100 giorni dal tradimento

In primo piano

Oggi, sabato 1° ottobre 2022, è il 100esimo giorno del “Golpe” del 23 giugno scorso, data del tradimento del patto elettorale con i cittadini di Ventimiglia dopo tre anni di attività dell’Amministrazione del Sindaco Gaetano Scullino.
Di solito i 100 giorni rappresentano per le Amministrazioni pubbliche la luna di miele con i cittadini, un periodo in cui i peccati sono tutti veniali e ottengono indulgenza, in questo caso, invece, la luna è di fiele ed è servita a mostrare ai ventimigliesi i peccati mortali dei golpisti e a mandarli all’Inferno.
Di solito la Nemesi Storica tarda a venire e se ne perde la memoria, di solito, ma non in questo caso perché 95 giorni dopo i cittadini traditi sono stati chiamati alle urne.
Segno che San Secundin non si è distratto.
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La fine del Pinochet de noantri era annunciata, anche gli astrologi erano d’accordo, era soltanto questione di tempo, la Lega lo sapeva e infatti lo mummificherà al terzo posto di una lista proporzionale dall’esito blindato unicamente per il primo.
“Oh fortuna volubile e leggiera!
Appena vidi il Sol, che ne fui privo
e al cominciar del dì giunse la sera.”
Era il sonetto che, col Poeta, avrebbe mestamente cantato il Nostro se non avesse pensato invece di andare alla conquista della Terra Promessa usurpata da Tano e come Giosuè di ordinare 95 giorni fa da un notaio: “Fermati, o Sole!”.
Da 100 giorni su Ventimiglia il Sole ha effettivamente lasciato il posto al buio della notte commissariale rotto da lampi che illuminano i tanti peccati mortali del golpista.
E, come sappiamo, finalmente il 25 settembre scorso la Nemesi elettorale ha finito col punire lui e a imprimere un marchio indelebile sui congiurati.
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Neppure il tempo di fare l’inventario della disastrosa eredità ricevuta senza beneficio dal PD e su Ventimiglia il 2-3 ottobre 2020 si è abbattuto il meteorite Alex a devastarla, a portarsi via la passerella Squarciafichi e a far sentire l’intero suo territorio molto più esposto e vulnerabile di quanto già si sapesse.
Per la gente non era solo un comodo viadotto per scavalcare a piedi il Roya ma un simbolo cittadino e nel suo cuore quella tragedia assomiglia in piccolo all’incidente della funivia che otto mesi dopo colpirà Stresa.
Al netto delle attività tecniche, l’istruttoria amministrativa per la ricostruzione di quel simbolo e dei relativi argini si è conclusa il 12 aprile 2022 dopo soli 365 giorni con la conferenza dei servizi decisoria di approvazione del progetto definitivo indispensabile per accedere ai finanziamenti tempestivamente prenotati e preliminarmente ammessi, separatamente, sui fondi del “Programma Regionale di Rigenerazione Urbana” (PRRU), su quelli della “Programmazione regionale degli interventi strutturali e di manutenzione straordinaria, monitoraggi e progettazioni in materia di viabilità e mobilità ciclistica” e poi, ovvio, su quelli ordinari della programmazione opere pubbliche regionali trattandosi di argini demaniali.
Il fascicolo era pronto per la centrale unica di appalto del lotto 1, passerella in prefabbricato metallico scatolare, e i delicati contatti con gli Enti finanziatori erano ormai nella fase conclusiva, e il golpe ha incenerito ogni cosa e nei prossimi 12 mesi di inerzia commissariale farà saltare in particolare il quadro economico esposto a una bufera inflattiva senza precedenti.
Ma questo è soltanto uno, e neppure il più grave, dei peccati mortali.
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Solo delle mezze calzette miopi e col paraocchi non vedono il Peccato Originale dei carbonari, aver decapitato la loro Città proprio quando la sua presenza politica era richiesta da fondamentali trasformazioni in atto.
Sulla privatizzazione di Rivieracqua in tutti i Consigli comunali dell’Imperiese in questi giorni è in atto un vivace e democratico confronto e a Ventimiglia il Commissario prefettizio con un ukase dà a Scajola la delega in bianco.
C’è da aspettarsi che la stessa cosa accada con il gas e ancor peggio sta già verificandosi con la falsa partenza di Teknoservice che è alla base della scandalosa situazione igienica attuale.
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Dopo Alex una seconda batosta, questa volta sociale, ha colpito Ventimiglia, la chiusura del centro immigrati gestito da Croce Rossa-Caritas-Onlus varie, disposta dal Viminale, attento unicamente agli aspetti di polizia e di ordine pubblico e incurante di tutte le altre conseguenze a carico delle persone, ventimigliesi messi di fronte a situazioni inaccettabili e immigrati trattati peggio dei cinghiali ammessi invece a grufolare nelle aiuole cittadine.
Il golpe leghista è avvenuto proprio nel momento esatto in cui il cambio della guardia a Roma e a Imperia esprimeva un indirizzo del Viminale più attento alle conseguenze e tra il Prefetto, il sindaco Scullino e la Regione, Toti, Scajola jr e Berrino c’era l’intesa su un centro di transito e smistamento immigrati alla Mortola con consenso generoso degli abitanti della frazione.
Le mezze calzette ignorano tutto questo e l’unica speranza è che il nuovo parlamentare che sostituisce il trombato se ne ricordi.
E’ persona seria che conosco e stimo fin da quando era praticante dello Studio Rovere a Sanremo, e sono certo che troverà modo di metterci una toppa.
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Chiudo il mio saluto al 100esimo giorno di infamia lasciandomi dietro mille altri peccati mortali, occasioni perse, treni passati e appuntamenti mancati.
Mille, ho detto mille e non per vuota retorica ma perché sono mille e forse più.
Le mezze calzette miopi e col paraocchi non vedono al di là della loro scrivania e si mobilitano per fare seghe a un morto, il commissario prefettizio.
Meglio raccogliere i cocci, capire, conoscere e riconoscere le tante novità politiche in corso e immaginare come cavalcarle tra 9 mesi, il tempo di una gravidanza.

