Dobbiamo evitare che la ricchezza sia lasciata improduttiva (per la collettività) e sottratta, quindi, alla circolazione, allo scambio e all’investimento, solo per l’ingordigia di pochi. In questo modo avevo chiuso l’articolo precedente che ricordava, tra l’altro, lo stato di deflazione in cui ci troviamo.
Come si combatte la deflazione? Il modo più semplice, e molto utilizzato con la vecchia moneta (la lira), era quello di stampare moneta. Non potendo più farlo concretamente, lo continuiamo a fare mascherando la stampa di denaro emettendo, con vari artifici, bond e altri titoli o comprando i titoli di stato emessi dalle singole nazioni. Chi gestisce tutto è la BCE (Banca Centrale Europea).
Il buon (ottimo) Governatore della BCE, l’italiano Draghi, si era anche studiato di aiutare e favorire il prestito di denaro alle imprese e ai privati con finanziamenti, proprio attraverso la BCE, con tassi di interessi irrisori, prossimi allo zero (si avete capito bene, non ai prezzi quasi usurari che spesso vediamo proporre dalle nostre banche). Una montagna di denaro mai giunta alle imprese o ai privati cittadini. Il perché lo si capiva bene leggendo “Il Sole 24 ore” di qualche settimana fa: “Titoli di Stato a livelli record nei forzieri delle banche italiane. Secondo quanto riferisce la Banca d’Italia, gli istituti di credito italiani hanno investito ad ottobre 18,4 miliardi di euro in BTp, portando gli asset governativi al livello mai raggiunto prima di 414,3 miliardi di euro. I nuovi acquisti in Buoni poliennali del Tesoro rappresentano i due terzi di quei 26 miliardi di euro che gli istituti italiani hanno preso in prestito dalla Banca centrale europea nell’asta Tltrlo del settembre scorso.
Denaro che è andato a sostenere dunque il debito pubblico domestico, invece che l’economia reale, com’era negli intendimenti originari del piano della Bce. Ma che per le banche ha rappresentato una sorte di “carry trade” (debito a tassi bassi e investimenti a tassi più alti) utile a dare linfa ai conti degli istituti di credito italiani.”
Insomma i nostri soldi che dovevano servire per rilanciare l’economia reale se li sono presi i soliti ingordi, le banche e i poteri economici forti.
Ne deriva che tanti soldi messi nelle sole mani delle banche sono addirittura nocivi per l’economia reale. In mani profane il curaro è un veleno pericolosissimo. Nelle mani sapienti di un medico, però, è un valido anestetico. La soluzione non è di proibirne l’uso, ma di disciplinarlo opportunamente.
Come fare quindi? La risposta è semplice e non nuova, bisogna far arrivare direttamente nelle mani delle imprese e dei privati i soldi della BCE. Come? Milton Friedman, che di teoria monetaria se ne intendeva, ha sempre sostenuto che una banca centrale può sempre sconfiggere la deflazione: basta che «lasci cadere il denaro da un elicottero». Battuta ad effetto o metafora mai così ben azzeccata. Concretamente si può fare studiando opportunamente i modi e i controlli affinché ciò accada. Se le banche non sono in grado di farlo e voglio solo arricchirsi o sanare i lori buchi di bilancio, peggio per loro. Il Governo, con provvedimenti straordinari e una tantum affidi il compiti agli altri soggetti presenti sul territorio: associazioni di categoria, camere di commercio, ordine professionali, Equitalia, ad esempio, o altri, ma si può fare!.
20 dicembre 2014 – Marco Prestileo