Il dibattito che sta caratterizzando la nuova legge elettorale nazionale merita un approfondimento , in quanto l’abolizione del voto di preferenza può trasformare radicalmente le regole del gioco democratico. L’eliminazione della preferenza porta inevitabilmente ad effetti già tristemente noti : totale attribuzione ai partiti delle possibilità di scelta dei candidati senza nessuna ragionevole voce in capitolo per il cittadino elettore , collegi elettorali barattati a Roma fra l’uno e l’altro dei segretari di coalizione , con candidati che nulla hanno a che fare con il territorio nel quale vengono eletti . Nella nostra Provincia , come in Regione abbiamo votato persone quasi del tutto estranee alla nostra realtà ( De Mita, Signorello, Rebuffa, Minzolini, Lainati, e tanti altri appartenenti a partiti o movimenti di centro e/o sinistra…) .
Sono convinto che , prima di eliminare la preferenza , occorrerebbe quantomeno pensare a modificare la vita interna dei partiti , garantendo procedure veramente democratiche ed indicative della volontà degli iscritti , come ad esempio un meccanismo di primarie preliminari ; in tal modo si offrirebbe a tutti la garanzia di vera democrazia interna. Ma tale meccanismo , se pur efficace , potrebbe rivelarsi non sufficiente , poiché potrebbero esserci persone escluse, in quanto non iscritte ad un partito , ma che sarebbero comunque capaci e meritevoli di rappresentare al meglio i cittadini !
Oggi l’eliminazione della preferenza costituisce un atto di grave limitazione alle scelte del popolo , a solo vantaggio di persone che in molti casi mal figurerebbero in un confronto diretto, liberale e democratico.
Il sistema delle preferenze ancora oggi esistente , sia per l’elezione nei Consigli Comunali che Regionali, ( da eliminare a mio parere, la lista degli otto consiglieri regionali bloccati, indicati dai partiti) consente l’instaurarsi di un rapporto diretto con la gente , perchè i singoli candidati sanno che il loro ruolo deriva direttamente dai consensi personalmente ricevuti , conseguenti all’assolvimento al meglio del proprio incarico. Con il venir meno della preferenza si hanno inevitabilmente persone che ricevono il mandato di governare un territorio dal quale sono scollegate e soprattutto distanti dagli elettori e dalle loro problematiche e necessità . Tale meccanismo trova origine nella consapevolezza che il loro ruolo deriva esclusivamente dal segretario del partito di appartenenza e quindi non saranno mai soggetti al giudizio della popolazione .
I contrari eccepiscono che il sistema della preferenza porta ad un’eccessiva personalizzazione della Politica . A mio parere non è assolutamente vero , fermo restando che ciò non sarebbe un male , nella misura in cui può creare una maggiore trasparenza, tra gli elettori e gli eletti , e ad un maggiore rapporto diretto ed interpersonale . Occorre altresì tenere presente che con la possibilità di scelta dei cittadini, si costringerebbero i politici eletti all’assunzione di comportamenti responsabili e massimamente attinenti al mandato ricevuto , attivando in tal modo un circuito virtuoso eletto/elettore , grazie al quale chi governa bene viene premiato , chi non assolve ai propri compiti viene politicamente punito…
Ritengo quindi che la nuova legge elettorale, senza le preferenze, creerà nuovamente, una frattura tra la comunità ed il mondo politico, poichè saranno elette persone indicate dai partiti, che successivamente si dimenticheranno della Regione o del collegio elettorale, (come succede spesso oggi !! ) , venendo meno al loro dovere principale che è quello di essere al servizio della propria comunità , rappresentando al meglio il popolo.
Grazie per l’attenzione
– 9 febbraio 2014 – Gaetano Antonio Scullino –