“Una guerra che non mira alla conquista del nostro territorio, forse, ma che certamente mira alla conquista delle nostre anime. Alla scomparsa della nostra libertà e della nostra civiltà. All’annientamento del nostro modo di vivere e di morire, del nostro modo di pregare o non pregare, del nostro modo di mangiare e bere e vestirci e divertirci e informarci. Non capite o non volete capire che se non ci si oppone, se non ci si difende, se non si combatte, la Jihad vincerà. E distruggerà il mondo che bene o male siamo riusciti a costruire, a cambiare, a migliorare, a rendere un po’ più intelligente cioè meno bigotto o addirittura non bigotto. E con quello distruggerà la nostra cultura, la nostra arte, la nostra scienza, la nostra morale, i nostri valori, i nostri piaceri”.
(Oriana Fallaci)
Grande donna, ottimo esempio di quel giornalismo vero, che entra con incisività dentro la notizia, che ricerca sempre gli aspetti più scomodi e politicamente scorretti, il suo. Il punto di non ritorno che stiamo drammaticamente vivendo, lo dobbiamo alle nostre inesistenti leadership europee e mondiali,
( prima fra tutti quella degli USA ), incapaci e prone di fronte all’invasione programmata di orde di individui che vivono nel medio evo più buio e profondo, il cui unico obbiettivo dichiarato più e più volte, è la distruzione totale della nostra civiltà…. E quello che è più triste è che , privi di leader forti e determinati, con il massimo esponente del cattolicesimo, quel Bergoglio tanto osannato dalle masse emarginate del sud del mondo, incapaci di opporsi concretamente al disastro imminente, non possiamo in alcun modo sperare in una reazione forte e decisa, in una soluzione definitiva. Ma si obbietta che i cd jihadisti sono cittadini europei da una, due, tre generazioni e che pertanto li abbiamo “in casa”… Bene, se si volesse una soluzione anche se drastica, ci sarebbe: ritiro di cittadinanza, passaporto e decreto di espulsione in quei paesi dove anelano andare, la Siria, le zone della Libia occupate dai loro compagni di Jihad, almeno così non si sentirebbero più emarginati, non svilupperebbero più tutti quei problemi di depressione che invece li colpiscono vivendo nella nostra società…. Il punto di non ritorno è stato superato ieri con l’omicidio a sangue freddo di un sacerdote, un uomo di fede, un brav’uomo, come tutte le vittime innocenti che nell’ultimo anno, hanno perso la vita in circostanze che definire surreali e al limite della follia, risulta quasi una beffa…. Dobbiamo pretendere molto di più da chi governa e quindi decide delle nostre esistenze, abbandoniamo il politicamente corretto e pretendiamo che le nostre vite e quelle dei nostri figli, siano veramente la priorità , per il buonismo fine a se stesso ci sarà tempo, ma solo quando ci saremo ripresi del tutto la nostra civiltà e i nostri diritti….
Bea M. – 27 luglio 2016 –