Bruno Giri

….riflessioni…

In primo piano

Vedendo fermo il cantiere dietro la stazione, ho pensato che non solo il parcheggio centrale con duecento posti macchina ha subito rallentamenti, ma anche il previsto ‘palazzo della salute’ può tornare ad essere un miraggio.
La sua prevista realizzazione risolve il problema, da anni sul tavolo delle amministrazioni, di offrire ai cittadini ventimigliesi, in un solo luogo, importanti servizi sanitari, ora delocalizzati o frammentati in più sedi, spesso svolti in locali non di proprietà comunale.
Penso al punto prelievi, ora possibile in città solo per gli esenti ticket, alle visite specialistiche, al potenziamento di servizi  di prevenzione e recupero per disabili, minori e anziani.
Un incremento di offerte, plurime, in un’unica zona, centrale, di facile accesso per tutti. Senza dubbio un bel risparmio per la città ed una grande  facilità di fruizione per i cittadini !

Tanti i motivi di riflessione …

Gaetano Scullino

Ultima trincea

In primo piano

Questa mattina un galoppino della Lega Carbonara a corredo di un servizio di Pietro Zampedroni su Sanremonews.it dal titolo: “Ventimiglia ultimo e unico laboratorio politico in provincia tra fratture interne al centrodestra e moti di protesta per le strade” mi ha fatto avere il dispositivo della sentenza di condanna a morte del dittatore e tiranno Adolfo Benito Francisco Franco Scullino detto “Tano”, emessa a Ventimiglia, provincia di Norimberga, dalle “segreterie cittadine e provinciali di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia” in data 23 giugno 2022, giorno dello sciacallo.
Francamente non mi aspettavo la prosa gelida e curiale della Santa Inquisizione e neppure quella alchemica, forbita e al veleno che nella DC in casi come questo le correnti distillavano con l’alambicco.
Ma qualcosa di sensato e in pace con consecutio temporum, logica, buonsenso, grammatica e sintassi, beh! almeno questo mi era dovuto, e invece niente, neppure il minimo sindacale.
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Lacuna che però con la pagliacciata dell’inaugurazione del point elettorale in via Cavour aiuta a separare la realtà dalla sua rappresentazione romanzata che trovo nel servizio di cui sopra, al netto di alcune verità.
La prima verità riguarda la ribellione al “pensiero unico” attraverso le Liste Civiche. Nel 2019 in Consiglio comunale erano 5 a fronte di 4 Partiti, avevano 7 consiglieri a fronte di 10 con la tessera in tasca, e con “Tano” Scullino esprimevano il sindaco.
Nei tre anni successivi mentre le Liste Civiche, di destra e di sinistra, marciavano compatte il marasma dei Partiti ha gettato benzina sul fuoco della ribellione.
Un Partito, Forza Italia, è sparito dai radar, un altro, Fratelli d’Italia, si è dimezzato, un altro, Cambiamo! è nato, la Lega in ammollo si è colorata di rosso e ha cominciato a perdere i pezzi e solo il PD coi suoi due tesserati è rimasto stabile grazie al “rigor mortis”.
Una seconda verità è la “deflagrazione del centrodestra”, espressione corretta in fisica, ma romanzata in politica e crimine amministrativo al cospetto della Città.
Mi spiego.
