Mi permetto , sotto la mia personale responsabilità , di riportare integralmente ( pubblicazione in due parti ) un articolo comparso in data odierna su ” Il Giornale ” , a firma di Marcello Veneziani , autorevole firma del giornalismo liberale e democratico , storicamente da sempre vicino alla Destra del MSI , pre – finiano , ante Alleanza Nazionale , fine e critico osservatore prima di tutto proprio del Centro Destra , nato nel 1994 con Forza Italia prima e poi con il PDL in seguito alla fusione con Alleanza Nazionale . Da anni leggo gli scritti di Veneziani ed oggi ho deciso di pubblicare integralmente il suo commento , precisando che , in caso qualcuno volesse sporgere querela a qualunque titolo , l’unica persona da ritenere responsabile è sicuramente la scrivente e nessun altro . Chiunque non si trovasse d’accordo con il pensiero espresso dal giornalista , è cortesemente pregato di esprimersi senza timori , ovviamente con argomentazioni che per livello e accuratezza possano essere equiparate a cio’ che lo stesso Veneziani esprime . Ricordiamo che fino a quando potremo esprimerci in libertà , senza offendere nessuno gratuitamente , sapremo di vivere ancora in una democrazia …. Quando si osserva la storia si deve pensare che le medaglie hanno sempre due facce , la Storia ha sempre interpretazioni che divergono , è fatta dagli uomini e pertanto imperfetta , ma vi sono fatti che più’ di altri vengono mistificati e stravolti per opportunità ed opportunismo . Non dimentichiamolo , mai .
” Vorrei conoscere la segreta legge in base alla quale chi si oppone alla sinistra è sempre un delinquente. Cito tre esempi principali, diversi per stile ed epoca, più altri casi paralleli. Quarant’anni fa il delinquente si chiamava Giorgio Almirante. Aveva ottenuto un gran successo elettorale, riempiva le piazze, spopolava in tv.
Perciò si decise che era un criminale, e dunque andava messo fuori legge col suo partito. Badate bene, il Msi in quella fase era meno fascista di prima, era in doppiopetto, era diventato destra nazionale, apriva a liberali e monarchici, aveva perfino partigiani. Ma allora risorse il fronte antifascista. La stessa criminalizzazione era avvenuta nel ’60 quando l’Msi aveva svoltato in senso moderato, appoggiando un governo centrista, presto rovesciato da un’insurrezione violenta di piazza. L’antifascismo veniva sfoderato non quando si sentiva odore di fasci ma quando si sentiva odore di voti e di governo. Su Almirante piovvero stragi e accuse tremende, si creò un cordone sanitario per isolare la destra, la sua stampa e le sue idee, si favorì una scissione. La persecuzione finì quando il Msi tornò piccolo e innocuo. Le accuse di fascismo non risparmiarono neanche due combattenti antifascisti come Sogno e Pacciardi che erano però militanti anticomunisti. La campagna infame si accanì col Quirinale: Leone, eletto con i voti del Msi e senza quelli del Pci, fu massacrato e costretto a dimettersi, con accuse poi rivelatesi infondate.
Vent’anni fa il delinquente si chiamava Bettino Craxi, e la sua associazione a delinquere era non solo il Psi, ma il Caf, che comprendeva Andreotti e Fanfani vituperato anticomunista (poi sostituito da Forlani). Craxi aveva inchiodato il Pci all’opposizione, aveva conquistato la centralità del sistema politico, voleva modernizzare lo Stato . Eliminato .
Parallelamente Cossiga, da quando si emancipò dall’intesa consociativa che lo aveva eletto al Quirinale e cominciò a esternare contro i partiti, fu linciato, minacciato di impeachment, accusato di stragi e delitti. Fino a che Cossiga depose ogni progetto gollista e si limitò a esercitare l’arte del paradosso. Andreotti è un caso contorto ma anche lui diventò un delinquente solo quando smise di presiedere i governi consociativi.”
A seguire la seconda parte …… Buona lettura . Beatrice Manzini .