Tra gli obiettivi di semplificazione e di lotta all’evasione fiscale del governo Renzi c’è anche la dichiarazione dei redditi precompilata, approvata ufficialmente nel Consiglio dei Ministri del 30 ottobre nell’ambito del nuovo decreto legislativo di semplificazioni fiscali e che dovrebbe essere resa disponibile entro il 15 aprile di ogni anno, a partire già dal 2015.
L’iniziativa sarebbe lodevole e incoraggiante, il piccolo contribuente (dipendente o pensionato) avrebbe dovuto vedersi recapitare a casa, già precompilata, la dichiarazione dei redditi (modello 730). Peccato che dei 20 milioni di 730 precompilati che verranno diffusi il prossimo anno, il Consiglio nazionale dottori commercialisti ha stimato che ben il 71,7% necessiterà di integrazioni, mentre il 28,3% avrà bisogno di correzioni. Un disastro, se le stime sono giuste!
Nel 2016 – quando verranno utilizzati anche i dati presenti nel Sistema Tessera Sanitaria e sugli altri oneri deducibili e detraibili – la situazione dovrebbe migliorare e la percentuale delle dichiarazioni precompilate che avranno bisogno di integrazioni scenderà al 45,2%. (fonte: Pmi.it)
Comunque vada il contribuente dovrà ancora rivolgersi ad un CAF o a un professionista, come prima della semplificazione.
Si rischia però la beffa! Il contribuente continuerà a spendere come prima e lo Stato spenderà di più di prima, perché invierà a casa dei modelli non completi. Speriamo che ci mettano una pezza. Pare incredibile, ma purtroppo ci siamo abituati, che si riesca ad avere buone e utili idee messe in pratica in modo così superficiale solo perché qualche politico deve anticipare i tempi per motivi elettorali: il 730 precompilato doveva essere varato dal 2016 ma all’ultimo è stato tutto anticipato al 2015!
31 ottobre 2014 – Marco Prestileo