Lega, Bertolucci e palle …da tennis


“Vieni, che te la spiego io!” è un capitolo del “Manuale del Carbonaro” in distribuzione in tutte le edicole social a Ventimiglia e circondario.
Le cose da spiegare sono tante, da quelle trucide dell’agguato a Tano a quelle politiche del tracollo elettorale del 25 settembre scorso ma soprattutto quelle locali affidate a uomini del Partito mandati in Comune nel 2019 a fare le cose promesse nel Programma.
Non ho avuto bisogno di una trombetta che mi raccontasse le spiegazioni date su questo punto ai Comitati di Quartiere il 12 novembre scorso dai carbonari, è stato sufficiente leggere gli annunci diffusi sui social con l’arrière-pensée di far vedere al Tavolo del “Centro destra unito” che la Lega intemelia ausculta e programma.
Ho letto che quel giorno la Lega ha incontrato i Comitati di Quartiere e che ha puntato il dito contro Scullino “Opere non realizzate per le sue resistenze”.
Cioè, in parole povere, la Lega carbonara per giustificarsi passa al vilipendio di cadavere politico.

In una delle mie vite precedenti di mestiere ho fatto per 43 anni il burocrate e in un’altra vita, quella politica, ho fatto il democristiano per 72 anni, dei quali 41 in servizio attivo e 31 nella riserva.
Vite parallele ma non convergenti come quelle di Aldo Moro buonanima.
Anzi separate, ma che oggi in politica mi aiutano a distinguere il sangue dalla merda, per dirla con Rino Formica, un socialista di quelli d’antan, uno che se ne intendeva.
Il sangue di Scullino mi fa sentire Antonio dopo l’orazione funebre di Cesare e la merda invece è quella che vorrei togliere dal suo cadavere politico.
Prendo tra i tanti il caso del tennis di Peglia che viene a fagiolo perchè Tano “Il Resistente” su questa pratica si è messo in standby e ha lasciato fare tutto al suo vice-sindaco Simone Bertolucci, delegato allo sport.
In forza del decreto del 15 ottobre 2019 n. 51 emesso ad hoc dal sindaco “resistente”, il leghista aveva a disposizione dell’Assessorato a scavalco nientemeno che il segretario generale dott. Antonino Germanotta in veste di Dirigente “ad interim” dell’area amministrativa e finanziaria.

  

In campagna elettorale la Lega, assieme alle altre liste in appoggio al candidato sindaco Scullino, aveva promesso non solo ai tennisti e agli abitanti della zona ma a tutti i ventimigliesi, TESTUALMENTE questo: “……riqualificazione e recupero delle aree sportive comunali……sostegno e sviluppo dei campi da tennis zona Peglia (concessione scaduta da ben 14 anni), allaccio alla rete idrica, messa a norma dell’impianto elettrico ……bonifica amianto dell’ex bocciofila di Peglia con conseguente abbattimento per la costruzione di impianti sportivi……”.
L’impegno è stato ufficializzato l’8 luglio 2019 in Consiglio comunale in sede di approvazione delle linee programmatiche e, come dicevo, a realizzarlo era delegato il leghista carbonaro attuale segretario cittadino del suo Partito che ha presieduto l’incontro del 12 novembre scorso per “spiegarla lui” ai Comitati di Quartiere e spandere merda su Tano.

 

Ci sono voluti quattordici lunghi mesi per arrivare a portare in Giunta il 20 settembre 2020 la decisione n. 181 di pubblicare un normalissimo avviso di routine di manifestazione di interesse per trovare qualcuno che dopo “ben 14 anni” fosse disposto ad accollarsi la gestione in concessione dell’impianto sportivo denominato “Tennis Club Ventimiglia” con annessa ex-bocciofila di Via Peglia.
Provvedimento di indirizzo “politico” dichiarato “immediatamente eseguibile” ma che dovrà attendere un mesetto prima che arrivasse quello dirigenziale “di gestione”, cioè fino al 13 ottobre 2020 con la determinazione n° 882 del dirigente ad interim.
In allegato alla “determina” il dottor Mauro Grassano, R.U.P., acronimo di Responsabile Unico del Procedimento, con notevole professionalità e precisione aveva fornito tutti i dettagli dell’oggetto di possibile interesse e aveva chiarito, in grassetto, che “In presenza di manifestazioni di interesse AMMISSIBILI l’Amministrazione potrà procedere ad indire una procedura negoziata, previa pubblicazione di bando adottando il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.”

