Leggo Beveraedintorni quando, sommesso come un Ragioniere iscritto all’albo dei Dottori Commercialisti, leggo il mio nome associato ad un certo Diogene. Umile come un consulente che chiede consulenza, vado su wikipedia, ancora aperto alla pagina “responsabilità del liquidatore”, e riempio la stringa di ricerca col fatidico nome. Con gran stupore e sgomento, mi si para davanti una sfilza di “Diogene di qui” e “Diogene di lì”. Insomma, ne scelgo uno a caso e, riservandomi di interpellare la Corte dei conti per chiarimenti, comincio a leggere. Pare che questo Diogene “Oltre a praticare in pubblico le fisiologiche funzioni corporee senza essere a disagio” aveva anche “scelto di comportarsi come critico pubblico: la sua missione era quella di dimostrare agli antichi Greci che la civiltà è regressiva, e di dimostrare con l’esempio che la saggezza e la felicità appartengono all’uomo che è indipendente dalla società. Diogene si fece beffe non solo della famiglia e dell’ordine politico e sociale, ma anche delle idee sulla proprietà e sulla buona reputazione. Uno degli aspetti più clamorosi della sua filosofia era il suo rifiuto delle normali concezioni sulla decenza.” Pare che questo Diogene “vivesse in una botte, defecasse nel teatro pubblico e non esitasse ad insultare apertamente i suoi interlocutori. I suoi ammiratori lo consideravano un uomo devoto alla ragione e di onestà esemplare. Per i suoi detrattori era un folle fastidioso e maleducato”.
Insomma, defecatio a parte questo Diogene ci sta simpatico.
2 dicembre 2013 – Albino Dicerto