Dopo i fatti di oggi, pubblichiamo la prima parte di una lettera scritta da Marco Prestileo il 28 novembre 2012 dal titolo: “Qualcuno dovrebbe indagare anche in altre direzioni …. se già non ha iniziato a farlo.”

Credo ancora nella Giustizia, credo ancora nello Stato. Sono contro  ogni forma di prepotenza, di sopruso, da chiunque perpretato. Non accetterò mai passivamente le ingiustizie. Credo che si debba cercare di perdonare chi ci fa del male, sono convinto che la vendetta, anche quella più motivata, non sia produttiva di nulla di buono.Dobbiamo saper superare le ingiustizie ma non per codardia o perché ci viene imposto, ma solo per carità cristiana. Ho sempre rifiutato ogni forma di condizionamento o di restrizione della mia libertà. Ho sempre messo tra i miei difetti il mio duro carattere e l’essere un uomo libero all’estremo, negando a chiunque di impormi qualsiasi cosa, anche la più banale. Non sono condizionabile, reagisco male ad ogni forzatura, anche quella benevola. La correttezza, la lealtà e l’onestà sono sempre stati i principi fondamentali del mio vivere e ne sono sempre andato orgoglioso.

Per tutti questi motivi non posso accettare di rinunciare a sperare che qualcuno delle Istituzioni continui la ricerca della verità sullo scioglimento del Consiglio comunale di Ventimiglia e su ciò che mi riguarda. Chi è il regista e quali sono le vere motivazioni dello scioglimento?

Alcuni mi credono un illuso. Altri pare sostengano le mie convinzioni, ma …. forse non ci credono davvero. Quando, di recente, mi sono espresso in favore dell’encomio nei confronti di un ufficiale dei Carabinieri, a cui è stato riconosciuto “il merito” di aver condotto le indagini che hanno portato allo scioglimento dei Comuni di Bordighera e Ventimiglia, mi hanno chiesto se stavo bene, anche se probabilmente hanno pensato che fossi impazzito.

Vorrei tranquillizzare amici e nemici che sto benissimo e non sono per nulla pazzo, anzi sono più razionale del solito. Io credo semplicemente nella Giustizia e credo profondamente nello Stato. Qualsiasi angheria ognuno di noi possa subire, qualsiasi schifezza possa essere attribuita alla nostra classe politica e qualsiasi disservizio ciascuno di noi possa ricevere dalle istituzioni e dai burocrati che le governano, non è minimamente plausibile abbandonare il nostro “credo” nello Stato, nella politica onesta ed al servizio del cittadino, nelle forze dell’ordine e nelle Istituzioni tutte. L’amarezza a volte è grande e difficile da superare, ma l’antistato, l’anomia, l’infedeltà ai nostri principi costituzionali non sono pensabili e non sono certo la soluzione dei problemi. L’antistato, lo stato-mafia, l’anarchia sono il modo più facile e primitivo per suggellare la vittoria della violenza, dell’inciviltà e dell’illegalità.

Domani pubblicheremo la seconda parte.

Lascia un commento