1°. I 9 consiglieri necessari e sufficienti per sciogliere il Consiglio comunale sono stati PD (2), Liste Civiche di sinistra (4) e Lega (3 su 5). Dunque la deflagrazione “politica” è di 3 da una parte e 8 dall’altra parte poiché la maggioranza di centrodestra era di 11. Ergo 9 versus 8, una scorreggia ha “deflagrato”, non una bomba.
2°. L’operazione non ha nulla di politico ma è stata, come si usa dire, “di bassa Lega”. Il miracolato sulla via di Montecitorio consapevole che i miracoli non si ripetono, specie dopo il taglio delle poltrone e i sondaggi al ribasso, si era pianificato un lunario di dodici mesi, da onorevole calante, da commissario politico pieno e da sindaco crescente. Ma un mese dopo aver sciolto il Consiglio comunale di Ventimiglia Mattarella gli ha sciolto la Camera e il suo piano di collocamento personale a fasi lunari è saltato.
3°. Ma è in amministrazione che la “deflagrazione” ha profili di autentico dolo che però non compare nella sgrammaticata e farneticante sentenza di condanna che addirittura ignora la materia, ma dalla affannosa e maldestra difesa dalle accuse del “Duce” Scullino.
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Troppo da dire, mi limito a un solo flash che dice tutto della malafede dei tre leghisti carbonari e dei loro mandanti e sodali.
Pratica COOP: il 28 giugno il caporione carbonaro replica a “Tano”: “Ci siamo schierati contro, da sempre, perché non riteniamo quel luogo adeguato e non rileviamo l’interesse pubblico per un nuovo supermercato alimentare in centro città. Glielo hanno detto i residenti, le associazioni di categoria dei commercianti, il centrodestra, perfino un consigliere comunale della sua lista, ma niente, ha preferito votare con il PD (a proposito di inciuci).” “Abbiamo aperto la crisi perché Scullino ha votato con il Pd, non la Lega.”
Leggo il dispositivo dell’Atto n° 499-2022 – Seduta n° 3741 – del 01/06/2022 – Numero d’Ordine 25 Prot/2022/391754 della Giunta Regionale Ligure, organo competente ad approvare la variante del distretto di trasformazione per realizzare una Media Struttura di Vendita commerciale.
Alessandro Piana è vice Presidente dell’Organo deliberativo, è presente e votante ed è pure Commissario Provinciale della Lega e attuale capolista al Senato nel proporzionale.
Ecco la decisione: “Delibera: 2) di approvare la variante al vigente PUC del Comune di Ventimiglia … consistente nella creazione, all’interno del distretto di trasformazione… di un nuovo Ambito di Riqualificazione denominato “A.RI.com3 – Cabagni Baccini”.
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L’antefatto comunale sulla “procedibilità” della pratica sarebbe stato un misfatto comunale se l’istruttoria tecnica non fosse stata portata nei termini di legge all’esame dell’Assemblea cittadina, cosa avvenuta il 5 agosto dell’anno scorso.
Quel giorno la Lega intemelia ha votato CONTRO il medesimo provvedimento sul quale la Lega provinciale e regionale, politicamente e giuridicamente titolare della competenza esclusiva, voterà A FAVORE e il bello è che tutti gli altri Partiti del centrodestra hanno votato anche loro A FAVORE.
Neppure il PD, non ostante la cinghia di trasmissione COOP, ha votato compatta, 2/3 A FAVORE e 1/3 CONTRO e ASTENUTO.
Però il capro espiatorio è “Tano” per aver compiuto da Sindaco un atto dovuto.
È solo un flash, ma lascia intuire il resto sui deliri della Lega carbonara.

