… e per tutti quelli che vogliono inventarsi un nuovo lavoro! Gli agri-nidi potrebbero essere, oltre ad un importante via per rilanciare l’agricoltura, anche un modo per migliorare la vita di noi tutti, a partire dai bambini…
Via libera della giunta della Regione Liguria, riunita a Rondanina, in Val Trebbia, al disegno di legge sull’inclusione sociale. Il provvedimento, presentato dall’assessore all’Agricoltura Giovanni Barbagallo vuole incentivare, con regole precise, i rapporti tra il mondo produttivo e imprenditoriale agricolo e il Terzo Settore. Rapporti esistono già anche se poco conosciuti. “Che l’agricoltura persegua, all’insaputa di molti e anche delle istituzioni, da sempre, questa finalità non è una novità, tuttavia ne prevediamo un rapido incremento per diverse ragioni, a cominciare dal fatto che l’agricoltura sociale è una materia molto sviluppata in altre regioni che già si sono dotate di una legge”, spiega Barbagallo. “Aprire l’agricoltura al Terzo settore vuol dire aprire a un mondo composto anche di imprese, basti pensare alle cooperative sociali (oltre quattrocento in Liguria) e al mondo associativo, che puntano a diventare imprenditori agricoli con positive ricadute per il recupero del territorio”, aggiunge Barbagallo.
L’agricoltura sociale, oltre a offrire un’opportunità integrativa di reddito agli agricoltori, inserendo in azienda persone disagiate, potrebbe favorire anche aree svantaggiate dove le fattorie didattiche degli agriturismi potrebbero diventare fattorie sociali. “Penso agli anziani, ma anche ai bambini che, in casi di difficoltà dei piccoli comuni montani, le fattorie sociali potrebbero trasformasi in inediti agri-nidi per i bambini di quel territorio”, spiega Barbagallo.
21 agosto 2013 – Albino Dicerto