Mi è arrivata un’email che diceva: “se sei vivo, batti un colpo su Ventimigliablog”.
Ho subito risposto (e qui riproduco la risposta): “Sono vivo e vegeto”. Poi mi sono chiesto ma la punteggiatura è corretta? Forse si scrive: “Sono vivo. E vegeto”.
Mentre scrivevo mi è sorta la domanda: ma perchè si dice “vivo e vegeto?” Forse è sufficiente dire sono vivo! Aggiungere … e vegeto che senso ha?
Allora ho scritto: “Sono vivo e in salute” (forse non troppo se mi faccio tutte queste domande).
Sapete cosa mi ha subito risposto il mio interlocutore: “Marco, sei vivo, bene, non ti leggiamo più su Ventimigliablog, scrivi qualcosa subito e chiarisci bene che sei tu a scrivere e non qualcuno con il tuo nome e cognome!” e aggiungeva ” ih,ih, ih, seguito da una serie di allusioni al fatto che qualcuno del Palazzo crede che molti articoli chiaramente firmati con nome e cognome di persone esistenti ed in vita siano in realtà scritti da me!!! Stupido, ma sembra vero che qualcuno creda a idiozie simili!.
Allora mi sono detto scrivo qualcosa e firmandomi preciso “Marco Prestileo, sono vivo e sono io, in carne e ossa”.
Poi mi sono chiesto perché si dice “in carne e ossa”, ma guardate che sono strani questi modi di dire. Perché si può essere vivi, in carne e non in ossa? E poi, non si sa se questa carne e queste ossa sono integre, quindi mi sono detto forse è meglio tornare sul detto “vivo e vegeto” e comunque, anche se da quanto appena scritto potrebbe non sembrare, sono ancora “qui”, sano mentalmente e deciso a continuare a scrivere presto qualcosa di più sensato.
19 marzo 2014 – Marco Prestileo, punto