Bruno Giri

” una improvvisa allucinazione “

In primo piano

La prima impressione in chi legge il titolo è di essere colpito da una improvvisa allucinazione.
Ma subito dopo leggendo il resto del comunicato-stampa uno capisce tutto.
Tranquillo, a Ventimiglia è la Lega Carbonara a essere fuori dal mondo, non sono io che sto leggendo.
Il titolo dice: “La passerella ha costi esorbitanti, pensiamo ad altra destinazione per la donazione del Principe”.
Traduco: “In campagna elettorale facciamoci una sega mentale coi soldi del Principe.”
Riavvolgere la pellicola aiuta a capire il marziano che si nasconde in quel Carbonaro, già vice di Tano e adesso titolare della Lega intemelia con tanto di nome in Ditta.
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Le date dicono tutto: 2-3 ottobre 2020 il tragico evento; 22 ottobre 2020 inserimento ricostruzione passarella e argini nella programmazione triennale Opere Pubbliche 2021-23; 29 ottobre 2020 incarico studio idraulico aggiornato; 7 dicembre 2020 stima Area Tecnica dei costi lordi della sola passerella ciclo-pedonale pari a €. 6.500.000.000 complessivi; 5 marzo 2021 incarico di progettazione definitiva/esecutiva assegnato a seguito di gara pubblica; 20 maggio 2021 domanda di inserimento della passerella nel “Programma Regionale di Rigenerazione Urbana” (PRRU); 27 maggio 2021 stessa domanda di inserimento nella “Programmazione regionale degli interventi strutturali e di manutenzione straordinaria, monitoraggi e progettazioni in materia di viabilità e mobilità ciclistica”; 28 luglio 2021 approvazione dello studio di “riqualificazione urbana delle sponde del fiume Roja, legate alla ricostruzione della passerella ciclopedonale”; 19 agosto 2021 consegna progettazione definitiva sia della passerella e sia degli argini; 9 settembre 2021 approvazione comunale di detta progettazione definitiva e degli studi archeologici e geologici e incarico all’Area Tecnica di indire apposita Conferenza dei Servizi per la approvazione di esclusiva competenza; 21 settembre 2021 indizione Conferenza dei Servizi e termini per osservazioni/integrazioni/assensi scaduti il 25 novembre 2021; 25 ottobre 2021 inserimento nel triennale 2022-24 ed annuale 2022; 1° febbraio 2022 deposito dei progetti aggiornati in base alle osservazioni/integrazioni/assensi pervenuti nei termini; 10 febbraio 2022 presa d’atto dei progetti aggiornati; 11 febbraio 2022 riapertura dei termini da parte dell’Area Tecnica per l’approvazione e ultima scadenza 28 marzo 2022; 12 aprile 2022 approvazione in Conferenza del progetto definitivo per la realizzazione di una passerella ciclopedonale sul fiume Roja, messa in sicurezza degli argini nel tratto terminale e riqualificazione urbana.
Totale 556 giorni e se si tolgono i 159 sabati e domeniche e le festività prescritte si scopre che in un solo anno Tano Scullino e la sua orchestra sinfonica hanno battuto tutti i record tecnici e burocratici in materia di opere pubbliche.
