Mi hanno riferito di un articolo apparso su “Il Secolo XIX”, in cui la nota e brava giornalista Patrizia Mazzarello ha nuovamente messo in risalto le vicende accadute nel complesso immobiliare “Vista mare”, società che nel lontano 2004 (prima dell’amministrazione Scullino e prima della nomina del Direttore generale Prestileo) ha avuto il permesso di costruire cinque palazzine “inserite nella Piana di Latte, in una delle ultime aree vergini della Liguria di Ponente immortalate anche in alcuni dei più bei romanzi di Nico Orengo”.
L’articolo, con la maestria ed attenzione riconosciuta alla citata giornalista, ha nuovamente voluto dare risalto solo all’esistenza di possibili lati oscuri della vicenda “Vista mare”, senza dire nulla di male in modo esplicito, naturalmente, ma spingendo leggermente il lettore verso conclusioni false ed immotivate.
Viene ad esempio citato nell’articolo che il Comune di Ventimiglia ha ritenuto di non poter concedere la sanatoria ad una decina di garage che, in contrasto con quanto previsto dal progetto originario, erano stati regolarmente autorizzati ma durante la costruzione la parte superiore di essi emergeva di pochi centimetri, oltre il limite stabilito. La Sovrintendenza aveva detto che questi pochi centimetri di maggior altezza non incidevano negativamente sull’impatto paesaggistico e che potevano benissimo, dal punto ambientale e paesaggistico essere sanati. Nessun mostro quindi, solo pochi centimetri in più, assolutamente inutili in box auto, realizzati così solo per un banale errore di progettazione/esecuzione. Nessuna speculazione edilizia.
La giornalista poi da particolare enfasi e risalto alla presa di posizione della Commissione straordinaria di Ventimiglia, dicendo che la pratica l’ha seguita da subito con molta attenzione. Come dire, prima (durante l’amministrazione Scullino) nessuno seguiva ed ora invece il “mostro edilizio” è stato colpito.
Nulla di più falso, tanto è vero che detta irregolarità era già stata chiaramente evidenziata dall’Ufficio tecnico comunale proprio durante l’Amministrazione Scullino ed era già stata negata, in allora, la possibilità di sanarla. Da qui era nato il ricorso al TAR della società costruttrice di cui l’ufficio legale del Comune si era ben accorto e nessuno si era “dimenticato” di costituirsi in giudizio contro il ricorso medesimo.
La giornalista potrebbe, come poteva, informarsi dalla responsabile dell’Ufficio, oggi anche vice segretario, scoprendo che probabilmente non era stata proposta alla Giunta la costituzione in giudizio perché la società non aveva chiesto la “sospensiva” e quindi vi era tutto il tempo per costituirsi in giudizio, tant’è che la costituzione è poi seguita regolarmente, senza alcun nocumento per le ragioni difensive del Comune.
La giornalista poi per dare risalto alla mostruosità di quanto accaduto nel complesso immobiliare, che dice essere da anni al centro di grandi polemiche, per pochi centimetri in più, evidenzia che, almeno in quest’angolo di ponente, difficilmente si sono visti abbattere manufatti già realizzati. Come dire, se sei un imprenditore che per evitare inutili polemiche accetta di demolire quei pochi centimetri in più di un tetto di alcuni box auto, non sei un imprenditore modello da prendere ad esempio di rettitudine, ma sei “scemo” perché se facevi come tanti altri che si rifiutavano di abbattere il manufatto realizzato …….. almeno non finivi sul giornale.
Chissà, magari la giornalista andrà adesso a sbattere sul giornale anche i casi di chi non ottempera agli ordini di demolizione emessi in tutti questi anni. Però forse non fa notizia!
La stessa abile e preparata giornalista , mette poi in evidenza che “la commissione straordinaria c’ha messo del suo” (?!?) e dopo una riunione con la proprietà aveva chiarito in via definitiva quali interventi potevano essere sanati e quali no. Lasciando probabilmente così poco margine di trattativa, secondo la giornalista, da indurre “Vista mare” a rinunciare ad ulteriori ricorsi. Notizia falsa e realtà falsata! La società non ha rinunciato al ricorso per i box auto, anzi ne ha presentato uno nuovo. La Commissione straordinaria, che non può “metterci del suo”, ma attraverso gli uffici comunali può e deve attuare la legge, ha sanato tutte le irregolarità esistenti nel complesso immobiliare in argomento, tranne quelle in questione perché la Regione Liguria, in un suo parere, richiesto e rilasciato durante l’Amministrazione Scullino, aveva detto che quei box auto non erano sanabili. Da qui era nato il ricorso al TAR che non si è ancora espresso nel merito.
La Commissione ha invece rilasciato le sanatorie che durante l’amministrazione Scullino non erano state ancora rilasciate, pur essendo dovute, perché gli uffici probabilmente, sotto la pressione del blogger citato dalla giornalista, avevano paura di affrettare la pratica. L’Amministrazione Scullino aveva assunto un atteggiamento più restrittivo della Commissione e non certo di favore nei confronti della società costruttrice. La giornalista ha omesso di dirlo, sicuramente per un pura dimenticanza e, forse, in buona fede!
