Ci sono alcune voci che girano per Ventimiglia che preannunciano clamorose inchieste sui “poteri economici forti” . Noi non diamo credito alle voci sentite al bar, aspettiamo gli sviluppi, come è giusto che sia nei confronti di tutti. Vi raccontiamo, però, una storiella, ma non date troppo peso ad essa. “C’era una volta un Potente che era abituato a fare nella sua Città tutto quello che voleva. Quando vi era da eleggere il sindaco della cittadina lui riuniva intorno a se i suoi amici e insieme decidevano chi sostenere. Offrivano al candidato ogni sostegno, organizzavano pranzi, telefonate di appoggio, facevano sapere che il Potente aveva scelto chi doveva fare il sindaco. Sia fatta la sua volontà, e il sindaco veniva eletto. Il Potente era un uomo così consapevole della sua indiscussa autorità che non doveva dimostrarlo quotidianamente, quindi il sindaco eletto svolgeva il suo ruolo liberamente, senza interferenze, ma solo sino a quando il Potente non faceva lui sapere, adesso basta, in questo caso si deve fare come dico io. E così sia, gli veniva subito risposto. Il Potente gestiva un’attività molto importante non solo per la città ma per tutta la provincia. Dava molti posti di lavoro e dava molto lavoro a tante imprese e persone. Con i suoi amici gestiva un mercato monopolistico dei prodotti da loro venduti, fissava i prezzi e decideva anche di non vendere più a coloro che non seguivano le sue indicazioni, mettendoli subito in difficoltà e facendo loro capire che non era possibile ribellarsi.
Il Potente era intelligente, capace e “democratico”. Non si imponeva sulle cose di non suo interesse, non voleva necessariamente apparire, se non serviva. Ciascuno era libero di fare quello che voleva purché non in contrasto con i suoi interessi. Nei settori in cui interveniva direttamente divideva le soddisfazioni con i pochi amici che riuniva a corte e, poi, elargiva le briciole avanzate ai suo poveri commensali, che affamati di lavoro e nella loro ignoranza si dimostravano grati al Potente, facendo qualche lavoretto non troppo limpido per lui.
Un giorno, prima delle elezioni del nuovo sindaco, il Potente riunì i suoi amici e disse il sindaco lo deva fare tizio, mica possiamo farlo fare a quel calabrese di caio. Alcuni gli dissero vero, però caio è nato qui, si da molto da fare, è ambizioso e vuole cambiare finalmente la città, e poi ha già dimostrato di avere tanti voti. Lui rispose, ho detto che lo deve fare tizio e poi vedremo. Il Potente organizzo pranzi, telefonò, fece sapere che tizio sarebbe stato un buon sindaco. Tizio non vinse, e allora il Potente disse, vabbè avremo caio come sindaco, fategli sapere che sono disposto a non fargli la guerra purché quando serve faccia quello che dico io. E aggiunse, poi vedremo.
Nel frattempo il Potente mentre distribuiva briciole ai tanti affamati che gli giravano intorno, quasi tutti di origini calabresi, dispenso anche alcuni incarichi per far capire al sindaco che il Potente era lui. Voi fate così e poi vedremo.
Nel contempo il sindaco inizio a lavorare molto e riuscì a far capire subito che la città poteva cambiare in meglio. Dovette però assumere delle decisioni non gradite al Potente che manifestò la sua contrarietà ma disse ai suoi amici, lasciatelo fare e poi vedremo. Il sindaco, tra le tante attività esercitate, finì anche per affidare alcuni servizi che prima erano riservati al Potente ai dipendenti comunali. Poi chiese che venissero controllate le entrate comunali, compreso quelle corrisposte dal Potente. Alcuni cittadini si lamentarono quindi dell’attività che il Potente svolgeva e il sindaco chiese maggiori controlli.
Il Potente era infuriato ma il sindaco godeva di un’ottima stima da parte dei cittadini, vinceva tutte le cause legali a dimostrazione che la sua attività amministrativa era corretta e legittima, e dimostrava disinteresse totale per tutto ciò che non fosse fatto nell’esclusivo interesse della città e dei cittadini.