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Anche i soldi dicono tutto: la Conferenza ha stabilito che 1°) l’opera va realizzata in “almeno” n. 3 lotti funzionali, passerella, argine destro, argine sinistro; 2°) l’importo a base d’asta per il primo lotto (passerella) è di € 5.557.685 più € 1.955.315, come somme a disposizione della stazione appaltante per direzione lavori, collaudo, allacci, imprevisti, contributi e tasse (IVA al 10 % in parte e al 22 % in parte) per un importo complessivo di € 7.513.000; 3°) gli importi sono fissati in base al Prezzario delle Opere Edili ed Impiantistiche annualità 2022 (Aggiornamento al 29 luglio 2022) sulla base degli approfondimenti tecnici sulle voci che avevano fatto registrare valori anomali di mercato effettuati sulle opere finite dalle varie sub-Commissioni tecniche nominate dalla Regione Liguria d’intesa col Provveditorato Interregionale per le OO.PP. Piemonte-Valle d’Aosta- Liguria; 4°) rimane da capire cosa intenda il Carbonaro ex vice sindaco per “costi esorbitanti”, anche perché se non avessero pugnalato Tano alla schiena saremmo già alla gara d’appalto del primo lotto funzionale e il problema non sarebbe la base di gara ma il ribasso, che nella peggiore delle ipotesi la manderebbe deserta, semplice ipotesi perché i prezzi sono remunerativi trattandosi in prevalenza di manufatti prefabbricati tipo quelli del ponte sul Bevera cioè travi scatolari in acciaio a sezione rettangolare di dimensioni crescenti.
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La realtà parallela nella quale naviga la Lega Carbonara di Ventimiglia non ignora solo le date e i soldi ma anche la buona creanza.
Per esempio ignora la provenienza e la destinazione dei soldi monegaschi che vorrebbe spendere in una marchetta elettorale e così indirettamente cancellare i meriti di Tano e della sua orchestra sinfonica.
A ricordarlo venerdì 22 luglio scorso a Cala del Forte all’assemblea della Confindustria è stato il direttore del Porto degli Scoglietti, l’ingegnere Marco Cornacchia: “I porti turistici devono essere perfettamente integrati con la città: è importantissimo. Noi siamo leggermente zoppi da quando non abbiamo più la passerella, prima c’era tanto, ma tanto, passaggio in più: la città era molto più unita con il porto, adesso sentiamo la differenza.”
Un modo elegante per rinfrescare la memoria sui rientri e sulle aspettative di riconoscenza della raccolta fondi dei tanti donatori monegaschi della associazione “Les amis de la passerelle” sorta ad iniziativa del principe Alberto II e presieduta da Aleco Keusseoglou, presidente della Société d’exploitation des ports de Monaco realizzatrice del porto Cala del Forte.
Ciliegina sulla torta, il Carbonaro vuole invitare il Commissario a “ripensare” tutto questo e a entrare a braccetto con lui nel suo favoloso mondo di unicorni, draghi, folletti, mostri degli abissi e leoni alati.
Da Ventimiglia è tutto.

Bruno Giri

Forza Italia volta le spalle a Scullino, la replica “Non capisco le ragioni di queste assurde dichiarazioni”

In primo piano

Stupisco non poco a leggere ciò che Forza Italia ed un suo rappresentante hanno recentemente dichiarato in riferimento alle future amministrative di Ventimiglia: ‘siamo stati noi per primi a volere la caduta del sindaco Scullino’ ed ancora più chiaramente: ‘Mai di nuovo con Gaetano Scullino’.

