Aspettando la bomba sporca nel deserto della steppa ucraina, questo è il momento dei bombardamenti, cattivi quelli russi perché terroristici e buoni quelli euro-atlantici perché difensivi.
Ragion per cui quelli euro-atlantici li paghiamo due volte noi che invochiamo la pace a Sant’Egidio, donando bombe buone e pagando bollette stratosferiche.
Avevo 9 anni quella notte di martedì 13 luglio 1943 quando a Torino dall’una e trentatré alle due e quarantacinque sono stato bombardato da 763 tonnellate di bombe buone, erano di calibro grosso (1.000 libbre) e grossissimo (2.000 e 4.000 libbre) con il contorno di spezzoni incendiari alla termite e accompagnate dalle new entry nella cantina bellica della Perfida Albione, le bottiglie e i bidoni di benzina al fosforo.
Mi bombardavano per il mio bene, a scopo liberatorio, pedagogico e educativo, 250 bombardieri inglesi, Lancaster, Wellington, Stirling e Halifax, peccato che quella notte 792 persone siano morte, ma cosa volete? capita!
Allora a negare che fossero buone erano i fascisti, adesso sono i putiniani.
Io oggi non ci sono in Ucraina e non posso dire, ma a Torino c’ero e ricordo che prima piovevano le bombe dirompenti e poi sulle macerie cadevano a pioggia enormi quantità di ordigni incendiari per impedire l’intervento dei pompieri e bloccare infrastrutture e servizi a rete.
Non piovevano su installazioni strategiche militari o industriali ma di notte su quartieri cittadini intensamente abitati, i fascisti dicevano che erano bombe cattive perché terroristiche.
Ma erano fascisti.
Bruno Giri