Oggi voglio raccontare una cosa in modo del tutto asettico. Per una volta non voglio essere io a commentare ma vorrei che fosse chi ci segue a farlo. Vi ricordate il famosissimo articolo sulla transenna rossa? Bene, già all’epoca, la Commissione straordinaria estrapolò da 10 righe una sola frase, la impacchettò per bene, anche rilasciando interviste sui giornali e mi querelò. Io li perdonai per questa leggerezza commessa, tutti possono sbagliare. Bene, la risposta è stata una perquisizione (lo riscrivo per essere sicuri che si sia capito bene: “perquisizione”) a casa dei miei genitori e il sequestro di tutti i pc di famiglia. Il motivo per cui il giudice ha deciso di disporre la perquisizione con sequestro è stato (e qui tenetevi forte) capire chi aveva commesso il reato. Se avessero detto che il motivo era trovare la gallina dalle uova d’oro, per me, avrebbe avuto lo stesso livello di credibilità (per inciso: non posseggo galline dalle uova d’oro).
Ricapitolo: scrivo un articolo, la Commissione estrapola una riga, mi querela, il giudice mi perquisisce la casa e mi sequestra i pc di tutta la famiglia. Inutile aggiungere che Il Secolo XIX è stato prontamente informato dell’accaduto da qualcuno. Chi, non ci è dato saperlo. Motivo del sequestro: capire chi aveva scritto l’articolo (e pensare che non ho nemmeno mai minimamente tentato di smentire la cosa).
Questi sono i fatti e ognuno può procedere con le proprie valutazioni.
Ma non volevo soffermarmi troppo sull’accaduto. Il racconto della perquisizione seguirà nei prossimi giorni: purtroppo, non avendo il pc, mi viene difficile scrivere con costanza. Anticipo solo che è stata una giornata di straordinaria importanza.
3 marzo 2014 – Albino Dicerto