Da storico e consolidato militante di Forza Italia, e soprattutto da convinto difensore dei suoi principi, non riesco ad afferrare le motivazioni di questa ‘scomunica’, essendo stata la mia fede politica una forza decisiva e costruttiva; un Credo, aggiungo sottovoce, che in politica è sempre stato presente nel mio cuore e nella mia mente e, in segreto, sulla punta della mia matita. Ma l’amore per la propria Città, per chi ci vive e per chi ci lavora, quando è assoluto, impone di essere ecumenico, sinonimo di ‘civico’, e di lasciare la maglietta di Partito nello spogliatoio. Ed è stato con questo spirito che ho ripreso e svolto il ruolo di Sindaco per la seconda volta.

L’ho fatto perché, già tre anni fa e ancora più in questi ultimi tempi, assistiamo al prevalere di scelte che nuocciono alla credibilità della “forma-Partito” e, anziché consolidarne l’ideologia, creano delusione e disorientamento, allontanando gli elettori dal voto nelle consultazioni politiche ed anche, purtroppo in misura sempre maggiore, nelle amministrative. La mia candidatura civica, così come è compito di tutte le liste civiche federate e non federate e di qualsivoglia orientamento partitico, è servita e continuerà a servire per intercettare la massa crescente di questi cittadini che disertano le urne, delusi e sfiduciati da una attività politica che non rispetta i loro bisogni.

Rispetto alla mia area politica, incrollabilmente di centro-destra unito, e considerando il mio primo amore verso “Forza Italia”, appaio “divisivo”, e il mio carattere irruente e diretto non giova. Ma a chi oggi mi pone ‘come un limite invalicabile’ non posso non ricordare che, nel maggio del 2019, la lista di ‘Forza Italia’ era stata preparata da noi.
Degli attuali componenti, provinciali e comunali, nessuno ne faceva parte perché il simbolo di FI, allora in locale calo di visibilità, era stato, di fatto, abbandonato da tutti.
Solo dopo qualche anno, si è potuto creare un nuovo nucleo organizzativo con cui riaprire il dialogo, e ad esso ho voluto rimanere leale, rispettando i consiglieri comunali D’Andrea e De Villa, regolarmente eletti in quella nuova coraggiosa lista.

Nessuno della futura ed attuale compagine organizzativa, era iscritto o presente in lista. Pertanto, quando mi fu chiesto di rimuovere l’assessore De Villa dalla Giunta per inserire al suo posto uno del nuovo direttivo, nel rispetto della persona e ancor più della comune fedeltà al partito, non potei farlo.
Questo il motivo per cui oggi Forza Italia dice ‘Mai più con Scullino?’ Un motivo per tutti di riflessione, guardando ai confini tra l’ossequio al partito e la dignità nelle relazioni.

Gaetano Scullino

Proficuo e piacevole incontro con il Commissario prefettizio

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Ragioni di carattere istituzionale mi costringono a mantenere aperto un canale di comunicazione pubblica inerente la Giunta Comunale da me presieduta, e la carica di Sindaco che ho avuto l’onore di ricoprire fino al 23 giugno 2022.

Una prima ragione consegue alla decadenza “a freddo” di ambedue gli organi come effetto collaterale, automatico ex lege, ma non voluto, dello scioglimento del Consiglio Comunale il che comporta il dovere di fornire comunque risposte tecniche e amministrative, se richieste.
Un’altra ragione riguarda la gestione tecnico-amministrativa in continuità degli affari a medio e lungo termine, e la pertinente responsabilità contabile e amministrativa assunta nel passato triennio.

Infine risponde alla necessità di sopperire almeno in parte all’ assenza di una “Relazione di fine mandato”, adempimento democratico imposto dal dovere di trasparenza, al quale l’anticipato scioglimento del Consiglio comunale impedisce all’Esecutivo di ottemperare.

Ragioni riguardanti il passato che non interferiscono assolutamente con la gestione commissariale che precede il rinnovo dei due organi elettivi. 

