Un viaggio interessante (3)

E così, il nostro emigrante fuggì dalla mafia calabrese, portando con se quel seme di mafiosità che contraddistingue tutti i calabresi. Parlo così perché, fortunatamente, i miei geni mafiosi sono bilanciati dal gene di tipo “verde padanus” (grazie mamma!) e sono quindi da considerare soggetto a basso rischio di contagio da mafia calabrese (quanti di questo sito possono vantare la stessa fortuna!?!?!). Mio nonno partì con “3 soldi” (non mi è dato di sapere quanto valesse 1 soldo…) e ne investì due per comprare una cazzuola. Continua a leggere

Un viaggio interessante (2)

La campagna era, all’epoca, l’unica fonte di reddito del paesino di xxxxx. Non so dire con certezza a che età cominciò a lavorare la terra, a volte dice 5, a volte 6 anni. L’idea che mi sono fatto è che non lo sappia nemmeno lui, semplicemente ha sempre lavorato fin da piccolo. La scuola era una perdita di tempo e la fame tanta, soprattutto nelle famiglie del SUD degli anni ‘30 e ‘40. La mafia era radicata sul territorio, era (ed è?) un’organizzazione sovrastatale in grado di proteggere e dare lavoro, al di fuori della quale era impossibile ottenere qualsiasi cosa. Era uno stato “sociale” in grado di prendersi cura dei bisogni dei poveri molto più di quanto potesse fare lo Stato, organizzato in gerarchie piuttosto rigide e funzionali al mantenimento dell’ordine: nonno Miccu rispondeva direttamente al Guardiano che aveva il compito di girare nelle terre del padrone (o del boss, come lo si vuole chiamare) e controllare che tutti i braccianti svolgessero il proprio lavoro nel migliore dei modi, senza rubare le ricchezze della terra. Continua a leggere

Un viaggio interessante (1)

Sfrecciavo con tutti i miei pensieri mattutini a bordo del mio inseparabile scooter, in ritardo, come sempre. E proprio lungo il rettilineo di Ospedaletti vedo un uomo minuto, camicia e pantaloni beige, capelli bianchi e un pò di anni sulle spalle. Il cervello ci mette almeno 100 metri ad elaborare l’immagine e altri 100 ce ne mette il cuore per ordinare alle mani di fermare la corsa del PCX, fare inversione e tornare indietro. Quell’uomo era mio nonno. In quei 200 metri ho pensato che ero in ritardo, che però quello era mio nonno, che stavo diventando come tutti gli altri, che preso dalla frenesia della vita perdo occasioni irripetibili per un contatto umano importante. Continua a leggere

2014 – Anno secolare degli investimenti

Quest’anno a Rio non fanno il Carnevale, a Pamplona non fanno correre i tori, a Venezia niente maschere e a Siena niente palio. Quest’ anno è l’anno degli investimenti!

http://www.riviera24.it/articoli/2013/06/30/157906/nel-2014-a-ventimiglia-non-sara-organizzata-la-battaglia-di-fiori Continua a leggere

Ventimigliesi di tutto il mondo, unitevi!

Ringrazio lo staff di Ventimigliablog per le importanti  novità introdotte. Credo che la possibilità di fare piccoli sondaggi  mi aiuterà a essere costruttivo e utile rispetto al futuro di questa città: personalmente, non credo nella democrazia se non come strumento utile a scaricare sul popolo le responsabilità dei nostri politici. Tanto più un politico usa la parola democrazia, tanto più sta cercando di dire che “in fondo, non è colpa sua”. I sondaggi, per come intendo utilizzarli io, non saranno dei voti democratici di persone disinteressate (o interessate a cose diverse per le quali votano) quanto invece l’espressione della partecipazione dei miei amici alle mie idee. Giuste o sbagliate che siano. Più Ventimigliesi parteciperanno, più punti di vista riusciremo a raccogliere, più il racconto sarà interessante. Continua a leggere

Andavo a cento all’ora…

… per tornare a casa mia yeyeyeyè yeyeyeyè! Insomma, come al solito viaggiavo lungo la linea di mezzeria, alternandomi a scooter e moto che venivamo in senso opposto, quando vedo sporgere dal finestrino una mano che mi fa segno di fermarmi. Rallento e mi fermo. Proprio davanti alla macchina, passa una mamma con il passeggino che, intenta ad attraversare, mi sorride e passa oltre. Ringrazio l’automobilista che ricambia con un segno del capo. Riparto ripensando alla mia estate. Attraversando l’Europa in bici ho potuto vedere moltissime cose stupende ma, una delle cose che ricordo più spesso, è stata vedere il rispetto che gli ungheresi usano nei confronti dei pedoni: se ti trovi in qualsiasi incrocio incasinato di Budapest, non importa quante macchine ci siano, ti basta affacciarti alle strisce pedonali per vedere il traffico fermarsi immediatamente e lasciarti passare…. Continua a leggere

Parola di lupetto

Un’amica, di quelle vere, mi fa notare che attraverso i miei post sono spesso molto polemico e distruttivo piuttosto che essere costruttivo e produrre qualcosa per questa città. L’unica cosa che posso dire a mia discolpa è che con i Commissari ho provato ad essere “costruttivo” ed ho ottenuto, in cambio, il foglio di via. Questo ovviamente non mi esonera dalla responsabilità che ogni cittadino ha di fronte alla propria città e, per questo motivo, per quanto possibile, da oggi sarò positivo, propositivo e collaborativo. Continua a leggere

La suora

Torno a casa ora, un pò triste.

I fiori recisi di netto lungo tutto Corso Genova fanno apparire la mia città come una bellissima donna che, costretta dal patrigno ai voti perpetui, taglia i suoi capelli e nasconde ogni ciocca al di sotto del velo cosicché nessun uomo possa esserne attratto. E possa espiare i propri peccati.

26 giugno 2013 – Albino Dicerto