguo. A maggior ragione un film come quello appena citato , che descrive , senza mezzi termini e con una semplicità disarmante, la realtà degli uomini e delle donne che vivono nella società americana . Una realtà nella quale sei solo tu artefice del tuo destino, del successo , dell’affermazione sociale . La medaglia però ha sempre due facce : da un lato la conquista di una buona posizione sociale/economica inizia da bambini , attraverso la scelta delle scuole giuste , delle giuste amicizie , dei colleges più prestigiosi ; la competizione continua senza tregua nel mondo del lavoro, al quale si aggiunge , molte volte , anche la scelta del partner giusto . Ma ciò che conquisti con anni di duro impegno , può svanire in un attimo , facendoti precipitare in un baratro dal quale diviene molto difficile poter risalire . Il lato oscuro è molto ben delineato in questo film di Muccino , nel quale il protagonista deve risalire una montagna alta quanto l’Everest , per poter assicurare un futuro a sé stesso e prima ancora a suo figlio .
Da molti la società americana viene infatti vista come la terra delle mille opportunità, soprattutto se confrontata con quella del vecchio continente ( Europa per intenderci ), dalla quale è sì nata la cultura occidentale a cui tanto dobbiamo , ma che oggi mostra tutti i segni di un decadimento a tutti i livelli , etico , economico , sociale, culturale, normativo, che sembra per molti versi irreversibile ed inarrestabile ….. Leggendo però ieri pomeriggio la versione on line de “Il Giornale”, mi sono imbattuta nella lettura di un articolo che mi ha lasciato senza parole . L’articolo in questione è di una nuova collaboratrice del giornale on line , Alessandra Potenza e rivela un America ancora più lontana dalla nostra Europa, un reportage agghiacciante sulla situazione sociale di un numero importante di giovani di quella che viene considerata ancora la prima potenza economica mondiale …. Uno scritto il suo , che dovrebbe far riflettere ciascuno di noi sul futuro negato ( di qui il titolo…) a molte generazioni a venire .
“Viaggio nell’America dei giovani senzatetto “ di Alessandra Potenza – Il Giornale.it del 25/11/2014 –
Negli Usa, ci sono quasi due milioni e mezzo di ragazzi senzatetto. E il numero è in continuo aumento….
“New York – Di notte, quando non può dormire sul divano di un amico o non riesce a trovare un letto in un centro di accoglienza, Brianna DeMaio dorme in un parco, o rannicchiata dentro uno scivolo, o sotto un ponte.
D’inverno, indossa guanti e due paia di calzini per non congelarsi. DeMaio ha 18 anni ed è senzatetto da sei, quando venne sfrattata con la madre e la sorella dalla casa dove vivevano in Portland, Maine. Sua madre era alcolizzata non pagava le bollette. Dopo lo sfratto, sua sorella andò a vivere con amici, la madre si trasferì col ragazzo, e DeMaio, a soli 12 anni, venne abbandonata a se stessa. Durante il giorno, continuava ad andare a scuola il più possibile, senza dire a nessuno di essere senzatetto. Di notte, passava il tempo per strada. Trovare da mangiare era come giocare alla roulette russa: ogni tanto otteneva un pasto a una mensa per poveri, altre volte rubava qualcosa da mangiare in un negozio. Ma la cosa peggiore era dormire all’aperto. DeMaio ancora ricorda la prima notte passata in un parco, avvolta in un paio di coperte pesanti in pieno inverno.
“Ero terrorizzata”, dice DeMaio. “Non sapevo cosa sarebbe successo. . . . Non avrei mai pensato che sarei caduta così in basso”. DeMaio è una dei 2 milioni e mezzo di ragazzi senzatetto negli Stati Uniti. Molti finiscono sulla strada perché i genitori hanno perso il lavoro e non possono più permettersi l’affitto. Altri scappano dalla povertà, da abusi e violenze domestiche. Altri ancora hanno problemi di droga o si sono dichiarati gay e sono stati ripudiati dalla loro famiglia. Di notte dormono nei parchi, per strada, nelle macchine, in palazzi abbandonati, o nelle metro e gli autobus delle grandi città come New York e Chicago. Quelli fortunati dormono sui divani di amici e parenti, o trovano una branda in un centro di accoglienza insieme a centinaia di altri senzatetto. Durante il giorno, molti vanno a scuola o addirittura all’università, o cercano lavoro. In America, la popolazione homeless totale è in diminuzione rispetto ai picchi degli anni 80. Ma il numero dei minorenni senzatetto è a livelli record. Il Ministero dell’Istruzione americano dice che ci sono più di un milione di ragazzi senzatetto nel sistema scolastico USA, 72 percento in più rispetto al 2007, prima dell’inizio della recessione economica.”
….. Non è che da noi la situazione sia poi più rosea ……
26 novembre 2014 – Beatrice Manzini –