È in questa ottica che pochi giorni dopo la mia decadenza dalla carica di Sindaco ho accolto l’invito ad un incontro di cortesia istituzionale del commissario straordinario vice-Prefetto Dottor Samuele De Lucia.

 

Sono stato ricevuto da una persona fortemente interessata a conoscere ogni aspetto della realtà che lo attendeva, con particolare riguardo alle questioni urgenti e a quelle a maggior rischio di deterioramento.

A momenti di riconoscimento dei numerosi aspetti positivi della situazione cittadina, primo tra tutti l’impegno civile della popolazione e subito dopo la solidità del tessuto produttivo, purtroppo il nostro colloquio ha alternato momenti di forte preoccupazione, sia per la tanta carne al fuoco che rischia di bruciare, e sia per problematiche sovracomunali in sofferenza, come i flussi migratori verso il confine, la messa in sicurezza del bacino idrografico transfrontaliero del Roya e dei suoi affluenti, e alla riconversione urbanistica e ambientale del demanio ferroviario dismesso

Il rischio di default espresso dalla metafora che ho usato è della scadenza dei termini, della perenzione degli impegni ,e del venir meno delle condizioni e dei requisiti per accedere al finanziamento di opere pubbliche nelle varie fasi istruttorie, molte delle quali ormai hanno raggiunto e superato quella della progettazione definiva. 
Tra le pratiche più urgenti ed a rischio elevato di forte ritardo ho segnalato l’esecuzione della ricostruzione della passerella ciclopedonale e le condizioni Cassa DD.PP. per accedere al finanziamento flessibile fino a 15 milioni, il prolungamento della pista ciclabile, la realizzazione del Centro Sociale oltre che del Palazzo della Salute, la ristrutturazione del Mercato Annonario, l’arredo delle due nuove zone pedonali via Ruffini e via Aprosio, i sei parcheggi urbani e frazionali,  le due nuove rotatorie previste in via Tacito ed all altezza del Teatro Romano, oltre ad una nuova viabilità e la ciclabile nord , il sottopasso di Peglia, il ripristino della viabilità in via Due Camini, e ad un lungo elenco di opere minori di manutenzione straordinaria, tra cui asfalti nelle frazioni cittadine e 250 nuovi punti luce.

Sulle criticità sovracomunali che riguardano anche la partecipazione a Enti di secondo livello, come le Autorità di governo dei servizi acqua e gas, ovviamente l’analisi non poteva prevaricare il potere sovrano di una assemblea comunale democraticamente eletta se non in termini di auspicio e di orientamento.

Lo scambio di opinioni, informale ma approfondito, si è concluso lasciando in me ottimismo e fiducia in un servitore dello Stato sicuramente in grado di superare le tante difficoltà che lo attendono, ovviamente nei limiti che la legge gli pone.

 

Gaetano Scullino.

Secca e ponderata la risposta di Scullino ” la difesa in giudizio è obbligo civico “