La giornalista ha omesso anche di dire, ritenendolo evidentemente superfluo, gli esiti di tutte le indagini svolte sulla stessa pratica, lei dice, da parte della Procura di Sanremo e poi della Dda di Genova, che ha acquisito la pratica durante uno dei suoi numerosi blitz in Comune: cioè un nulla di fatto, nessuno rilievo sulla pratica, tranne le irregolarità edilizie già rilevate dagli uffici comunali quando direttore generale era Prestileo che aveva subito evidenziato, al fine di eliminare ogni possibile conflitto d’interessi, agli uffici comunali che egli era dal 2005, due anni e mezzo prima di essere nominato direttore generale del comune, il commercialista della società, in quanto assisteva professionalmente l’imprenditore, unico socio della stessa società, da oltre dieci anni prima. Questo lo possono testimoniare il Segretario generale di allora, il dirigente dell’Ufficio tecnico, il responsabile dell’Ufficio edilizia privata di allora, la responsabile degli uffici concertativi, la responsabile dell’ufficio legale e tutti gli altri soggetti coinvolti nella pratica.
Perché allora la giornalista sull’argomento è stata così subdola e “cattivella” da poter passare come un’imprecisa e faziosa? Dico subito che non credo al complotto politico, nel caso di specie, la giornalista ha sempre manifestato apertamente la sua personale tendenza “a sinistra”, ma ha anche dimostrato che quando scrive la sua tendenza politica non l’influenza, lei scrive secondo la sua profonda convinzione dei fatti di quel momento. La questione è probabilmente la solita: una notizia in positivo spesso non è considerata una vera notizia, se il giornalista riesce a spargere un po’ di polvere, seppure delicatamente, insieme all’acqua che alcuni lettori buttano volentieri, lo sporcare di fango qualcuno rende la notizia più visibile e oggetto di discussione.
Questa mia lunga precisazione, ne è l’esempio. E spero che la giornalista non me ne voglia molto, tante volte non ci siamo trovati daccordo, altre volte ho avuto modo di apprezzare la sua sincerità e la convinzione con la quale svolge la sua non facile professione. Resto convinto che piuttosto che limitare la libertà di espressione é meglio rischiare di sbagliare nell’esprimersi.
2 novembre 2012 – Marco Prestileo
Nulla di nuovo, siamo ormai abituati, purtroppo, a notizie giornalistiche che mirano principalmente a creare sospetto e sensazioni anziché dire la pura verità o raccontare oggettivamente ciò che è accaduto. Riprendendo l’aforisma “mascotte”:
“Ama la verità, mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paura e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”(Giuseppe Moscati).
Indipendentemente da tutto, quel che personalmente mi rimane dalla vicenda Vistamare, così come da altre questioni che ho potuto vivere in prima persona, è una certa quantità di amarezza per questa mia città (per questa mia Italia?) dove i blogger parlano di qualcuno/qualcosa di cui aveva già parlato qualche giornale o di cui parlerà qualche gruppetto al bar, tutti quanti senza aver mai saputo ne’ voluto sapere realmente di cosa stava parlando. Pensiamo di poter sconfiggere la malavita con un can can di non so quanti anni per “pochi centimetri” di un cantiere in riva al mare? Vogliamo davvero rallegrarci se fallisce una società italiana per una questione “burocratica”? E se da questo fallimento rimane uno scempio paesaggistico inaudito per anni, siamo davvero felici? Se passando per Latte dobbiamo vergognarci di essere italiani e, turandoci il naso, trascinarci verso la stupenda Mentone, siamo contenti? Pensiamo di poter sconfiggere la mafia con un can can di notizie costruite su parole sparse a caso su un file word e pubblicato su internet?
Io ero in Civitas. Mai vergognato di averne fatto parte, di averci passato le mie giornate intere a (cercare) di costruire qualcosa di bello per la mia città. E mentre stavo dentro Civitas non ho mai avuto notizia di tangenti, bustarelle, favoritismi a me o a chissà chi altro. Gestivo i conti e, come peraltro confermato da tutti coloro che poi li hanno scrutati, osservati, elaborati per mesi, non è mai mancato nemmeno un euro. La Guardia di Finanza con la quale ho passato quasi 4 mesi di sincera collaborazione, non ha mai evidenziato alcuna distorsione e, per quanto a mia conoscenza, la Commissione straordinaria ha approvato il bilancio della società esattamente così come era stato predisposto dalla precedente amministrazione, nemmeno un centesimo di meno o di più. Se smettessimo forse di guardare i cantieri degli altri, demonizzare l’operato della “passata amministrazione” o semplicemente cominciassimo a capire che, mentre noi giochiamo a guardie e ladri, le città (e le nazioni) vicine fioriscono e ci staccano nella competizione globale, forse, e dico forse, ora non starei progettando di andare a fare shopping in una Rue Pietonne de la Cote d’Azur ma in una luminosa area pedonale della mia fiorente ed italianissima XXmiglia…
Albino Dicerto