Il Potente riunì i suoi amici. Disse, dobbiamo fare qualcosa perché anche voi siete in pericolo. Questo sindaco e questa società pubblica da lui costituita per risparmiare sugli appalti ci farà guadagnare di meno, e comunque come possiamo ammettere che a decidere sia un calabrese seppure nominato democraticamente dai cittadini? Il Potente poi chiamò i suoi commensali, quelli che lui considerava di fatto suoi schiavi, per di più anche calabresi, ma di cui aveva bisogno per i suoi lavoretti, e disse loro cosa dovevano fare e disse, poi vedremo.
Nei primi anni del suo mandato il sindaco mentre governava con soddisfazione la città, favorevolmente corrisposto dai cittadini, dovette affrontare l’incursione costante e con ogni mezzo di alcuni imprenditori della provincia, cortigiani del Potente, cause legali di ogni genere e tipo, assessori eletti con il sindaco che manifestavano apertamente il loro dissenso su questioni che toccava il Potente e i suoi amici, più volte l’invasione di camion e tir che bloccavano letteralmente la circolazione della città, il rifiuto di alcuni imprenditori a lavorare per l’amministrazione comunale o per la società pubblica che gestiva il patrimonio comunale perché altrimenti il Potente avrebbe tolto loro i rifornimenti, attacchi mediatici di ogni tipo e genere, attentati nei confronti della macchina del primo collaboratore del sindaco, la nascita di un blog che denigrava e calunniava costantemente il sindaco e i suoi collaboratori, esposti, denunce e aggressioni nei confronti del sindaco …… nel frattempo il Potente diceva, e poi vediamo.
Quando qualcuno dei cortigiani chiedeva sommessamente al Potente se i controlli amministrativi richiesti dal sindaco su alcune attività ritenute pericolose, inquinanti o abusive avesse avuto effetto, il Potente rispondeva che loro forse non avevano idea dei suoi collegamenti, ad ogni livello, con politici, imprenditori e istituzioni. Se viene fatto un controllo a noi, io lo vengo a sapere qualche giorno prima, diceva il Potente e poi vedremo.
Il sindaco, instancabile, procedeva per la sua strada con un unico obiettivo: cambiare in meglio la città, e i risultati si vedevano. Il sindaco era sereno e tranquillo, non aveva nulla da temere, rispondeva a tutti gli attacchi che gli giungevano e che poteva prevedere. Già diceva il Potente ai suoi informatori, quelli che vede e prevede. State tranquilli, poi vedremo. E aggiunse, quello che il sindaco non vede perché non esiste non potrà affrontarlo e sarà sopraffatto. I cortigiani e commensali si chiesero subito: cosa può esserci che non si vede, perché non esiste, ma che ti può sopraffare? I fantasmi, gli zombi, gli ufo, boh, e pensarono, poi vedremo.
Nel febbraio del 2012, il sindaco fu sciolto da qualcosa che non vedeva, perché non esisteva nella sua amministrazione, e il Potente si confermo il capo dei capi.
Il sindaco amareggiato, deluso ma battagliero, forte della verità che lui ben conosceva, disse non è giusto, dimostrerò la verità. Alcuni pensarono, vedremo se in futuro le inchieste si dirigeranno verso altre direzioni, se l’ingiustizia subita si rivelerà per gradi ed apparirà alla fine come una formidabile leva, grazie alla quale si potrà scoperchiare un sistema politico-imprenditoriale- istituzionale da ripulire a fondo.
Mi auguro, disse il sindaco, che la verità venga fuori in tutta la sua dimensione e poi …. vedremo.”
Come si direbbe in un romanzo: qualsiasi riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale e chi si sentisse chiamato in causa, pur non citato, faccia i conti con la sua coscienza.
22 maggio 2013 – Il guerriero impaurito
la foto è tratta dal film: star wars, il potere della forza