Metto insieme agli altri 5, l’appello di Beveraedintorni di cambiare città, regione, stato, continente. Al settimo, mi adeguerò. Lo metto insieme a quelli delle altre persone che mi vogliono bene e che, giornalmente, mi invitano ad abbandonare questa città in cerca di fortuna. Da piccolo, leggendo Topolino, sognavo il Canada e l’Alaska: io e zio Paperone con in mano il setaccio, entrambi con i piedi a mollo nel Klondike e le ghette fino al ginocchio, ad arricchirci sino a svenire dai reumatismi. Da grande, avendo smesso di leggere Topolino, ho pensato che la fortuna va ricercata nel posto, nei luoghi e con le persone che ti amano. La cultura occidentale ci insegna ad abbandonare le nostre mogli, il nostro lavoro, le nostre case, ad essere egoisti. Non possiamo perderla a tirare avanti rapporti stanchi, a trascinare mogli che abbiamo amato un tempo, a perdonare amici che ci hanno riempito di gioia in passato. Dobbiamo succhiare tutto il midollo e lasciare le ossa agli altri. In fondo di vita ce n’è una sola… Ecco. Proprio in questi giorni, grazie anche al nostro amico Ballestra, ho avuto modo di riconsiderare alcune cose che pensavo di conoscere alla perfezione. La lettura di tutti quei numeri 7, presenti migliaia di volte nei testi della bibbia, mi ha portato sino ai Vangeli. Una figura, tra tutte, mi ha colpito. Quel ragazzo, più o meno mio coetaneo, di nome Gesù, di cui tanti nei prossimi giorni festeggeranno il compleanno, era uno che ci voleva solo far capire, con un messaggio semplice ma totale nel suo significato, che “Nessuno ha un amore più grande che dare la vita per i suoi amici”. Non abbandonò mai i suoi amici, non abbandonò mai la sua terra, non abbandonò mai neppure i suoi nemici. Indipendentemente dal credere o no in Gesù come figlio di Dio, il messaggio che esce fuori da quelle parole e quella vita è un messaggio completamente opposto a quello moderno, occidentale, che nulla ama, nulla sopporta, tutto abbandona e cambia.

Auguro a tutti un buon natale. Prenderò sette giorni sabbatici per godere del passato, del presente e di tutte le meravigliose cose che questa città, i miei amici, i miei nemici, la mia fidanzata e la mia famiglia mi hanno regalato.

20 dicembre 2013 – Albino Dicerto