In primo piano

Giorni addietro, ho letto con molta sorpresa alcune dichiarazioni del Partito Democratico, fatte proprie e amplificate dalla Lega (suo nuovo alleato politico), in merito alle enormi spese legali che la nostra Amministrazione avrebbe sostenuto per far fronte a numerosi contenziosi.
Ritenendole scandalose e gratuitamente infamanti, sento il dovere di replicare con alcune precisazioni che facciano conoscere ai Ventimigliesi la realtà.
Voglio subito precisare che le cause legali si promuovono e si subiscono ma, nell’ordine reale delle cose, una qualsiasi amministrazione pubblica è più esposta a subirle di quanto sia motivata a promuoverle, tenuta a render conto a soggetti quali altri enti o aziende o ditte ecc, e ancor più, ai privati cittadini. Questi, purtroppo frequentemente, muovono lite contro il Comune per i più disparati motivi in cui credono di ravvisare responsabilità a carico dell’Ente.
Voglio citare, tra le cause preponderanti, gli incidenti causati da strade sconnesse, gli inciampi o le cadute su marciapiedi non adeguatamente mantenuti, i danni causati da alberi che cadono, in giardini e spazi verdi che presentano pericoli, per una segnaletica stradale danneggiata o non adeguatamente visibile… e potrei continuare con una sfilza varia e ben nutrita di esempi. In molti di questi casi, interviene l’assicurazione del Comune a sanare il contenzioso risarcendo il danno al cittadino ma, quasi sempre, si deve addivenire ad una controversia per accertare la responsabilità, aprire e mediare una trattativa, definire l’esatto importo da liquidare.
Cosa diversa sono i frequenti ricorsi al TAR o al Consiglio di Stato, contro i provvedimenti emessi dagli uffici comunali : essendo comunque essi il naturale prosieguo della politica di gestione della cosa pubblica, l’amministrazione, doverosamente, si pone a fianco dei tecnici per difenderne l’operato, come accaduto in molti casi, assumendone le parti anche a livello legale.

Inoltre, non dimentichiamo che le ben note lungaggini processuali lasciano spesso in eredità ad una Amministrazione procedimenti e contenziosi attivati da chi l’ha preceduta . Anche questo ci è accaduto molte volte e sottolineo come la nostra direzione ha dovuto affrontare cause ereditate, per le quali effettuare anche variazioni di bilancio onde pagare danni e spese legali. Spesso rilevando in ciò anche cause perse a seguito dell’ incuria di altri. In altre controversie, invece, ovviando ad omissioni della precedente Giunta e resistendo nelle apposite sedi, la nostra Amministrazione è riuscita a ribaltare la situazione, addirittura ottenendo ottimi risultati.
Mi permetto di ricordare, ad esempio , che il Comune aveva subito (con loculano) una causa di risarcimento danni promossa da un cittadino, per la quale l’amministrazione non si era neppure costituita. In quel caso , se lo avesse fatto, si sarebbero potuti evitare gli enormi costi a posteriori ! Altrettanto voglio dire del caso di contenzioso con una nota impresa locale , che chiedeva un risarcimento enorme, e, proprio grazie alla nostra amministrazione, i costi (dovuti) si sono notevolmente ridotti .
Non tralascerei neppure di richiamare alcune importanti vittorie ottenute in questi anni e, tra esse, la rimozione del chiosco di via Repubblica (da anni ricettacolo di sporcizia ed elemento di forte degrado! ) e l’acquisizione al patrimonio comunale di un importante immobile a Bevera , che ha accresciuto notevolmente il valore dei beni posseduti.
Questo, tanto per focalizzare alcune nostre conquiste.
In ultimo, ritengo basilare far presente che, comunque, il Comune non ha mai promosso cause contro i cittadini, limitandosi , in ogni occasione, a rispettare i diritti di ciascuno ed a salvaguardare ( se non contrario alla norma) l’operato di dirigenti e funzionari.
A conclusione del mio intervento, voglio anche sottolineare che ogni decisione di costituzione in sede legale è sempre stata assunta dalla Giunta nella sua totalità e condivisa da tutti gli assessori, “compresi quelli della Lega”. Ciascuno di loro e tutti erano informati di ogni vertenza e delle motivazioni per cui occorreva resistere legalmente, e venivano resi edotti di tutti i risvolti legali che in ciò erano implicati . Tra questi anche la richiesta di danno erariale a carico del Comune che può essere avanzata qualora , in caso di contenzioso promosso da privati con richiesta danni, l’Amministrazione non si costituisca in giudizio ( come purtroppo successo nella precedente ). Dunque, nelle controversie, per gli amministratori in carica, la costituzione in giudizio è un atto dovuto, compiuto per senso di responsabilità verso la ‘ cosa pubblica ‘ loro affidata. Agendo così come agirebbe un padre chiamato in causa e che ha il dovere di difendere gli interessi della sua famiglia.

Gaetano Scullino