Sarebbe sufficiente che la Cassazione ritenesse corretta l’applicazione dell’articolo 2 della legge 74 del 2000 sui reati tributari (dichiarazione fraudolenta) invece dell’articolo 4 (dichiarazione infedele) e Berlusconi, seppure condannato (alla peggio) non avrebbe l’interdizione dai pubblici uffici. Se la Cassazione accogliesse questa tesi dell’Avv. Prof. Coppi di Roma, difesa subordinata, perché Berlusconi mira a “vincere”, potrebbe annullare la sentenza con rinvio. E il giudice del rinvio dovrebbe uniformarsi al principio di diritto affermato dalla Cassazione (articolo 4 e non articolo 2) e riformulare la pena. Conseguenza una pena più bassa, niente interdizione.
Una formula che, al di là della sua valenza giuridica, potrebbe far contenti tutti. Sia quelli che “tifano” per un Berlusconi condannato, che vedrebbero la condanna divenir definitiva macchiando la fedina penale dell’ex inquilino di palazzo Chigi, sia coloro che sono invece “innocentisti” e che vedrebbero un Cavaliere condannato sì ma libero come politico.
Sembra che nessun rinvio sia stato richiesto e che quindi già domani si potrebbe avere il pronunciamento della Suprema Corte o al massimo giovedì ma, si sa, quando c’è di mezzo l’ex premier le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
Come dire, ci vuole poco a definire in un modo o nel modo completamente opposto lo stesso processo.
30 luglio 2013 – Marco Prestileo