Prima di uscire dall’ufficio ho parlato con il mio assicuratore per capire come sistemare il mio futuro nel caso non potessi lavorare a causa di un infortunio: lo Stato mi chiede il 27,5% tra INPS e INAIL ma se cado in motorino e non posso lavorare per un mese mi becco una pacca sulla spalla. Se, per ipotesi, io avessi prestato la mia opera presso una società pubblica e l’arrivo della Commissione Straordinaria si fosse tradotto in un “per piacere, togliti dalle balle” e, per ipotesi, mi avessero stracciato il contratto da un giorno all’altro, non avrei avuto ne’ cassa integrazione ne’ disoccupazione. Brutta la vita dei professionisti. Così il mio assicuratore dice che se oltre all’INPS e all’INAIL e all’IRPEF (per un totale che si aggira intorno al 60% di quello che guadagno) mi pago anche un migliaio di euro di assicurazione privata, ecco che se mi sfracello in motorino becco 50 euro al giorno, tassati. Naturalmente, lo Stato mi permette di dedurre un bel 19% di quello che pago come assicurazione. In pratica, sui 1000 euro che tiro fuori, il risparmio in imposte si tradurrebbe in un ottimo 70-80 euro.
Io sono lo Stato e credo nello Stato.
6 settembre 2013 – Albino Dicerto