A leggere i dati impietosi sull’economia ligure vengono i brividi, quasi quanto a guardare le nostre città in decadenza. Non siamo mai stati ricchi ma l’innalzamento dei livelli di povertà delle nostre famiglie ci rende molto più simili ad una terra indigena di conquista che ad un territorio civilizzato. In qualche modo, mi consola sapere che siamo il futuro, siamo avanti rispetto al resto della Penisola: guardiamo Imperia e capiamo come sarà l’Italia fra qualche anno. Per noi italiani è un duro periodo di transizione, compreso tra il momento della ricchezza e dello sperpero e quello della povertà che oggi vediamo solo in tv. Tutto ci dice che ciò che perdiamo non sono pochi o tanti spiccioli: quello che perdiamo sono le capacità di competere, di proporre, di progettare, sono perdite durature. Siamo la striscia di Gaza del futuro, con l’aggravante di non poter dare tanto la colpa ai bombardamenti religiosi quanto ai bombardamenti interni, delle fazioni di poveri sciocchi che difendono 3 capre e 4 (cavol)fiori.
25 luglio 2014 – Albino Dicerto