Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo, la storia di “Gloria” un prestigioso veliero d’epoca, attualmente in secca nei cantieri di Genova Sestri Ponente, in attesa di essere rilevata da nuovi entusiasti proprietari, per poter, dopo alcuni interventi di ristrutturazione, riprendere il mare, per scrivere nuove pagine di passione e successi.
Accogliamo con entusiamo l’appello dell’attuale proprietario che si renderebbe disponibile ad una cessione della goletta, per poterla rivedere nuovamente protagonista dei mari. Per informazioni scrivere all’indirizzo mail che indico di seguito : diegomunafo@libello.com
1. UN PO’ DI STORIA
Il “GLORIA” è una tipica goletta ligure, (lunghezza 15 metri circa e armato con due alberi a vele auriche), nata da un progetto degli anni ’60 della Boero e Farina. Una ditta quest’ultima, che vanta una solida tradizione genovese, certamente più nota nel campo della provveditoria navale, circostanza questa, che potrebbe indurre a classificare la costruzione come un “capriccio” cantieristico. Se così è stato, il risultato è andato oltre ogni aspettativa, tramandando nel tempo una purezza di linee, allo stesso tempo preziose ed eleganti, che ha saputo trovare la giusta collocazione nella cantieristica ligure da diporto.
Quasi distrutta dal fuoco negli anni ’70, in circostanze non ben conosciute, il relitto venne, successivamente acquistato e sottoposto ad opera di rifacimento, tenendo conto delle caratteristiche originali, utilizzando esclusivamente legname marino (rovere, iroko, teak e mogano), lavorati sapientemente da artigiani liguri, così come si faceva una volta.
Interrotta la ricostruzione sul finire degli anni ’70 – in quel tempo, forse anche per eccessiva onerosità – il “Gloria” tornava al suo elemento naturale, il mare, per l’iniziativa ed il sacrificio di autentici appassionati, che sin dal primo incontro, ne avevano sentito epidermicamente l’antico fascino mai sopito. Nel settembre 1989 la troviamo alla regata delle vele d’epoca di Imperia, poi nell’aprile del 1992 insieme alle “Tall Ships”, arriva fino a Montecarlo nella “Regata Colombiana” tra Italia ed America nell’ambito delle celebrazioni per il cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America. Nel settembre del 2006 la goletta praese figura ancora tra le signore della vela ad Imperia. Il nome Gloria sembra fu conferito dal primo proprietario , che pare fosse l’industriale padrone del famoso marchio Scottex , in ricordo della giovane figlia, scomparsa prematuramente. L’attuale proprietario, il signor Antonio Pagano, ha da tempo lanciato l’idea di un recupero della goletta al fine di arricchire il water front di Genova Pra, facendola diventare ad esempio, una nave scuola per giovani velisti, con ormeggio fisso nel canale di calma di Pra’.
2. LE CARATTERISTICHE TECNICHE
La goletta e’ lunga oltre 14 metri fuori tutto, ha 22 tonnellate di stazza lorda e ben 144 metri quadrati di superficie velica, costruita su progetto del l’ingegner Franco Harrauer. Gravemente danneggiata da un incendio e’ stato oggetto di un lavoro è duro è difficile e naturalmente, in economia. Il tutto – è bene ricordarlo – grazie anche alla coralità di sincero consenso ed appoggio di chi conosceva bene la barca e la sua storia. Da chi l’aveva custodita negli anni, a coloro che vi avevano lavorato con professionalità e passione e che ambivano assistere al coronamento della propria fatica. Perché così accade agli artigiani, quando profondono sentimento nella loro attività lavorativa.
La ricerca è stata lunga e laboriosa. Il piano velico originale, recuperato e portato a termine, porta la firma prestigiosa della Veleria LAMI.
A poppa, sopra la tuga, la grande Randa col Picco e la Freccia, tra i due alberi la Trinchettina ed il Fisherman, a prua il Fiocco bomato e lo Yankee, con la possibilità di montare un grande Genoa. Gli oblò fusi, come da modello originale, presso la FOAN di Sori. Le ferramenta, frutto di disegni autodidattici, escono dall’Officina Bernacchioni. La ditta Garelli di Nervi provvede il sartiame. Gli osteriggi che danno luce alla cabina padronale ed al corridoio, portano vetri cattedratici, realizzati da una bottega artigianale ubicata nei vicoli della città vecchia. Le griselle e la rete della delfiniera sono state intrecciate con perizia da un nostromo, allora guardiano del cantiere dove sono stati fatti i lavori. Oltre a tutto ciò, in omaggio alla comodità e vivibilità presente negli interni, i capaci frigoriferi di bordo sono stati recuperati da Cadenasso. Il tutto senza che mancasse mai il consiglio o il suggerimento di Elvio, appartenente a quella scuola di maestri d’ascia ormai così rari .
Un pre-varo quasi in sordina solo per stabilizzare il legno , privo da molti anni del contatto con l’acqua. Un sapiente rifacimento della calafatura e poi, finalmente il grande giorno: era il maggio del 1985. Da allora tanto altro lavoro e tanti sacrifici: tutte circostanze ben note a chi ama il legno…. Ma anche tante soddisfazioni !
5 luglio 2016 – Beatrice M. –