Un nostro lettore ci ha fornito una definizione di “diossine”, qui di seguito riportata. Nel frattempo l’apicoltore blogger ha pubblicato un post in cui si forniscono notizie ed informazioni che dovrebbero, se già non è stato fatto, essere prontamente verificate dalle Autorità competenti.
QUALCHE NOTIZIA IN PIU’ SULLE DIOSSINE
Con il termine generico di “diossine” si indica un gruppo di 210 composti chimici aromatici policlorurati, ossia formati da carbonio, idrogeno, ossigeno e cloro, divisi in due famiglie: dibenzo-p-diossine (PCDD o propriamente “diossine”) e dibenzo-p-furani (PCDF o “furani”).
Si tratta di idrocarburi aromatici clorurati, per lo piu di origine antropica, particolarmente stabili e persistenti nell’ambiente, tossici per l’uomo, gli animali e l’ambiente stesso; le diossine e i furani costituiscono infatti due delle dodici classi di inquinanti organici persistenti riconosciute a livello internazionale dall’UNEP2.
La tossicità delle diossine dipende dal numero e dalla posizione degli atomi di cloro sull’ anello aromatico, le più tossiche possiedono 4 atomi di cloro legati agli atomi di carbonio β dell’anello aromatico e pochi o nessun atomo di cloro legato agli atomi di carbonio α dell’anello aromatico.
Le diossine sono sostanze semi volatili, termostabili, scarsamente polari, insolubili in acqua, altamente liposolubili, estremamente resistenti alla degradazione chimica e biologica.
Le diossine non vengono prodotte intenzionalmente, non avendo alcun utilizzo pratico, ma sono sottoprodotti indesiderati di una serie di processi chimici e/o di combustione.
Esse possono originarsi dai processi chimici di sintesi relativi ai composti clorurati e dai processi di combustione non controllata che coinvolgono vari prodotti quali: materie plastiche, termoplastiche, termoindurenti, ecc., nonchè reflui e rifiuti contenenti composti clorurati.
Una volta immesse nell’ ambiente le diossine, sono soggette a vari destini ambientali e danno origine a processi di accumulo in specifici comparti/matrici ambientali (suoli e sedimenti) e di bioaccumulo in specifici prodotti (latte e vegetali a foglia larga) ed organismi (fauna ittica ed erbivori).
Non ci resta che attendere l’esito dei controlli effettuati degli Enti preposti…
23 febbraio 2013 live311212