Saltando i fossi per la lunga

Son quasi morto, scendendo a mille all’ora con quel carretto. Che se fossi arrivato su – da San Pietro dico – abbracciato ad un gabinetto e con il modulo di decesso da “incidente stradale” sarebbe stato complicato spiegare la dinamica del fatto. Qualcosa mi sarei inventato. Il pubblico applaudiva il mio passaggio, i bambini voleva salire sul carretto, gli adulti fare almeno una foto. E il sindaco….il sindaco è venuto incontro a noi giov….ah no, comincio a confondere i fatti. Il sindaco, quest’anno non c’era. Noi giovani ventimigliesi, abituati all’entusiasmo del Tano e all’organizzazione del Presty, ci siamo ritrovati a festeggiare con 3 ore di ritardo una gara senza spettatori, senza pubblicità, senza operai comunali (!!!) e con i migranti (si, i migranti) a spostare balle di fieno, pagati alla giornata.

La cosa incredibile di tutto questo è che un giovane (sindaco, ma non diteglielo, non si è ancora accorto della carica…) abbia meno di un decimo dell’entusiasmo della carica del vecchietto, quello con i capelli bianchi, quello pensionato, quello con un piede nella fos… (si scherza Tano!!!). La cosa incredibile è che questo giovane, dopo una campagna elettorale basata su cose che si sono poi rivelate false, stia conducendo un anonimo mandato esclusivamente fine a se stesso e alla sua carriera politica. Un tempo i giovani erano orgogliosi, agivano di impulso, avevano energia e voglia di fare, ideali di destra o sinistra, ma estremi. Puri. Era il loro pregio e il loro difetto. Tano, se incontri il Sindaco, dagli due dritte. Spiegagli che a 30 anni, non si può essere così. “Che a 30 anni – dice sempre mio nonno – io saltavo i fossi. Ma per la lunga (per il lato lungo)…”

22 luglio 2015 – Albino Dicerto

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