Mi dicono che in facebook, commentando un mio post sulla mancata opportunità della zona franca urbana, sia stato ricordato da un’attenta osservatrice, la giornalista Patrizia Mazzarello, con la quale spesso mi sono trovato in disaccordo, sempre però rispettando il suo ruolo e riconoscendo le sue indiscutibili capacità, l’utilità di rilanciare l’idea, votata nel consiglio comunale del 2 febbraio 2012 (quattro giorni prima dello scioglimento dello stesso consiglio comunale, con la delibera n. 17) di realizzare una zona franca urbana comunale (indipendentemente quindi da quella nazionale). Il progetto/obiettivo era quello di concedere alle nuove aziende che si sarebbero insediate a Ventimiglia, nelle aree individuate a suo tempo per la zona franca urbana nazionale, se non gli incentivi statali previsti, almeno tutte le agevolazioni comunali possibili.
Dall’esonero del pagamento di Ici (ora IMU) e Tarsu (con tutti i distinguo stante la caratteristica della tassa) alle imposte di pubblicità, ad altre imposte comunali. Passando per tutta una serie di agevolazioni burocratiche che rientravano nel progetto di zona a burocrazia zero, già ventilate a suo tempo dal ministro Tremonti, che a malincuore le zone franche le aveva approvate ma senza dar mai seguito alle misure attuative necessarie per metterle poi concretamente in pratica (è stato ricordato – giustamente – in sfida con l’allora ministro Scajola che invece le zone franche le aveva volute).
Il governo Monti aveva poi stralciato Ventimiglia. L’ex commissario Bruno era volato a Roma per farla inserire nuovamente, così era apparso sui giornali, ma senza risultati. Nessuno ricorso era stato fatto sull’illegittima esclusione di Ventimiglia, pazienza (diciamo così). Torniamo però al progetto dell’Amministrazione Scullino.
L’idea (fu sapientemente scritto dalla stessa giornalista), va detto, con la sola esclusione dell’Aquila, che gode però di particolari agevolazioni in quanto città vittima del terremoto, nessun comune l’ha ancora sperimentata. Si basa su un presupposto elementare nella sua semplicità. Ventimiglia, nell’ottobre del 2009, con la firma del ministro Scajola, è stata infatti ufficialmente inserita, unica nel Nord Italia, tra le 22 città che potevano contare sullo status di zona franca urbana, in quanto “sottosviluppata” (in alcune aree precise) e soprattutto gravemente penalizzata a seguito di una serie di eventi, tra i quali l’abbattimento delle frontiere ed il venir meno delle attività doganali e autoportuali.
Non solo. Nella città di confine, grazie ad un grande lavoro di dirigenti e tecnici comunali, era stata effettuata una precisa mappatura delle aree entro le quali le nuove aziende avrebbero potuto godere di particolari esenzioni fiscali e contributive. Ed erano stati messi nero su bianco i criteri delle aziende beneficiarie. Il ministero aveva anche già stanziato i fondi: 2 milioni e 300mila euro, per Ventimiglia.
Mancavano solo i benedetti decreti attuativi necessari a far partire materialmente l’iter (ora ci sono ma non c’é più Ventimiglia).
Torniamo però all’idea votata dal consiglio comunale, il 2 febbraio 2012: chiedere al governo in allora in carica (Monti) di poter utilizzare quei fondi, di fatto già stanziati dal precedente governo. E, in ogni caso, di poter garantire, nelle aree della zona franca e alle ditte che rientrano nei criteri stabiliti dal ministero e decideranno di venire a Ventimiglia, se non sgravi fiscali e previdenziali, almeno quelli di competenza del Comune. Disposto a sobbarcarsi l’onere dei minori introiti (quindi non diminuzione delle entrate esistenti ma mancati nuovi incassi dalle attività produttive di nuovo insediamento), pur di portare lavoro e nuove imprese a Ventimiglia.
Ancora, questo è un breve passaggio del mio intervento in consiglio comunale, tratto dalla delibera: “Questa pratica è stata ampiamente dibattuta in commissione, rinvio al verbale. Si tratta di approvare dei semplici indirizzi programmatici, al fine di concedere a una prossima seduta della commissione affari generali la creazione della ZFU comunale. Seguiamo la disciplina normativa nazionale e comunitaria in materia. In conseguenza della mancata emanazione del decreto attuativo da parte del ministero dell’economia e finanze, dobbiamo provare a elaborare un progetto di ZFU comunale. Il progetto di riferimento (che era allegato alla delibera) è diviso in tre tipi di intervento, ma sarà poi sviluppato dalla commissione affari generali. L’intento è di garantire alle imprese finanziamenti e agevolazioni (sia europei che nazionali). Poi puntiamo sull’incubatore d’impresa, un concetto già consolidato in ambito nazionale per creare un sito che favorisca gli insediamenti e consenta agli imprenditori di collegarsi virtualmente e fisicamente con i principali centri nazionali. Questa è l’idea di partenza, da cui verrà sviluppato un lavoro congiunto. Prevediamo anche la possibilità di avere conferma dal ministero che il contributo già stanziato per la ZFU venga svincolato per metterlo a disposizione delle imprese in possesso di determinati requisiti, in base a un bando pubblico con criteri precostituiti. Tutto questo è stato indicato come iniziativa, stimolo nei confronti del Ministero, per verificare l’effettiva disponibilità dello stanziamento.”.
Insieme alla commissione affari generali dovevano lavorare esperti esterni, rappresentanti degli enti competenti allo sviluppo produttivo e i rappresentanti di categoria (artigiani, commercianti industriali e agricoltori). Vogliamo partire dal dettagliato progetto allegato alla delibera e adattarlo, modificarlo, integrarlo?
19 ottobre 2013 – Marco Prestileo
Avevo avuto modo di approfondire la delibera citata e ritengo molto convincenti le proposte contenute. Si trattava di una serie di interventi coordinati che miravano a creare un ambiente “confortevole” per le imprese, togliendo burocrazie e cercando, per quanto possibile, di detassare. Il tutto mi sembra propedeutico al progetto “Destinazione XX(miglia)” descritto a questo link http://www.ventimigliablog.it/blog/?p=3001
Non sarà la zona franca urbana ma molto, moltissimo, si può fare.