A questo punto ricordo a me stesso che il leghista carbonaro anche con l’ausilio dei tecnici di staff dell’Amministrazione era lì da “politico” non solo per esercitare una funzione decisoria di indirizzo ma anche per seguirne gli sviluppi e svolgere su di essa compiti di controllo e lo ricordo perché in questo caso Simone Bertolucci non ha applicato il detto: “Candu àgimu vistu ‘e cùglie, àgimu ditu che l’èira màscciu.”
Traduco: le “cùglie” da vedere nel suo caso erano il D.U.R.C., acronimo di “Documento Unico di Regolarità Contributiva” indispensabile per essere ammessi a una gara, un requisito che la Stazione Appaltante può/deve chiedere in ogni sua fase, dall’esame della proposta fino al certificato finale.
Mi spiego: all’avviso affisso all’Albo Pretorio hanno manifestato interesse in tre entro il termine del 13 novembre 2020 ma poi il 30 marzo 2021 si sono ridotti a uno in risposta all’invito del 19 gennaio 2021 a depositare una proposta per un importo di 700.000 euro, cioè a mostrare le “cùglie”.
Chiarisco: la Stazione Appaltante da quel momento poteva legalmente vedere se c’erano o no, in via informatica e in un clic.
Osservo: nel frattempo sono già trascorsi 561 giorni che corrispondono a un anno, sei mesi e undici giorni, tanto per la precisione.

 

Quel “uno” che aveva depositato la proposta non era sceso da Marte ma era una gloriosa Associazione dilettantistica con 74 anni di anzianità, una realtà sportiva che è entrata a pieno titolo nella Storia cittadina, con una panoplia di trofei e con pedigree di serietà e correttezza gestionale e contabile, oltre che sportiva, di assoluta eccellenza.
Certo, la tempesta Alex del 3 e 4 ottobre 2020 ha peggiorato le cose e compromesso ulteriormente le condizioni di sicurezza oltre ad aver reso inagibili due dei cinque campi e devastato il piano basso della struttura, però la proposta era all’altezza delle esigenze e assolutamente conforme ai requisiti stabiliti.
Certo, il dottor Antonino Germanotta in veste di Dirigente “ad interim” dell’area amministrativa e finanziaria col 31 dicembre 2001 è stato sostituito ma da una funzionaria assolutamente all’altezza, tant’è che adesso è segretario generale a Sanremo e quindi il vice sindaco carbonaro era in buone mani.
Allora, direte voi, cosa poteva andare storto?

Bene o male, visto che la concessione era “scaduta da ben 14 anni”, con un po’ di buonsenso la gestione poteva proseguire “de facto et pro tempore” almeno per attività come la Scuola Tennis con una quarantina di atleti dai 6 ai 15 anni sotto la responsabilità e la direzione di maestro e istruttore federale, ovviamente con tutte le reali garanzie di sicurezza.
Il tempo occorrente al Comune per fare clic all’I.N.P.S., constatare l’assenza di un D.U.R.C. regolare, dichiarare deserta la gara e IMMEDIATAMENTE, “previa regolarizzazione” (che il Tennis Club Ventimiglia aveva subito effettuato), dopo due veloci esperimenti, se anche loro deserti, aprire una trattativa a privata sulla proposta del club.
Un’area di circa 8.900 metri quadrati e i due entrostanti impianti sportivi, quello del tennis funzionante di 5.400 metri quadrati e quello delle bocce e petanque di 2.700 metri quadrati dismesso oltre a 800 metri quadrati di parcheggi riservati, sarebbero stati custoditi e avrebbero usufruito di un minimo di manutenzione.

Invece il leghista carbonaro il 6 aprile 2021 ha fatto nominare una Commissione Giudicatrice dell’unica proposta depositata
Commissione che senza fare clic all’I.N.P.S. aggiudicherà provvisoriamente la gara al Tennis Club Ventimiglia con verbale del 14 aprile2021.
Verbale recepito il 18 giugno 2021 con una determina dirigenziale di “aggiudicazione e affidamento sotto riserva della gestione dell’impianto sportivo”.
Riserva sciolta il 9 agosto 2021 con una determina dirigenziale dal titolo: “Revoca concessione in gestione dell’impianto sportivo” e sapete perché?
Perché si era accorto che il Tennis Club Ventimiglia aveva le “cùglie” da regolarizzare.
La masturbazione politica si è conclusa il 10 gennaio 2022 con lo sfratto del 74enne Tennis Club Ventimiglia, l’accesso nei locali di migranti, di ladruncoli e di vandali e un pezzo di Storia della Ventimiglia sportiva finito nella desolazione e nell’abbandono.
Chissà come il 12 novembre scorso avranno potuto spiegare queste cose ai Comitati di Quartiere, a cosa avrà resistito questa volta Tano?
Bruno Giri

 

 

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