Io credo che il problema non sia “imposta di soggiorno si” o “imposta di soggiorno no”. Intanto, chiariamo che si tratta di una tassa e non di una imposta: la tassa è il prezzo che si paga per ottenere un servizio ed quindi correttamente applicata ai mangiamerluzzi foresti per risarcire i cittadini di un determinato posto del danno che subiscono dal sovraffollamento derivante dai loro SUV da 46 metri. Quindi, la logica vorrebbe che un’amministrazione comunale decidesse “si alla tassa di soggiorno” spiegando anche a cosa verrà destinata. Un imposta di soggiorno utilizzata per migliorare la situazione dei parcheggi o promuovere il territorio sarebbe una bella cosa. Un imposta di soggiorno applicata “perché ce l’hanno tutti” è un fastidioso prelievo sintomo di chi non sa più come raccattare spiccioli.
Suggerisco all’amministrazione di valutare molte altre tasse: tasse a chi gira col camion nel centro cittadino (destinate a migliorare la viabilità), tasse a chi si muove in macchina il venerdì (destinate ai parcheggi). Naturalmente, man mano che aumentano le tasse (che colpiscono giustamente, chi crea un disagio o chi usa un servizio) bisogna ridurre le imposte (applicate a tutti, buoni e cattivi). Con la sostituzione di imposte con tasse si premiano i cittadini che si comportano in modo virtuoso e si migliora l’uso delle risorse di tutti. E’ possibile? Molto meglio applicare le une e le altre e mettere tutto nello stesso borsellino…..bucato….
13 ottobre 2017 – Albino Dicerto
Tasse a chi gira con i camion nel centro cittadino? Non scherziamo!
Tutti i cittadini di Ventimiglia e quelli del comprensorio Intemelio ricorderanno certamente il caos e le proteste che alcune imprese misero in piedi a tutela dei loro interessi privati quando l’Amministrazione Scullino decise di istituire una Zona a traffico limitato (ZTL) nel centro cittadino.
Andiamo per passi e vediamo cosa era successo. Quando l’amministrazione Scullino decise di prevedere, con deliberazione della giunta, l’istituzione della zona a traffico limitato tenendo conto degli effetti del traffico sulla sicurezza della circolazione, sulla salute, sull’ordine pubblico, sul patrimonio ambientale e culturale e sul territorio, individuò il centro cittadino, subordinando l’ingresso o la circolazione dei soli camion al pagamento di una minima somma di denaro. Non si poteva infatti impedire l’accesso perché non esistevano altre vie da percorrere diverse dall’Aurelia (Corso Genova e Via Cavour). La volontà non era quindi quella di far cassa, ma di disincentivare e regolamentare l’afflusso dei mezzi pesanti nel centro cittadino, a salvaguardia della Città e dei Cittadini, il cui passaggio, come detto, non poteva essere impedito ma solo regolamentato. Si voleva quindi applicare una tariffa in modo che il passaggio dei mezzi pesanti in determinati orari di punta, il venerdì ed il sabato, venisse disincentivato.
Furono, da parte di alcune imprese operanti nei trasporti e nel settore edile, avviate forme di protesta feroci e bloccate le strade di Ventimiglia, più di una volta, in modo discutibile e la prima volta in modo selvaggio. Molte delle imprese coinvolte, rendendosi forse conto di aver ecceduto, i giorni successivi a questi blocchi andavano in giro a giustificarsi dicendo che “lo dovevano fare” perché altre imprese che guidavano la protesta lo avevano “consigliato vivamente”, facendo valere la loro forza contrattuale nel mercato dell’edilizia.
Inoltre le seguenti imprese proposero ricorso al TAR Liguria: G.B.L. Impianto di Recupero Srl, Autotrasporti Mochen Livio, Impresa Tecnostrade Srl, Masala Srl, F.Lli Carminati Spa Cava Bergamasca, Itagro Sas, C.M.E. Tasselli Srl, C.T.M. Snc di T. Camagni & C., Taggiasco Federico Autotrasporti, Tesorini Srl, Autotrasporti Pratico’ Roberto, Calcestruzzi della Val Roja Srl, rappresentate e difese dall’avv. Silvia Sciandra, con domicilio eletto presso Roberto Damonte in Genova.
ll Comune di Ventimiglia, rappresentato e difeso dall’avv. Luigi Cocchi in Genova, con la collaborazione dell’Ufficio legale diretto dal Dott. Marco Prestileo, si oppose al ricorso ritenendo che il Comune avesse ben operato.
Alla pubblica udienza del 31\10\2012 la causa passava in decisione ed il TAR Liguria ha ritenuto il ricorso delle imprese edili infondato, riconoscendo che l’Amministrazione Scullino aveva ben operato ed aveva istituito in modo corretto la contestata ZTL in termini di divieto di transito, salvo pagamento di una tariffa, nel centro cittadino degli autoveicoli con massa complessiva superiore a 7.5 ton.
Dice il TAR Liguria: “Nel caso di specie nessun vizio di forma viene compiutamente dedotto, a parte l’inconsistente censura di competenza rispetto agli effetti per comuni limitrofi, atteso che la delibera non può che operare limitatamente al territorio comunale interessato; né sussiste la lamentata irragionevolezza, sia per la sussistenza di una pluralità di motivi che, oltre ad essere solo genericamente contestati in ricorso, appaiono pienamente condivisibili, anche a fronte del limitato effetto del provvedimento impugnato, il quale opera rispetto a mezzi di rilevante impatto e ne limita l’accesso ad un’area all’evidenza più sensibile del territorio comunale, oltre che al pagamento di una tariffa, bilanciando così i contrapposti interessi coinvolti nei termini consentiti dalla norma”.
Il Tar Liguria nella propria sentenza precisa altresì che non vi è sproporzione tra il fine sotteso ed il sacrificio imposto ai privati, essendo quest’ultimo limitato a particolari tipi di veicoli i quali hanno la duplice alternativa (pagamento tariffa o percorso autostradale).
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Liguria ha quindi respinto il ricorso delle imprese e le ha anche condannate al pagamento delle spese di lite in favore del Comune di Ventimiglia.