Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo questa breve riflessione , il cui titolo prende spunto da una famosa epistola di Orazio ( Epistole, Il, 1, 156).
” Quanta acqua é passata sotto i ponti dai tempi di Orazio … la Grecia se l’era cavata bene con i Romani, parecchio peggio poi é stata l’esperienza sotto l’Impero Ottomano, ma la minaccia in arrivo potrebbe essere ancora più grave: fare da cavia per il nuovo ordine mondiale, che deve risolvere il problema del debito pubblico accumulato. Potrebbe essere la fase “saccheggio” del capitalismo: togliere agli indifesi per risolvere il problema degli spreconi. Il FMI l’ha presa molto alla larga: “Invece di assicurare la crescita (dell’economia) alcune politiche neoliberiste hanno ampliato le disuguaglianze, minacciando in questo modo le fasi di espansioni durevoli”. Ha citato poi il “miracolo economico” del Cile, così definito da Milton Friedman, Premio Nobel per l’economia, per gli incredibili progressi compiuti nel 1982. Il FMI ha poi lodato anche il libero ricorso alla competizione straniera, l’attribuzione di maggiori “poteri” ai privati, attraverso i processi di dismissione di beni pubblici e la limitazione delle competenze statali. Alate parole, che però potrebbero sottintendere, che prestare altri soldi alla Grecia sarebbe un inutile spreco e che é arrivato il tempo di cominciare, se non a riportare i soldi a casa, almeno ad evitare di esporsi ulteriormente ed inutilmente. Al secondo Bail Out Program del febbraio del 2012, quando furono stanziati €240 Miliardi, la Grecia tra le altre cose si impegnò a ricavare liquidità per € 50 Miliardi tra dismissioni, privatizzazioni e vendita di immobili pubblici di pregio in 5 anni …. ad oggi é arrivata a €3,5 Miliardi. Qualcuno comincia a prospettare, che l’unica possibile soluzione sia di svendere tutti i crediti ai Vulture Funds, che provvederebbero nel modo più efficiente a rapido a monetizzarli. Basterà chiamare il saccheggio orwelliano di un paese e della sua gente un “piano di salvataggio”. Timeo Danaos et dona ferentis ( Eneide Libro II, 49 ) forse da da Sofocle: « ἐχθρῶν ἄδωρα δῶρα κοὐκ ὀνήσιμα » (Ai., 665, “I doni dei nemici non sono doni, né benefici”) …. un tragico contrappasso.
Tutto ciò si inquadra bene nel piano liberista di Obama: Transatlantic Trade Investment Partnership ( TTIP per l’area dell’Atlantico ) e Trans Pacific Partnership ( TPP per l’area del Pacifico ). In ambedue casi spicca l’idea di Partnership … una cosa sociale, quasi una fratellanza. Massima libertà per il più forte di mangiarsi il più debole … in santa pace e senza troppi lamenti. Nessuna clausola di salvaguardia … ma che si scherza? Tra gentiluomini é a dir poco offensivo. Soprattutto nella più grande segretezza … evitiamo di rovinare la sorpresa alle maestranze già insidiate dall’avanzamento della robotizzazione”.
Nota per i lettori :
La locuzione latina ” Graeci capta ferum victorem cepit ” , è una frase d’autore oraziana: nella traduzione letterale significa: la Grecia, conquistata [dai Romani], conquistò il selvaggio vincitore. (Orazio, Epistole, Il, 1, 156). La locuzione prosegue con : ” et artes intulit agresti Latio ” che si traduce con : ” e le arti portò nel Lazio agreste “.
31.05.2016 – Bea Manzini –