E’ stata presenta istanza di fallimento per Rivieracqua S.c.p.a.. La meraviglia di una società nata 4-5 anni fa per “presidiare, difendere e preservare la risorsa idrica con fini di tutela, prevenzione e riequilibrio ambientale” che potrebbe lasciarci prematuramente, con una certa quantità di milioni di euro di debiti (dicono). Riscrivo: milioni di euro di debiti. Mortalità infantile da overdose, insomma. Quasi un aborto. E la sua sorella anziana, la mitica Aiga S.p.a., piazza un concordato preventivo da brividi – una sorta di morte assistita – scaricando sui fornitori i propri debiti, imponendogli sacrifici insostenibili. Rischiando di far fallire altre imprese, colpevoli solo di avergli fatto credito. Rischiando di mandare a casa gente che lavora (tra l’altro, la fogna non è proprio Disneyland eh!??!).
Chi ha competenza in materia (certamente non il Sindaco) può spiegarci se davvero tutta questa sofferenza è necessaria? Può dirci come è possibile non riuscire a vendere l’acqua pubblica…..l’acqua pubblica che arriva direttamente nelle case dei cittadini col rubinetto….come cazzo fai a non riuscire a venderla?!??
21 novembre 2017 – Albino Dicerto
Non ho sicuramente competenza in materia, ma mi chiedo come possa esistere una legge che permetta che delle società partecipate ( quindi a maggioranza degli Enti), possano usufruire di uno strumento del genere. Le imprese private hanno emesso fatture, su cui hanno versato più della metà dei propri utili in tasse (quando si è fortunati e ci sono degli utili), hanno versato a suo tempo l’IVA, e poi alla fine non incassano neanche quanto dovuto per aiutare una società ripeto per la maggior parte pubblica a non fallire???
Quindi queste imprese cosa devono fare, andare dai propri dipendenti e dirgli di dimezzare il carrello della spesa perchè con l’altra metà hanno involontariamente fatto beneficenza ad una siocietà partecipata? Oppure l’impresa privata si fa carico di tutto il peso e tace, paga i dipendenti e finanzia la partecipata…… non ho parole!!