Da quando ho dismesso i panni dello scooterista per vestire quelli del maratoneta, osservo il mondo che mi circonda in modo più attento: il cervello è ossigenato e vuoto, i quadri della città si susseguono lenti ed è più facile comprenderne le sfumature. Turismo e agricoltura sono davvero l’unica cosa che abbiamo. La ripresa, nel resto del mondo, comincia a farsi sentire. E noi? Quali supporti, quali idee, quali strategie abbiamo in mente? Come possiamo diventare ricchi? Un ventimigliese nasce per forza povero e destinato all’emigrazione, destinato a raccogliere le briciole che cadono dal tavolo degli altri? Esiste un futuro diverso?
13 novembre 2017 – Albino Dicerto