Nel suo intervento all’assemblea del Pd, Matteo Renzi ha presentato una road map di taglio delle tasse impressionante ed ambiziosa (forse troppo). Colpo di sole o discorso da statista?
Con il cuore vorremmo tutti credere alle parole del Presidente del Consiglio, ma la ragione ci porta ad essere fortemente scettici perché non si capisce, né è stato spiegato concretamente, come possano essere effettuati 50 miliardi di euro di tagli alle tasse nei prossimi cinque anni, abbassando nel contempo il debito pubblico. Ma bando al disfattismo e ai pessimismi, non è facile credere ai nostri politici di turno senza passare per illusi, ma è così piacevole farlo in questo caso che quasi quasi ……. Una cosa è certa, se non si fa qualcosa rischiamo tutti di finire con le pezze al cu .. (e in questo caso CU non è l’acronimo di una delle tante novità fiscali di quest’anno, la CU=Certificazione Unica).
Visto il tutto dalla parte del commercialista che in questa estate per noi impossibile, alle prese con proroghe, dichiarazioni precompilate, modelli F24 che i nostri clienti fanno difficoltà a pagare (anche se va decisamente peggio con i nostri compensi …), perversioni varie di un sistema fiscale sempre più contorto, sentire parlare il Premier di un “impegno di riduzione delle tasse che non ha paragoni nella storia del Paese”, di “rivoluzione copernicana senza aumentare il debito”, di “patto con gli italiani” può generare sentimenti contrastanti. Nel 2016 via tutte le tasse sulla prima casa, nel 2017 via una buona parte dell’Ires, nel 2018 interventi sugli scaglioni Irpef e sulle pensioni (fonte: Euroconference).
Non dimentico neanche il bipartisan annuncio di Salvini, con l’introduzione per tutti di una flax rate con aliquota al 15% (!): ipotesi che provocherebbe un calo di 100 miliardi delle entrate per lo Stato (che diventerebbero 50 nel caso di recupero integrale dell’evasione fiscale). Forse non bisogna fare i disfattisti ma i disillusi si.
Come verranno coperte le minori entrate erariali non è dato saperlo: Renzi fa genericamente riferimento agli effetti del “cantiere delle riforme”, Salvini allo slogan “pagare tutti, pagare meno”.
Spero di essere presto smentito, un taglio delle imposte e tasse è da tutti voluto e auspicato. Naturalmente tagliare non vuol dire sostituire un’imposta con un’altra (via l’IMU sulla prima casa e vai con la TASI), né cambiare nome alla stessa (prima TARSU, poi TARES e ora TARI).
20 luglio 2015 – Marco Prestileo